Tazio Nuvolari: il Mantovano Volante

Tazio Nuvolari: il Mantovano Volante

Tazio Giorgio Nuvolari nasce a Castel d’Ario, in provincia di Mantova, alla fine del XIX secolo. Figlio di Arturo Nuvolari, agricoltore benestante nonché ciclista affermato.

Sin da piccolo si avvicina al mondo dei motori anche grazie allo zio Giuseppe, più volte campione italiano e conosciuto anche al di fuori dei confini italiani. Durante la prima guerra Mondiale presta servizio militare come autista di ambulanze e camion; ritornata la pace sposa a Milano Carolina Perina, da cui avrà un figlio di nome Giorgio.

All’età di 28 anni , nel 1920, Nuvolari riesce ad ottenere la licenza di corridore motociclista e nel Giugno dello stesso anno esordisce in sella a una Della Ferrera, dovendo però abbandonare in seguito ad un guasto tecnico. Soltanto l’anno seguente prenderà parte ad una gara automobilistica, ottenendo tra l’altro la sua prima vittoria. Ma al momento è la moto il suo mondo e negli anni seguenti tutto ciò che è possibile vincere diventa suo a bordo della leggendaria “Freccia Celeste” (una Bianchi 350), rischiando comunque a più riprese tant’è che dopo un suo incidente un giornale tedesco uscì con la notizia shock della sua morte, rivelatasi poi falsa. Come un cuore diviso a metà tra due amori, Tazio crede nelle sue potenzialità di pilota d’auto e nel 1928 decide di aprire la propria scuderia, con monoposto Bugatti, ottenendo la sua prima conferma a livello internazionale vincendo il Gran Prix di Tripoli l’11 Marzo, nove giorni dopo la nascita del secondogenito Alberto. Tuttavia l’attività avviata risulta assai costosa ed è costretto a tirare i remi in barca arrangiandosi come meglio può, ottenendo scarsi risultati in auto e positivi in moto, sempre a bordo della mitica Bianchi 350.

L’anno della vera “esplosione” automobilistica è il 1930. Ricevuta ed accettata l’offerta dell’Alfa Romeo, prende parte alla Mille Miglia e la vince con l’impressionante media di oltre 100 km/h (altissima per l’epoca) battendo il rivale di sempre Achille Varzi. Nello stesso anno lascia la scuderia del biscione per entrare a far parte di una nuova scuderia, la Ferrari, a cui regala la prima vittoria nella Trieste – Opicina e in altre due gare del tipo “Pikes Peak”, ovvero in salita, utilizzando un’Alfa Romeo P2 in tutte le occasioni. Decide di dare uno stacco definitivo al mondo delle due ruote ma non prima di stracciare le 500 a bordo della sua 350 in ben quattro occasioni.

Nel 1932 viene consacrato il “Mantovano Volante”, vincendo 7 competizioni su 16 disputate, collezionando 3 secondi posti, 3 terzi, 1 quarto e soltanto un ritiro. Inutile dire che tutte le autorità se lo contendono anche solo per scambiare due chiacchiere, da Gabriele D’annunzio a Mussolini. Aumenta il suo bottino l’anno seguente con 11 vittorie ma con un finale amaro, segnato dal divorzio con la Ferrari, probabilmente convinto di poter vincere e guadagnare maggiormente correndo in proprio, ma non è così e Nuvolari dovrà accontentarsi di 3 vittorie in giro per l’Europa a bordo della sua Maserati modificata secondo sue personali istruzioni. Il 1934 è un’annata pessima: ad Alessandria rimane coinvolto in un grave incidente e per il resto della stagione rimane fuori dai giochi, provando a prendere parte a qualche GP ma dovendosi sempre ritirare. Verso fine stagione, quando sembra ad un passo dall’Auto Union (oggi meglio conosciuta come Audi) il destino fa riunire il mantovano con Enzo Ferrari. Pace fatta e giochi riaperti: 4 vittorie nel 1935 a bordo dell’ Alfa Romeo P3 in versione potenziata. Ma il vero prodigio, la vittoria impossibile, con la “I” maiuscola Tazio la ottiene nel GP di Germania, contro le corazzate tedesche. La “piccola” P3 potenziata al massimo dalla scuderia Ferrari sconfigge Mercedes e Auto Union, che avevano una potenza di oltre 100 cv superiore all’Alfa. Uno dopo l’altro Nuvolari a bordo di quel piccolo missile rosso sorpassa e stende i suoi avversari firmando la sua vittoria più clamorosa e famosa.

Verso la fine degli anni ’30 si registrano più periodi bui che altro, ma il pilota non manca mai di dare spettacolo a sé stesso ed al pubblico a bordo adesso della Auto Union. Scoppia la guerra e il mondo delle corse si ferma, l’Auto Union si ritira definitivamente, non Nuvolari e la sua insaziabile fame di vincere. Colpito ed affranto dal dolore per la perdita di entrambi i figli a causa di malattie a parer di molti egli cerca nelle corse una soluzione, alcuni sussurrano ‘definitiva’.  Ma non è così. A Torino a bordo della Cisitalia passa il traguardo durante il secondo giro sventolando il volante che si era staccato dalla vettura. Compie un intero giro guidando con i mozzi che reggevano il volante; rientrato ai box lo rimette al suo posto e riparte, poi perde pezzi e ripara guasti giungendo tredicesimo, lontano dalle posizioni che contano  ma emozionando più di tutti ancora una volta. Nel 1947, a 55 anni, corre l’ultima delle sue Mille Miglia regalando ancora una volta tante emozioni a bordo della Spider Cisitalia: primo durante tutta la gara, resiste al freddo e agli acciacchi dell’età, alla pioggia e ai problemi intestinali, ma alla fine deve cedere la prima piazza e accontentarsi della seconda a causa di un guasto all’accensione.

1948, l’anno dell’ultima grande impresa del Mantovano Volante. È il 2 maggio e Nuvolari non gareggia dal Settembre dell’anno precedente ma gli viene offerta la possibilità di correre un’ultima Mille Miglia a bordo di una Ferrari. Inutile dire che la proposta viene accettata. Non si è allenato, è un vecchio lupo solitario, stanco e segnato da molte cicatrici. Ma il suo è uno spirito d’aquila pronto a spiccare il volo verso cime sempre più alte. Ad ogni tappa guadagna minuti su minuti, gli avversari non possono prenderlo. Tuttavia il cavallo non ha lo stesso spirito del cavaliere: in successione si staccano il parafango, il cofano, gli attacchi dei sedili stanno per cedere. A pochi chilometri da Reggio Emilia rompe il perno di una balestra ed è così costretto al ritiro di una delle corse più emozionanti che ricordiamo ad oggi. Nel ’49 fa una breve apparizione a bordo di una Maserati per cedere poi il volante a Piero Carini.

Il 10 Aprile 1950 conclude la sua carriera correndo una gara in salita, la Palermo – Monte Pellegrino, ma non ufficializzerà mai il proprio ritiro. L’11 Agosto 1953 se ne va come una brezza leggera un pilota che segnò il passato dell’automobilismo e non solo. Così recitò Lucio Dalla nella sua canzone dedicatoria che riassume le doti del Mantovano Volante:

« Nuvolari è bruno di colore, Nuvolari ha la maschera tagliente. Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, di morire non gli importa niente.  Corre se piove, corre dentro al sole, tre più tre per lui fa sempre sette. Con l’Alfa rossa fa quello che vuole, dentro al fuoco di cento saette! ».

Andrea Villa

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