F1 | Red Bull, Verstappen: “Venti secondi sono tanti, ma non starò qui a piangere”
"Il problema è che siamo troppo lenti e poi mi ritrovo in queste situazioni"
Città del Messico – Se ci fosse un podio di una ipotetica gara per il pilota con più penalità, allora Max Verstappen sarebbe sicuramente sul gradino più alto.
E dire che in curva 1 Max era davanti. Dopo la Safety Car Carlos Sainz – pole man – si riprende la prima posizione con un sorpasso magistrale una Red Bull senza batteria in pasto alla McLaren di Lando Norris. Il primo incontro ravvicinato tra i due avviene al decimo giro. Lando tenta il sorpasso, ma Max risponde: all’apex è la McLaren ad essere davanti, ma l’olandese chiude le porte arrivando anche al contatto e rischiando di prendere anche la Ferrari di Sainz. Norris passa, Verstappen tenta di tornare davanti in curva otto: al quel punto Max è davanti all’apex, ma va fuori pista prendendosi un vantaggio e spingendo anche la McLaren ad andare fuori traiettoria e fuori dai limiti della pista. La risposta di Lando è forte: “Questo ragazzo è pericoloso“. A differenza di quanto accaduto ad Austin la decisione arriva in fretta: Verstappen guadagna 10 secondi di penalità per ognuno dei due episodi, 20 in totale, più due punti sulla licenza. Con il pit-stop prolungato Max finisce fuori dalla lotta per il podio e conclude la sua gara in sesta posizione. Quello che colpisce della sua gara è la chiara intenzione di ostacolare l’avversario: Verstappen non correva per la posizione, non correva per il podio, l’unico obiettivo era ostacolare Norris. Stavolta, però, la penalità non è mancata.
Verstappen: “Il problema è che siamo troppo lenti e poi mi ritrovo in queste situazioni”
“Il nostro problema è che siamo troppo lenti e devo difendermi da vetture più veloci. E’ per questo che mi ritrovo poi in queste situazioni. E’ andata com’è andata, onestamente 20 secondi sono tanti, ma non starò qui a piangere – continua Max – il campionato costruttori ormai è andato, lo sappiamo da un po’, ma possiamo fare meglio come squadra. Mancava proprio il grip, sopratutto in gara più che nel giro secco”.
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