Gran Premio del Giappone 2014, Suzuka: Anteprima e Orari del Weekend

Gran Premio del Giappone 2014, Suzuka: Anteprima e Orari del Weekend

Orari

Venerdì 3 Ottobre

Libere 1: 3:00-4:30 (Sky Sport F1 HD)

Libere 2: 7:00-8:30 (Sky Sport F1 HD)

Sabato 4 Ottobre

Libere 3: 4:00-5:00 (Sky Sport F1 HD)

Qualifiche: 7:00 (Sky Sport F1 HD)

Domenica 5 Ottobre

Gara: 8:00   ̶   53 giri   ̶  307,471km (Sky Sport F1 HD)

* tutti gli orari indicati si riferiscono all’Italia: tra Italia e Giappone ci sono 7 ore di differenza.

Diretta:  SKY Sport F1 HD (differita integrale del gran premio su canali Rai: per maggiori informazioni giovedì sera pubblicheremo l’anteprima flash con orari aggiornati)

Gara Precedente

Podio:

Lewis Hamilton: ora che con il conto delle rotture della Mercedes siamo più o meno pari, le sette vittorie dell’inglese si fanno sentire più dei numerosissimi secondi posti del compagno di squadra. Per Lewis è l’apoteosi la serata di Singapore. Una gara in cui non trova Rosberg tra le ruote, una gara da gestire in prima posizione dall’inizio alla fine. Non senza qualche imprevisto, come la Safety Car che lo costringe a forzare oltre ogni limite le gomme supersoft. Quasi parte una rissa radiofonica con il suo ingegnere di pista che lo vorrebbe vedere girare sui cerchi invece di pensare che, anche rientrando secondo dietro a Vettel sarebbe comunque riuscito a passarlo facilmente con gomme fresche. Fortunatamente gli pneumatici tengono e l’inglese riesce a chiudere in tranquillità la gara e a portarsi finalmente al primo posto della classifica piloti. Classifica sempre più stretta, e probabilmente anche senza i doppi punti all’ultima gara, il mondiale si protrarrà fino a quel di Abu Dhabi.

Sebastian Vettel: Saranno le voci che lo vorrebbero in Ferrari a breve ad avergli dato la velocità per arrivare sul podio? In realtà la gara di Sebastian è ben poca cosa rispetto a quello che faceva vedere su questa stessa pista appena un anno fa. Infatti il pilota tedesco ha semplicemente gestito i propri pneumatici rischiando anche nel finale di perdere la posizione nei confronti di Ricciardo e Alonso. Che dire poi della Safety Car che gli ha permesso di fare ripiombare dietro di sé il pilota spagnolo della Ferrari. Ora, anche se non per le prime due posizioni della classifica, si prospetta una bella battaglia tra Alonso e Vettel per la medaglia di legno della classifica generale.

Daniel Ricciardo: Una delle poche volte in cui Daniel ha concluso alle spalle del proprio compagno di squadra. La gara di Daniel è sì consistente, tuttavia è sembrata un po’ spenta dal punto di vista dello spunto personale. È rimasto per tutta la durata della corsa alle spalle del suo compagno di squadra, incapace di avvicinarsi per sorpassarlo. Di certo questo podio è la dimostrazione della costanza di rendimenti dell’australiano, ma forse anche la conformazione del tracciato gli ha impedito di effettuare degli ottimi sorpassi. Solo una certezza è emersa dal weekend delle due Red Bull: il sapere di essere più lenti nel passo gara delle Ferrari, certezza non del tutto rassicurante.

1 Top:

Jean-Eric Vergne: è chiaro e lampante e lo abbiamo già visto in passato. Quando un pilota non ha più un sedile per la successiva stagione, oltre che a farsela sotto alla grande, tira fuori il meglio di sé nelle gare che restano fino alla fine della stagione. E così ha cominciato a fare il francese della Toro Rosso, che in un solo weekend umilia letteralmente il proprio compagno di squadra e va a prendersi dei punti importantissimi. Si tiene dietro anche personaggi del calibro di Hulkenberg, Raikkonen e Bottas. Le stradine strette di Singapore depongono a favore del francese che forse meriterebbe veramente un’altra chance in Formula 1. Ma avesse fatto vedere costantemente questi risultati, sicuramente l’avrebbe avuta.

1 Flop:

Valterri Bottas: Fuori dalla zona punti per colpa di una scellerata strategia di gara. Uno zero che potrebbe costare veramente caro al finlandese e alla Williams. Il muretto gli chiede troppo. Fare così tanti giri con lo stesso treno di gomme lo porta a girare praticamente sui cerchi, e all’ultimo giro viaggia talmente piano che sembra abbia una foratura. I rischi a volte pagano e altre volte no.

Circuito

Nome: Suzuka Circuit

Luogo: Suzuka, Giappone

Costruzione: Il tracciato di Suzuka fu inizialmente costruito all’interno di un Luna Park di proprietà della Honda, e sarebbe dovuto funzionare solamente come circuito per i test della casa giapponese. Negli anni ’80, però, la FIA decise di inserirlo nel calendario di Formula 1, e così divenne una delle piste più tecniche del campionato, nonché l’unica ad avere la tipica conformazione a otto.

Distanza a giro: 5,807km

Numero di curve: 18

Senso di marcia: conformazione a 8

3 Migliori Parti: Le curve 3, 4, 5, 6: sono le tipiche “S” di Suzuka, le quali rendono questo tracciato l’Università della Formula 1. Si tratta di una parte molto tecnica del tracciato, dove anche il minimo errore costa carissimo, dato che si protrae fino alla fine di questa sequenza di pieghe. La traiettoria è fondamentale, ma bisogna anche riuscire a mantenere un’elevata velocità di percorrenza per riuscire a fare la differenza. Curva 15: la cosiddetta 130R, è una velocissima curva verso sinistra da affrontare in settima marcia a oltre 300km/h. si tratta probabilmente della curva più spettacolare del tracciato. Curve 16 e 17: la famosa chicane del triangolo, teatro ti numerosissimi sorpassi e altrettanti incidenti, è un punto strategico per attaccare un rivale, in quanto si tratta di una violenta staccata appena successiva a un lunghissimo tratto da fare a gas spalancato.

Stress Meccanico: L’estrema varietà del tracciato giapponese impegna appieno le coperture lungo tutto il giro. Vi sono sia sollecitazioni longitudinali, che, forse in misura maggiore, sollecitazioni trasversali. Tutto ciò fa aumentare velocemente la temperatura degli pneumatici e ne determina un notevole degrado. L’impianto frenante non è sollecitato eccessivamente, e viene utilizzato solamente il 10% del giro: le curve ad alta velocità comportano un leggero utilizzo del pedale del freno da parte del pilota.

Scelta Gomme: P ZERO ORANGE HARD e P ZERO WHITE MEDIUM.

Zona DRS: sul rettilineo principale, tra la curva 18 e la curva 1 con detection point appena prima della curva 16.

Edizioni Precedenti

Ultime 3 Edizioni:

Edizione 2011: a Sebastian Vettel (RBR – Renault) manca un solo punto per potersi aggiudicare il secondo titolo mondiale, unico suo rivale è Jenson Button (McLaren – Mercedes) che dovrebbe vincere tutte e cinque le gare rimanenti per avere chance di titolo e sperare che Vettel non vada a punti. Di fatto le prove libere sono dominate in tutte e tre le sessioni dal pilota britannico, che però in qualifica non riesce a reggere il confronto con il pilota tedesco, il quale conquista la sua ventisettesima pole anche se solo di 9 millesimi di secondo. Seguono poi Lewis Hamilton con l’altra McLaren, le due Ferrari di Massa ed Alonso, Mark Webber, Kamui Kobayashi, Michael Schumacher, Bruno Senna e Vitalij Petrov con le due Renault. Gara: Button tenta sin da subito di insidiare il leader della corsa ma viene prontamente chiuso ed è passato da Hamilton. Pochi giri dopo quest’ultimo è afflitto da una foratura e deve rientrare ai box, dietro seguono Alonso e Massa, Webber, Schumacher e le due Force India di Sutil e Di Resta. Al ventesimo giro le due Red Bull rientrano contemporaneamente ed i meccanici compiono un miracolo facendo in breve tempo entrambi i cambi gomme, ma per questo errore Vettel deve cedere il primo posto a Button. Un giro più tardi è contatto tra Massa ed Hamilton in un tentativo di sorpasso da parte del britannico: dall’ala anteriore della vettura di Maranello si staccano dei detriti, si opta per l’entrata della safety car. Al 34° passaggio Vettel va al cambio gomme ma la strategia si rivela erronea ed è passato anche da Alonso. Le tre posizioni non cambiano fino al termine e così Sebastian Vettel diventa il più giovane bi-campione del mondo della storia della Formula Uno.

Edizione 2012: alla vigilia del Gran Premio Michael Schumacher annuncia il suo ritiro definitivo dalle corse di Formula Uno e la Mercedes ingaggia Lewis Hamilton al suo posto per la stagione seguente, oltre a Niki Lauda come super – consulente. Venerdì: nelle due sessioni di prove libere si impongono rispettivamente  Jenson Button (McLaren – Mercedes) e Mark Webber (RBR – Renault). Il sabato invece Sebastian Vettel fa segnare prima il miglior crono la mattina, poi conquista la pole position davanti al compagno di squadra. Gara: scattano bene i primi cinque mentre dietro Fernando Alonso e Nico Rosberg sono costretti al ritiro per ragioni diverse: una foratura il primo, un incidente il secondo. Grosjean e Webber devono rientrare ai box per cambiare il musetto in seguito ad un contatto causato dal francese. Mentre entra la safety car per far spostare le vetture la situazione vede ora Kobayashi su Sauber in seconda piazza dietro a Vettel, terzo Jenson Button. Alla ripartenza Sergio Pérez tenta l’attacco su Hamilton per la sesta piazza ma finisce in testacoda e deve ritirarsi. Dal 14° giro in poi cambio gomme per tutti, dove a giovarne è Felipe Massa su Ferrari che dalla quarta posizione è ora secondo. Le posizioni non variano fino alla fine dei 53 giri previsti e Vettel va a vincere ottenendo il Grand Chelem (pole, vittoria, giro veloce e sempre in testa alla corsa) davanti a Felipe Massa ed uno strepitoso Kamui Kobayashi che nel finale riesce a resistere agli attacchi di un arrembante Button, esprimendo tutta la sua gioia sul podio di casa.

Edizione 2013: nelle prime prove libere del venerdì si mettono subito in luce le due Mercedes, con Lewis Hamilton che precede Nico Rosberg e Sebastian Vettel (RBR – Renault). Nella seconda sessione è invece il tedesco della Red Bull ad imporsi sul compagno di squadra Mark Webber e su Rosberg. Il sabato mattina nelle FP3 Mark Webber fa registrare il miglior crono davanti alle due monoposto della casa dalla stella a tre punte. L’australiano riesce poi a strappare anche la pole position nel pomeriggio, battendo il compagno di squadra, la prima per lui in stagione e dodicesima in carriera. Gara: prima dello schieramento viene rispettato un minuto di silenzio per la scomparsa di Maria de Villota, collaudatrice Marussia, molti piloti hanno un suo ricordo sul casco. Al via le vetture di Milton Keynes scattano male ed è Romain Grosjean su Lotus a prendere il comando, mentre Hamilton tocca l’ala di Vettel forando la posteriore destra e sarà poi costretto al ritiro. Dal 10° passaggio al 14° cambio gomme per i primi, con Nico Hülkenberg (Sauber – Ferrari) che riesce a superare il duo Ferrari. Al 19° giro Alonso passa prima Massa e poi Daniel Ricciardo (Toro Rosso). Grosjean è ancora al comando e così Webber cambia strategia andando per le tre soste e facendo passare Vettel secondo. Il tedesco comincia a spingere ed al 41° giro riesce a guadagnare la testa della corsa; grazie al terzo cambio gomme anche Webber ha la meglio sul francese facendo segnare doppietta in casa Red Bull.

Migliore Edizione Per Gli Autori:

Edizione 1976: un’edizione particolare, indimenticabile e che recentemente tutti gli appassionati hanno potuto rivivere grazie al film “Rush”.  Dopo l’incidente di Niki Lauda al Nürburgring, Hunt recupera lo svantaggio nei suoi confronti, portando così all’ultima gara la decisione su chi sarà il campione del mondo.  Il sabato la sessione di qualifiche vide Mario Andretti su Lotus conquistare la pole position davanti ad Hunt e Lauda. Dopo che un forte acquazzone si abbatté sul circuito durante la domenica molti piloti chiesero l’annullamento della gara (tra cui Lauda ed Hunt), ma Bernie Ecclestone e gli organizzatori decisero di posticipare di un paio d’ore la partenza, obbligando tutti a correre, seppur in condizioni estreme date dal poco drenaggio dell’asfalto e dalla bassa visibilità portata dalle nuvole. Proprio per questo motivo dopo solo due giro Lauda, partito tra l’altro male, preferì ritirarsi, non volendo rischiare la propria vita una seconda volta, per di più nella stessa stagione. Gli occhi quindi furono puntati tutti su Hunt e la sua McLaren: in testa alla corsa dovette rallentare a causa del degrado delle gomme, colpito inoltre da una foratura a soli quattro giri dal termine fu costretto a rientrare ai box. Rientrato in quinta piazza, riuscì a rimontare sino al gradino più basso del podio – dietro ad Andretti e Depailler, vincendo il suo primo ed unico titolo mondiale.

Migliore Edizione Per I Lettori:

Edizione 2000: dopo ben ventuno anni la Ferrari potrebbe rivedere il titolo piloti tornare a casa. Michael Schumacher deve vedersela con l’eterno rivale Mika Hӓkkinen su McLaren – Mercedes, che nelle due annate precedenti aveva portato a casa l’iride. Nelle qualifiche del sabato i due per ben cinque volte si battono a suon di giri veloci ma alla fine è Schumacher a spuntarla con il tempo di 1’32’’825, 9 millesimi di secondo più veloce del finlandese. Per poter tenere aperte le speranze di vittoria Mika dovrebbe necessariamente vincere per portare all’ultima gara il duello. Domenica: al via la McLaren del finlandese sopravanza la Ferrari cercando subito di fuggire ma Michael non molla: la concentrazione di pubblico e telecamere è tutta concentrata su di loro, i quali girano ad un ritmo superiore a quello del resto del gruppo, portano le loro monoposto ad un altro livello, quasi mistico. Al ventesimo giro Hӓkkinen è il primo a rifornire imitato due tornate più tardi da Schumacher, che non riesce a sopravanzarlo. Al 35° passaggio comincia a piovere e la Ferrari ha un assetto migliore, riuscendo pian piano a rosicchiare il distacco. Al 37° giro rientrò la McLaren per rifornire ed al quel punto Schumacher fa segnare tre giri molto veloci prima di rientrare anch’egli ai box per il pit stop. Al suo rientro infatti si trova davanti al rivale e mantiene il controllo della gara fino ai tredici giri mancanti, durante il quale tutti i tifosi del Cavallino Rampante sono in apnea, tagliando finalmente per primo la bandiera a scacchi e vincendo quel titolo che alla casa di Maranello mancava dal 1979 con Jody Scheckter. Terzo giunge David Coulthard con l’altra McLaren a completare il podio.

Pronostici di F1GrandPrix.it

C’è aria di rivincita da parte di Rosberg, che vorrà riprendersi la vetta del mondiale dopo i fatti di Singapore: vedremo se il “Patto della Concordia” Mercedes reggerà questa volta. In una pista che presenta tratti misto – veloci le Red Bull potrebbero far valere ancora una volta il potenziale aerodinamico, lottando con Williams. Dietro seguirebbero Ferrari, McLaren e Force India, scuderia quest’ultima che a Singapore con Pérez ed Hülkenberg sembrava rivitalizzata. Come sempre diamo un’incognita, rappresentata dalla prima curva dove i piloti arriveranno ad alta velocità. Anche qui i colpi di scena potrebbero non mancare.

RECORD

Giro prova: 1:28.954 – M Schumacher – Ferrari – 2006
Giro gara: 1:31.540 – K Raikkonen – McLaren Mercedes – 2005
Distanza: 1h23:53.413 – F Alonso – Renault – 2006
Vittorie pilota: 6 – M Schumacher
Vittorie team: 9 – McLaren
Pole pilota: 8 – M Schumacher
Pole team: 9 – Ferrari
Migliori giri pilota: 4 – M Schumacher
Migliori giri team: 8 – McLaren, Williams
Podi pilota: 9 – M Schumacher
Podi team: 25 – McLaren

Albo d’oro

  1. 1976 M Andretti – Lotus Ford
  2. 1977 J Hunt – McLaren Ford
  3. 1987 G Berger – Ferrari
  4. 1988 A Senna – McLaren Honda
  5. 1989 A Nannini – Benetton Ford
  6. 1990 N Piquet – Benetton Ford
  7. 1991 G Berger – McLaren Honda
  8. 1992 R Patrese – Williams Renault
  9. 1993 A Senna – McLaren Ford
  10. 1994 D Hill – Williams Renault
  11. 1995 M Schumacher – Benetton Renault
  12. 1996 D Hill – Williams Renault
  13. 1997 M Schumacher – Ferrari
  14. 1998 M Hakkinen – McLaren Mercedes
  15. 1999 M Hakkinen – McLaren Mercedes
  16. 2000 M Schumacher – Ferrari
  17. 2001 M Schumacher – Ferrari
  18. 2002 M Schumacher – Ferrari
  19. 2003 R Barrichello – Ferrari
  20. 2004 M Schumacher – Ferrari
  21. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes
  22. 2006 F Alonso – Renault
  23. 2007 L Hamilton – McLaren Mercedes
  24. 2008 F Alonso – Renault
  25. 2009 S Vettel – Red Bull Renault
  26. 2010 S Vettel – Red Bull Renault
  27. 2011 J Button – McLaren Mercedes
  28. 2012 S Vettel – Red Bull Renault
  29. 2013 S Vettel – Red Bull Renault

 

Andrea Villa, Matteo Bramati.

Fonti: Brembo, Pirelli.

 

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