F1 | La Ferrari deve essere aggressiva, non conservativa

A Barcellona per capire se la Rossa è quella di Imola o di Portimao

F1 | La Ferrari deve essere aggressiva, non conservativa

Siamo rimasti così, un po’ sospesi, con il cerino in mano, perplessi davanti al passo indietro della Ferrari a Portimao. Tra i fascinosi saliscendi lusitani la Ferrari non ha incantato, restando a distanza di sicurezza dalle posizioni più nobili della classifica.

Il minuto beccato in gara dal solito Hamilton è quasi ormai una triste abitudine, dopotutto non sono Mercedes e Red Bull le rivali diretti del Cavallino, ma nel complesso anche il ruolo di aspirante terza forza è sembrato vacillare pericolosamente. Perché il GP di Portogallo ci ha detto chiaro e tondo quanto la McLaren sia ancora davanti.

Barcellona per la Rossa è già appuntamento campale, perché su una pista probante e selettiva capiremo un po’ meglio se la vera Ferrari è quella ammirata a Imola o quella in tono minore di Portimao. La Rossa sbarazzina, veloce, guidabile e competitiva in ogni condizione vista sulle rive del Santerno ha lasciato il posto ad una Ferrari più impacciata, lenta e in difficoltà con le gomme.

Intanto vecchi “fantasmi” tornano ad aleggiare su Maranello. La SF21 a Barcellona non monterà il nuovo fondo provato nelle prove libere del Portogallo, un pezzo che comunque – almeno per quanto si è visto – sembrava funzionare.

La notizia l’ha data il Corriere della Sera, secondo cui l’introduzione del nuovo fondo è stata posticipata perché farebbe parte di un “pacchetto evo” più ampio. La domanda però sorge spontanea: perché non montare un aggiornamento efficace, proprio nel GP dove tutte le squadre bene o male porteranno novità sulle loro vetture?

Il Cavallino inoltre dovrà pur capire come far funzionare le gomme in modo adeguato, perché la F1 viaggia verso lidi sempre più caldi e scene come quella di Sainz formato gambero infilato a destra e manca con le gomme finite non sono ammissibili. A maggior ragione se frutto di un errore di valutazione marchiano; resta infatti un mistero la scelta  – conoscendo i limiti della propria monoposto – delle mescole medie per il pilota spagnolo e non le dure, come d’altronde fatto per Leclerc, il quale pur senza brillare ha tenuto botta portando a casa un buon sesto posto.

Tacendo sulla totale inopportunità di attribuire a Carlos qualsivoglia responsabilità per il degrado degli pneumatici – ma davvero si può affermare che il pilota abbia compromesso una intera gara per aver spinto con l’intento di superare Norris? – la lezione portoghese potrebbe servire alla Ferrari per non ripetere certi errori.

La Rossa che ha fatto del terzo posto Costruttori il proprio obiettivo stagionale dovrà in tutti i modi allungare quella coperta che pare ancora un po’ corta. Se la macchina, nettamente migliorata rispetto alla versione 2020, paga ancora in termini di potenza rispetto alla concorrenza, non può anche concedersi il lusso di non essere ben bilanciata o di soffrire con le gomme. La Ferrari a Imola aveva ben impressionato proprio per l’equilibrio generale, la morbidezza in curva, la facilità con cui trovava il tempo sul giro secco e il passo gara.

A Portimao è tornata a remare controvento, è sembrata vulnerabile, un po’ spenta. E se il nuovo fondo poteva aiutare a trovare carico al retrotreno, stabilità e a gestire meglio le gomme, è ancor più grave la scelta di conservarselo per il futuro e affrontare l’esigente circuito del Montmelò senza novità sull’auto.

Il punto è proprio questo; la Ferrari rispetto al 2020 ha fatto un balzo in avanti davvero notevole, è tornata ad essere competitiva e non deve fermarsi sul più bello, deve osare per ricucire lo strappo dato dalla McLaren, non può permettersi di essere conservativa o remissiva. Né prendersela con i piloti se il muretto sbaglia strategia. Coraggio, aggressività ed unità di intenti, per dare un senso ad un campionato che altrimenti rischia di essere talmente interlocutorio da risultare triste, moscio, deludente.

Antonino Rendina


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