F1 | GP Brasile: l’analisi della sprint race

Russell si impone nella sprint race davanti a Sainz e Hamilton, Verstappen con la media scivola al quarto posto

F1 | GP Brasile: l’analisi della sprint race

L’ultima volta in cui due Mercedes avevano monopolizzato la prima fila di uno schieramento di partenza risale al Gran Premio dell’Arabia Saudita del 2021, quasi un anno fa. Una lunga attesa condita da battute d’arresto e dubbi, ma anche da una crescita tecnica costante, che dopo un avvio di stagione sottotono ha riportato la squadra di Brackley a lottare per le posizioni del podio con una certa costanza.

Un exploit maturato grazie al primo successo di George Russell e all’ottimo terzo posto di Lewis Hamilton, il quale avanzerà di una casella grazie alla penalizzazione di Carlos Sainz per la sostituzione del motore termico. Nei ventiquattro giri della sprint race, le due Frecce d’Argento hanno impressionato sia sotto il punto di vista della prestazione che della costanza, sovvertendo quelle sensazioni negative che aveva lasciato un venerdì difficile da decifrare, soprattutto per il sette volte campione del mondo. Tante prove di set-up, cambi d’ala, e affinamenti aerodinamici, ma il risultato era sempre il medesimo: sia con il caldo che con il freddo, Hamilton evidenziava una carenza di grip che in qualifica si è poi concretizzata con un deludente ottavo posto. Ben più convincenti erano le indicazioni fornite da Russell, il quale si era trovato maggiormente a suo agio con la W13 in salsa brasiliana sin dalle prime fasi della FP1.

Tuttavia, è lecito suggerire come probabilmente in pochi avrebbero scommesso su una Mercedes in testa dopo la sprint race, per quanto alcuni elementi abbiano giocato un ruolo centrale. In primis, senza dubbio le difficoltà di una Red Bull che ha sofferto il degrado termico degli pneumatici e una carenza di grip su entrambi gli assi, come aveva già evidenziato il venerdì mattina nella prima sessione di libere. In secondo luogo, anche la posizione di partenza ha aiutato: se Sainz non fosse scattato dalla quinta casella ma dalla terza, per fare un esempio, probabilmente avremmo assistito a una corsa differente, perché a quel punto sarebbe stato lo spagnolo ad avere l’opportunità di attaccare per primo Verstappen e imporre il proprio ritmo su una distanza ridotta. Al contrario, l’ottima performance registrata al venerdì aveva messo Russell nelle condizioni di poter sferrare l’attacco già nelle prime fasi di gara, mettendosi così al riparo da un ritorno dello spagnolo.

Se osserviamo la prima metà della corsa, infatti, emerge come il britannico avesse tentato la manovra in ben tre-quattro occasioni, ma senza trovare quel pertugio per inserirsi e guadagnare definitivamente la posizione. Fino a quando il delta prestazione gli consentiva ancora di difendersi, il due volte iridato non si era tirato indietro dalla lotta, arrivando più volte a proteggere la leadership con delle staccate al limite. Ma per l’alfiere di King’s Lynn, continuare a tentare era fondamentale, anche perché più a lungo il duello si sarebbe protratto, più Verstappen avrebbe avuto modo – sulla carta – di giocare sulla maggior flessibilità offerta dalla media. “Eravamo fiduciosi di poter arrivare secondi e pensavamo che Max avrebbe avuto vita facile, a dire il vero. Sapevamo che se non fossimo stati davanti a lui alla curva uno, sarebbe stato molto difficile stargli davanti. Ho iniziato ad attaccare nei primi giri. E ho pensato che una volta che avesse raggiunto la temperatura delle gomme, sarebbe andato via. Ed è stato un po’ difficile. Bisognava bilanciare il rischio e la ricompensa”, ha spiegato il pilota della Stella d’Argento nelle interviste.

Alle loro spalle, il Ferrarista era in vigile attesa come terzo attore non protagonista, mantenendosi a distanza per non danneggiare le gomme ma pronto a sfruttare qualsiasi occasione per fare la propria mossa. Il problema è che nel momento in cui Russell ha guadagnato la testa della corsa, allo spagnolo della Rossa sono poi servite altre quattro tornate per riuscire a concludere la stessa manovra su Verstappen, incrementando il distacco dal leader da due a quattro secondi nello spazio di pochi chilometri.

Per quanto già le simulazioni Mercedes evidenziassero come il degrado non avrebbe dovuto rappresentare un problema su una distanza di gara così breve, quel piccolo tesoretto aveva fornito la chance di gestire gli ultimi passaggi con maggior serenità, amministrando il vantaggio. “È stato incredibile. Non mi aspettavo di avere un ritmo così buono, ma credo che questo dimostri il duro lavoro che tutti stanno facendo e i progressi che noi, come squadra, abbiamo fatto in queste ultime tre gare dopo Austin. La macchina e il feeling erano ottimi. Ovviamente è difficile sapere come sarebbe stata la gara di Max se avesse montato le soft. Tuttavia, essere qui è una sensazione fantastica”, ha poi aggiunto Russell.

A fargli eco è anche il suo compagno di casacca, Lewis Hamilton, autore di un’ottima rimonta dopo un venerdì sottotono. All’inizio della settima tornata, l’inglese era già stato in grado di rimontare fino al quarto posto, seppur si ritrovasse a quasi due secondi e mezzo dal podio virtuale. L’alto passo di Verstappen, dovuto non solo alla scelta delle gomme ma anche alla lotta per mantenere la testa della corsa, aveva tuttavia dato al sette volte campione del mondo l’opportunità di ricucire il distacco, riportandosi in zona DRS su Sainz solo sei passaggi più tardi. Certo, avere il ritmo per spingere è un conto, averne per sorpassare è un altro, specie tenendo a mente che in più occasioni il Ferrarista poteva fare affidamento sulla scia offerta dal duo in vetta alla classifica.

Inoltre, una volta sopravanzato un Verstappen in difficoltà, ragionevolmente rischiare per tentare l’attacco su Sainz non avrebbe avuto molto senso, dato che comunque avrebbe guadagnato la posizione per la penalizzazione di quest’ultimo, ma la sprint race rappresenta comunque un buon terreno di prova. Una performance inaspettata, come ha spiegato lo stesso Lewis, ma che lascia sensazioni positive per domani: “No [non ci aspettavamo di avere una vettura così competitiva]. Credo che andiamo a queste gare diverse, saliamo in macchina e penso che sia io che George non sappiamo bene cosa ci aspetti. E alle volte non lo sanno nemmeno gli ingegneri, che dicono “qui dovrebbe andare bene” e poi non è così. Quindi sono persino cauti quando ci dicono se andremo bene o no. Il nostro ritmo di gara è comunque stato particolarmente forte oggi.” Un elemento che emerge dalla prova del sabato è anche la capacità della W13 nell’aggredire i cordoli senza scomporre eccessivamente la vettura, aspetto che a inizio stagione sembrava quasi utopia, a dimostrazione dei progressi compiuti durante il campionato.

Tra le due Frecce d’Argento si è inserita una macchia Rossa, quella di Carlos Sainz, bravo nel costruirsi una gara solida e un secondo posto meritato, il quale però si trasformerà in una settima casella dopo la penalità. Al netto di ciò, il sabato brasiliano ha fornito indicazioni importanti per la Ferrari, finalmente protagonista di una prova convincente dopo qualche weekend in cui si erano viste più ombre che luci. Chiaro, è presto per trarre delle conclusioni e tracciare una linea, ventiquattro tornate offrono solamente una visione parziale di una gara che ha avuto tanti colpi di scena. Diversi elementi hanno influito sulla condotta di gara, rendendo difficile comprendere a pieno il potenziale delle vetture in aria pulita, ma le indicazioni migliori giungono proprio dalla soddisfazione dei piloti, contenti del bilanciamento della F1-75 sulla pista di Interlagos.

L’aggressività nel sorpasso ai danni di Verstappen è la cartolina di un Sainz in crescita, che dopo una stagione ricca di alti e bassi sta finalmente riscoprendo quella fiducia nella monoposto che gli era mancata nella prima metà di campionato. Sensazioni che lo stesso madrileno sull’onda dell’entusiasmo ha confermato via radio al termine della sprint con quel “Sto guidando bene ora, riesco a gestire bene questa vettura, nei duelli, in tutto. Un po’ in ritardo, ma meglio tardi che mai”. Una iniezione di fiducia rivolta anche a quanto potrebbe accadere domani, per quando il Ferrarista sia consapevole che rimontare non sarà semplice, specie se Red Bull dovesse dimostrarsi in forma: “Di solito abbiamo un po’ più di degrado rispetto alle Mercedes e li vedevo spingere. Sono riuscito a guadagnare tutte le posizioni all’inizio o nei primi due giri, entrando in lotta con Max e George. Dovevo essere aggressivo perché ovviamente domani prenderò la penalità e alla fine credo che la seconda posizione fosse il massimo oggi. Sono soddisfatto della gara. Sono contento del ritmo. È solo che le Mercedes sembrano aver aumentato molto il ritmo di recente e sono molto veloci in gara.”

Complice la penalità, Carlos sarà ora costretto a prendere il via dalla settima casella in griglia, due posizioni dietro al compagno di squadra. Per il monegasco non si è trattata della corsa più emozionante di sempre, complice la deludente qualifica del venerdì che lo aveva rilegato a centro gruppo. L’elemento chiave è stato il tempo perso nel compiere i sorpassi, specie su Lando Norris e Kevin Magnussen: se al duo Perez-Hamilton, che gli partiva immediatamente davanti, erano bastati nove giri per sopravanzare i piloti della midfield, Leclerc ne aveva impiegati ben sei in più, ritrovandosi poi nella terra di nessuno.

Troppo distante per pensare di ricongiungersi ai piloti di testa prima della bandiera a scacchi, ma anche troppo veloce per essere impensierito dai piloti alle sue spalle. Una gara all’insegna della prudenza, ben consapevole che ciò che conta non è la sprint, ma la corsa della domenica: osservando il passo mantenuto una volta giunto in aria libera, il Ferrarista è stato in grado di mantenersi sul ritmo dei primi, recuperando anche oltre tre secondi al messicano della Red Bull. Per quanto vi siano molteplici variabili da tenere in considerazione, per la Rossa si tratta comunque di un segnale incoraggiante, nonostante risalire dalla terza fila sarà impresa ardua, specie tenendo a mente il gap velocistico sui rettilinei evidenziato anche in Brasile. “Scattando dalla decima piazzola, oggi per me l’obiettivo era recuperare più posizioni possibile senza prendere troppi rischi. È quello che siamo riusciti a fare e forte del buon passo mostrato oggi, spingerò al massimo domani per portare in dote al team un risultato di rilievo”, ha spiegato il monegasco.

Se Ferrari e Mercedes hanno concluso il proprio sabato con un sorriso, lo stesso non si può dire per la Red Bull, distante dai livelli ammirati negli scorsi appuntamenti. La scelta di far schierare Verstappen sulla media ha sorpreso, anche perché il team di Milton Keynes non aveva mai sfruttato questo compound nelle due sessioni di prove libere, concentrandosi sulla soft e sulla hard. Anzi, al contrario era stata l’unica squadra ad aver effettuato un long run sulla mescola più tenera il venerdì mattina, evidenziando anche riscontri molto positivi in termini di consumo. Sensazioni poi confermate anche il giorno seguente, quando nella FP2 avevano riproposto un programma simile con tempi convincenti. È improbabile pensare che i tecnici del team anglo-austriaco potessero essere spaventati dal possibile degrado, perché se non si era evidenziato quando l’asfalto aveva toccato punte di 50°C, realisticamente non si sarebbe riproposto nemmeno durante la sprint, con temperature sensibilmente minori. Inoltre, molti di quei piloti che avevano testato la gomma a banda gialla il sabato non ne erano rimasti particolarmente soddisfatti, tra cui anche Leclerc, che non aveva esitato a far capire ai box come quel compound non stesse fornendo i feedback sperati. Non è un caso, infatti, che quasi tutti abbiano deciso di schierarsi in griglia proprio con lo pneumatico più tenero, consci che avrebbe potuto portarli fino al traguardo senza grosse difficoltà.

Una possibile spiegazione è che Red Bull abbia ragionato più sul piano tattico in vista della corsa di domenica che della sprint, smarcando una media al sabato in modo da avere un set di soft nuovo in più per l’evento più importante del fine settimana. Secondo le strategie suggerite da Pirelli, la tattica soft-media-soft potrebbe risultare tra le più efficaci, ma non è da escludere totalmente nemmeno l’utilizzo della hard su singola sosta come alternativa, che in alcune simulazioni ha fornito segnali interessanti. Rispetto ad altri tracciati, un secondo pit stop potrebbe comunque non essere così sconveniente come in altri appuntamenti, data la natura della pista che permettere di effettuare sorpassi con maggior facilità. L’interrogativo in vista di domani è comprendere se il problema accusato da Verstappen sia solo una questione di gomme o anche di setup, in parte perché anche la prova di Perez con la mescola tenera non è stata entusiasmante, in parte perché sin dalla FP1 entrambi i piloti si erano lamentati di un fastidioso sottosterzo specie nelle curve lente, quelle che ieri hanno maggiormente penalizzato il campione del mondo in carica. Osservando i dati delle temperature, si può notare come rispetto ad entrambe le sessioni di libere la temperatura fosse calata di circa 15°C. Per quanto anche con rilevazioni più alte la media non avesse fornito feedback eccellenti, è possibile che temperature così basse possano aver accentuato le difficoltà di quel compound, portandolo a lavorare fuori dalla finestra. La gara di domenica potrà fornire qualche spunto in tal senso, anche perché con un orario di partenza anticipato di un’ora e mezza rispetto a quello della sprint, l’asfalto potrebbe essere più caldo. “Le gomme hanno preso grip dopo pochi giri e il problema non era solo sull’avantreno, ma anche sul posteriore. Dovremo cercare di capire perché ma non possiamo fare poi molto in vista di domani”, ha spiegato Max.

Non potendo fare la differenza nel secondo centrale più guidato, coloro che si trovavano alle spalle dell’olandese riuscivano a ritrovarsi in quella finestra utile per sfruttare il DRS e portare l’attacco o in curva uno o alla quattro. “Oggi è stata una gara davvero difficile per noi, onestamente non mi aspettavo questo tipo di prestazione. Essere così lenti in una gara così breve non è bello, forse le medie erano più lente di quanto mi aspettassi, ma a quel ritmo non so se le soft mi avrebbero portato dove volevamo. Dobbiamo anche capire perché il nostro degrado era così negativo. Non potevo fare molto, l’anteriore e il posteriore scivolavano molto, non avevo grip. Al momento non mi sento molto fiducioso per domani, ma vediamo cosa possiamo fare durante la notte, ci sono molti dati da analizzare”, ha poi spiegato Verstappen nelle interviste.

La lotta a centro gruppo è stata senza dubbio caratterizzata dal suicidio delle Alpine che, da un potenziale doppio arrivo a punti, con i contatti nel corso del primo giro sono scivolate nella parte inferiore della classifica. La vettura di Esteban Ocon era rimasta danneggiata nella zona della pancia, con un vistoso buco nella carrozzeria con cui ha dovuto convivere per tutta la durata della sprint, mentre Fernando Alonso era stato costretto a tornare ai box per sostituire l’ala anteriore dopo aver toccato il proprio compagno di squadra sul rettilineo principale. Un sentimento di amarezza che il Team Principal della squadra francese non ha nascosto nelle dichiarazioni rilasciate dopo la corsa: “Siamo estremamente delusi dal risultato delle qualifiche Sprint di oggi, che ci ha messo in una posizione peggiore sulla griglia di partenza della gara di domani. Siamo in una lotta molto serrata e competitiva per il quarto posto nel Campionato Costruttori; un obiettivo per il quale oltre mille dipendenti stanno lavorando e lottando instancabilmente. Francamente, sia Esteban che Fernando devono fare un lavoro migliore per completare i fantastici sforzi di tutti i membri del team, evitando incidenti in pista e compromettendo le prestazioni dell’intera squadra. Oggi, entrambi i piloti hanno deluso la squadra. Mi aspetto di più da loro domani, quando dovremo fare tutto il possibile per recuperare qualche punto dal weekend per il campionato”, ha spiegato Otmar Szafnauer.

A trarne beneficio è stata la McLaren, brava nel portare a casa un prezioso settimo posto con un Lando Norris indebolito dai postumi dei malesseri fisici accusati giovedì. Due punti vitali per il team di Woking, con l’obiettivo di sfruttare l’occasione e riconfermarsi anche domenica, accorciando ulteriormente la distanza in classifica dall’Alpine. L’inglese ha preceduto colui che era partito dalla pole, Kevin Magnussen, con il sorpasso subito solo negli ultimi passaggi di gara, quando il danese non è più stato in grado di compensare nelle curve quanto perso sui rettilinei senza l’ausilio della scia e del DRS. Per la Haas si tratta comunque di un punto prezioso che consente di allungare in classifica sull’AlphaTauri: “Oggi mi sono divertito molto e abbiamo ottenuto un punto, che è anche molto importante vista la nostra battaglia per l’ottavo posto con AlphaTauri. Sapevamo che non avremmo vinto la gara e non era questo l’obiettivo. Si trattava di godersi la pole position e di cercare di ottenere un punto. Il sogno era di provare a finire davanti a Lando (Norris), dietro a tutte le auto dei top team, ma non è stato così, ma siamo comunque soddisfatti del punto conquistato per l’ottavo posto. Domani partiremo da lì ed è una posizione di cui saremmo molto contenti nelle qualifiche tradizionali”, ha aggiunto Magnussen.

Non è arrivato alcun punto, ma è una top ten importante quella conquistata da Sebastian Vettel, abile nel districarsi tra il traffico a suon di sorpassi. Considerando la posizione di partenza sulla griglia, il nono posto finale è un segnale importante in vista della corsa principale, ma ancor più interessante è il passo mantenuto in aria libera, tra i migliori in assoluto tra la midfield. Indicazioni che, in realtà, si erano già intraviste nella seconda sessione di prove libere, quando sul compound più morbido il tedesco si era distinto con un degrado limitato. Nonostante qualche difficoltà nel portare a termine i sorpassi a centro gruppo, complice un prolungato trenino DRS e qualche mossa al limite degli avversari, nel momento in cui il quattro volte campione del mondo si è ritrovato in aria pulita ha iniziato ad inanellare ottimi giri in sequenza, andando a riprendere e superare Pierre Gasly. “Oggi ho lottato duramente – alcuni di noi sono rimasti bloccati dietro Esteban [Ocon], che credo avesse subito dei danni, e questo ci ha fatto perdere tempo. Senza questo inconveniente, avrei potuto raggiungere Kevin [Magnussen] prima della fine, e questo ci avrebbe fatto guadagnare un punto. Nel complesso, comunque, penso che possiamo essere soddisfatti di oggi: il nostro ritmo era buono, abbiamo gestito bene le gomme e stavamo recuperando posizioni. Tutto ha funzionato bene oggi: vediamo cosa riusciremo a fare domani”, ha spiegato Vettel. Così come in altri appuntamenti, l’Aston Martin è tornata ad usare la sua configurazione più carica, quella che gli aveva permesso di conquistare i suoi risultati migliori. Per quanto abbia un impatto in termini di velocità di punta, questa scelta aiuta a compensare altri punti deboli della AMR22, a cui si aggiunge il fatto che Interlagos non presenti molte curve ad alta percorrenza, tipologia in cui la squadra inglese ha sofferto per tutta la stagione.

Al di fuori della top ten, va sottolineata la buona rimonta di Mick Schumacher, bravo nel sfruttare i momenti concitati della partenza per sopravanzare ben quattro vetture, tra l’altro con una bella manovra in curva sei su Nicholas Latifi. Indubbiamente la giornata negativa dell’Alpine, così come un’Alfa Romeo a due facce, ha dato una mano a risalire la classifica, ma il tedesco ha mostrato un buon passo, dovendosi anche confrontare con un fastidioso problema al motore. Più deludente la gara del team del “Biscione”, penalizzata sia da una brutta qualifica che da una partenza a rilento, dove entrambi i piloti hanno accusato del pattinamento eccessivo scivolando in fondo al gruppo. Problemi che si sperava il team svizzero avesse risolto tempo fa con l’introduzione di alcuni accorgimenti, ma che invece si sono ripresentati in Brasile. Il ritmo mostrato dai due piloti, per quanto spesso bloccati nel traffico, è sembrato comunque positivo, tanto che Bottas non ha nascosto di voler puntare alla top ten: “Ho dato tutto quello che avevo nello sprint e partiremo domani in una posizione molto migliore di quello che eravamo oggi. Ho perso un paio di posizioni all’inizio, ma dopo ho avuto un buon slancio e il nostro ritmo sembrava a posto. Siamo riusciti a recuperare posizioni e continuare a fare progressi fino alla fine della gara. Più lungo è lo stint, migliore è il nostro ritmo e questo mi dà fiducia per domani: l’obiettivo è entrare nella top ten e penso sia del tutto realistico. Avevamo un ritmo migliore rispetto alle macchine che ci circondano oggi”, ha spiegato il finlandese.

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