L’Aviatore Gilles, 29 anni dopo, vola ancora alto nel cuore dei tifosi
La Formula 1 è uno sport che, come tutte le discipline agonistiche, si basa spesso (forse troppo) sui risultati ottenuti. Spesso, non c’è spazio per i sentimenti, le emozioni. Tutto dipende, principalmente, dalla classifica finale.
Ma ci sono storie che, a prescindere dai risultati, vengono ricordate col cuore. E non ci sono risultati che tengano.
Quando si nomina Gilles Villeneuve, i ricordi dei tifosi ferraristi (e non solo) si fanno nitidi, commossi. La foto che abbiano scelto come copertina riassume ciò che era l’essenza del piccolo Aviatore.
Gilles non ha il Palmares del Campione. In quasi settanta Gran Premi disputati, le vittorie sono state solamente sei. Niente a che vedere, per esempio, con il figlio Jacques, Campione in America, vincitore della 500 Miglia di Indianapolis, Campione del Mondo di F1 nel 1997.
Eppure ‘Gilles era Gilles’. Chi non l’ha ‘vissuto’ (tra cui lo scrivente) non potrà forse mai capire quello che i tifosi dell’epoca provavano nel vedere questo ragazzo correre. Così come per tutti i Campioni passati della Formula 1, e di ogni sport in genere. Solo vivendoli, si può apprezzare veramente quello che hanno fatto.
Ma basta leggere negli occhi di chi parla di Villeneuve per intuire che non si era di fronte ad un semplice pilota. Gilles era qualcosa di più. Una specie di eroe del tempo che, con le sue gesta, animava la folla, riempiva il cuore di emozioni indipendentemente dal risultato implacabile della pista.
E non è un caso, infatti, che sia uno dei piloti più ricordati e amati a quasi 30 anni dalla scomparsa. Grazie ad Internet possiamo trovare centinaia di siti e fans club a lui dedicati, in continuo aumento.
Villeneuve era spettacolare, in qualsiasi salsa. Quando vinceva tenendosi dietro auto ben più veloci, quando perdeva andando a sbattere, quando usciva di strada e, mai domo, tornava ai box su tre ruote viaggiando sul filo del rasoio.
Forse, l’emozione che noi tutti ricordiamo maggiormente è di quella domenica del ’79 a Digione, quando assieme a Renè Arnoux diede vita al duello più intenso, emozionante, spettacolare che la Formula 1 abbia mai visto.
Non a caso si parlava, e si parla ancora oggi, di ‘Febbre Villeneuve’. Gilles era amato da Enzo Ferrari, che lo trattava quasi come un figlio. Era amato dai suoi tifosi, alla follia. Quando si nomina la ‘Ferrari n°27’ il pensiero va subito a lui.
Per uno scherzo del destino, lui che era chiamato ‘l’Aviatore’, termina la sua breve vita con un ultimo tragico volo. L’8 Maggio del 1982, a Zolder, durante le qualifiche del GP del Belgio, il contatto con la March di Mass gli è fatale. Da lì diviene leggenda, e basterà dire il suo nome, Gilles, per ricordarlo.
Oggi, 29 anni dopo, le sue imprese e le emozioni lasciate nel cuore dei tifosi sono ancora vivi.
Salut, Gilles!
Alessandro Secchi
F1Grandprix.it
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