F1 | Ferrari, Aston Martin e la “rivalità” accesa da Alonso

La Rossa per dimensione e potenziale resta superiore alla squadra dello spagnolo

F1 | Ferrari, Aston Martin e la “rivalità” accesa da Alonso

A volte basta una battutina, un’uscita fuori luogo, a pungolare l’orgoglio e accendere una rivalità. Nel dopo gara di Baku Fernando Alonso si è distinto per una considerazione corrosiva, nel suo stile, propria di quell’arte della provocazione di cui sa essere maestro, alla Josè Mourinho.

Fernando, evidentemente infastidito per il quarto posto dietro Charles Leclerc – il fuoriclasse della Rossa ha giocato con il campione spagnolo tenendolo sempre a distanza di sicurezza – ha lanciato due frecciate old style alla Ferrari. Per prima cosa ha accusato la Rossa di aver avuto fortuna con il degrado gomme; in seconda battuta si è mostrato ringalluzzito perché a sua detta “la migliore Ferrari della stagione ha dato soltanto 1′ alla peggiore Aston Martin”. Un po’ come a dire che la sua verdona AMR23 è una macchina portentosa mentre la SF23 è piena di problemi.

Allora. V’è indubbiamente da riconoscere alla scuderia di Silverstone il merito di aver lavorato egregiamente sulla monoposto 2023, e di essere attualmente una realtà vibrante e sorprendente. Viceversa, con la stessa onestà intellettuale, dobbiamo constatare che il Cavallino è una costante delusione, ben lontano da quel vertice cui dovrebbe sempre aspirare per retaggio e grandezza.

E quindi la Aston Martin sta sicuramente facendo meglio della Ferrari. Però, e c’è un però, parole come quelle di Alonso stonano e rischiano solo di pungolare l’orgoglio di una scuderia che resta per dimensioni e potenziale nettamente superiore alla “piccola” Aston ex Racing Point di Lawrence Stroll.

La Rossa, al netto dei problemi di competitività e degli stravolgimenti interni, già a Baku ha dimostrato di poter stare davanti alla Aston Martin e non ci sarà da stupirsi se Maranello avrà una crescita superiore nel corso della stagione. La Ferrari ha già un programma di sviluppi ben definito che dovrebbe consentirle di avere prestazioni sempre più costanti. La velocità sul giro secco è un dato obiettivo, ciò che manca è una gestione uniforme delle mescole Pirelli sul passo. Nel complesso, per dimensione e spessore, per quanto possa essere ancora in ritardo, la Ferrari non può essere paragonata né rapportata ad una squadra più piccola come la Aston Martin.

Gli stessi obiettivi delle due scuderie sono diametralmente opposti. Maranello paga lo scotto di non riuscire a lottare per il mondiale da troppi anni, e ogni altro risultato viene reputato insufficiente. La Aston ha un progetto ambizioso, ma resta un team privato, cliente Mercedes per quanto riguarda la PU.

Alonso non deve fare l’errore di sopravvalutare la propria squadra sottovalutando gli avversari, e la supponenza trapelata dalle sue parole non è giustificabile. Ancora peggiore è il tentativo di accendere una rivalità che non ha senso di esistere. Ad ognuno la propria dimensione; la Aston è al primo anno tra le grandi e sarà chiamata a confermarsi nella “stagione degli sviluppi” – non sempre congeniale alla ex Racing Point – e non le basta qualche bel podio per porsi con tanta spocchia nei confronti della Ferrari.

La Rossa è partita a rilento, ma nel primo GP in cui ha ottimizzato il proprio pacchetto (privo ancora di upgrade) ha battuto una Aston Martin che invece era lanciatissima. Alonso si è accorto anche di questo?

Antonino Rendina

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