F1 | Buona Ferrari ad Austin, ma guai ad “esultare” per un quarto posto

Serve equilibrio in una narrazione fin troppo enfatica, quando il podio è ancora lontano

F1 | Buona Ferrari ad Austin, ma guai ad “esultare” per un quarto posto

Gli entusiasmi sono tendenzialmente una cosa positiva, purché non portino ad una visione distorta della realtà. La Ferrari è stata protagonista un buon fine settimana negli Stati Uniti, con un bel quarto posto di Charles Leclerc alle spalle del duo Red Bull e della Mercedes di Hamilton e il settimo di Carlos Sainz.

La Ferrari, soprattutto, è stata nettamente più veloce della sua personalissima avversaria per il terzo posto Costruttori, la McLaren. Il GP in Texas era importante per verificare la bontà, su una pista selettiva e sulla carta non proprio favorevole alla SF21, della nuova power unit e del lavoro della squadra in generale. Essere stati più veloci della temuta McLaren su un circuito dove il motore ha il suo bel peso specifico è una nota piuttosto positiva, che può far sorridere gli uomini di Maranello.

Ciò che invece stona con una narrazione degli eventi quanto più obiettiva possibile è l’idea che la Ferrari così, dal nulla, e di fatto senza conquistare nulla di importante, sia improvvisamente tornata “forte” o bellissima da vedere. E’ una narrazione enfatica e distorta che fa leva sulle delusioni del 2020, portando ad emozionarsi per qualcosa che – spogliato appunto dall’enfasi – è un risultato del tutto “normale”, piatto. Da che mondo è mondo nessun appassionato si è mai scaldato per un quarto posto.

Ma ormai questo incessante bisogno di riavere una Rossa competitiva ai massimi livelli, la necessità quasi di sognare in grande, di tornare a vincere, di credere in nuovi idoli come di fatto è il talentuosissimo Leclerc, porta un po’ tutto l’ambiente – media e tifosi – a cantarsela e suonarsela da soli, a darsela di gomito, a dire vedi come siamo stati belli forti, quasi da podio, quasi a livello. Senza mai però esserlo per davvero, restando anzi a debita distanza dai primi.

Perché, e questo è un dato obiettivo, se è vero che il Cavallino può sorridere per i 25″ rifilati alla McLaren ad Austin, allo stesso modo non deve ignorare i 50″ presi dai primi due sotto la bandiera a scacchi. La Fiducia, con la effe maiuscola, che la Scuderia merita si fonda sulla capacità di rialzarsi dopo il disastroso 2020, sull’efficacia degli sviluppi  e sulle potenzialità che si intravedono sotto il fronte PU, il grande tallone di Achille dell’ultimo biennio. Ma tutto ciò non giustifica toni entusiastici per un mero piazzamento.

La Ferrari in questo 2021 ha dimostrato, comunque andrà a finire la lotta tra poveri con la Macca, di saper lavorare, saper migliorare, e sapere mantenere le aspettative. Tutto il resto è un foglio bianco su cui disegnare una monoposto dai concetti tutti nuovi il che, volendo, è anche un vantaggio. Perché se i regolamenti fossero stati ancora questi, difficilmente il quarto posto di Austin sarebbe diventato vittoria in pochi mesi. E’ una Ferrari che cresce e che pensa al 2022, ma parlare di grande Ferrari per una medaglia di legno è uno schiaffo in faccia alla storia del Cavallino.

Antonino Rendina


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