8 maggio 1982. Villeneuve non se n’è mai andato

Omaggio ad un pilota che nella sua breve carriera ha sempre buttato il cuore oltre l'ostacolo

8 maggio 1982. Villeneuve non se n’è mai andato

“Da Montecarlo alla Fiera di Bologna in due ore e mezzo”. Basta questa frase pronunciata dalla moglie Joanna in occasione del Passion Day che si è tenuto a Imola lo scorso weekend a capire l’essenza di Gilles Villeneuve, cresciuto a pane e velocità, la stessa che l’ha portato via.

Nato il 18 gennaio 1950 a Saint-Jean-sur-Richelieu in Canada inizia con le gare in salita, ma essendo troppo onerose passa alle motoslitte con cui si mette subito in luce.

Tornato al suo primo amore nel 1973 debutta e vince nella Formula Ford del Quebec, per poi salire di livello nella Formula Atlantic. E’ il 1977 quando la McLaren gli propone un test in F1 e un contratto. L’avventura al volante della terza McLaren Ford M23 comincia a Silverstone con un anonimo undicesimo posto, ma tra gli spettatori c’è qualcuno che rimane folgorato dallo spunto veloce di questo ragazzino così magro e alto appena 156 cm. Si chiama Enzo Ferrari.

A settembre il canadesino è già a Fiorano a provare. Il Drake ne rimane entusiasta e decide di portarlo immediatamente via al team di Woking per fargli disputare le ultime tre corse in programma.

I risultati stentano ad arrivare ma nel 1978 davanti al suo pubblico trionfa a Montreal convincendo anche i più scettici. Partito Carlos Reutemann al suo fianco la stagione successiva arriva Jody Scheckter, alla fine iridato. Si impone in Sud Africa, a Long Beach, al Watkins Glen e soprattutto a Digione da vita assieme a Rene Arnoux su Renault a uno dei duelli più emozionanti della storia del Circus.

L’80 non sarà invece così fruttuoso. Penalizzato da una 312 T5 non competitiva arriva a fine campionato con un bottino di soli sei punti. Si rifarà nel 1981 con due memorabili firme: Montecarlo e Jarama, Spagna, dove palesemente più lento di chi seguiva fu in grado ugualmente di contrastare gli attacchi.

Il 1982 la tragedia umana si mischia a quella sportiva. Siamo a Imola. Gilles è davanti e il collega di box Didier Pironi alle sue spalle. Tra di loro c’è un forte legame di amicizia che in quell’occasione si spezzerà per sempre. Dal muretto della Rossa fanno segno al francese di rallentare in modo da congelare le posizioni ed assicurarsi una doppietta tranquilla. Lui non ci sta. Vuole tagliare per primo il traguardo e così avviene.

Lo strappo è totale. Sul podio l’atmosfera è molto tesa. Ci si ritrova a Zolder in Belgio. Siamo in qualifica. 8 maggio 1982. L’Aviatore, come in tanti lo chiamavano, per una questione d’onore non accetta di finire dietro all’ormai rivale. Non può fare molto, ma spinge, spinge finché non trova davanti a sé all’improvviso la March di Jochen Mass che procede lenta. L’impatto è inevitabile e tanto violento da far balzare il corpo del 32enne dall’altro lato del tracciato. Non c’è più nulla da fare. Il sipario è calato su uno dei corridori più coinvolgenti di tutti i tempi.

Pochi anni dopo, nel 1987, se ne andrà pure il transalpino, in maniera drammatica, durante una gara di off-shore.


“Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene”
. Enzo Ferrari

Chiara Rainis

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