Sainz perfetto e la Ferrari ha corso di squadra, ogni polemica è superflua
Leclerc da grande team player si è messo al servizio del compagno. Sui social e dai media troppe chiacchiere inutili
Singapore è stata la gioconda di Carlos Sainz, il suo personale capolavoro. Per velocità, determinazione, ritmo, astuzia, freddezza, Sainz è stato di gran lunga il migliore sull’atipico stradale asiatico, vero e proprio Matador nel solco del mentore Fernando Alonso che nel 2010 corse una gara di medesima intensità tenendosi alle spalle l’arrembante Sebastian Vettel.
Corsi e ricorsi storici, con un Sainz calato perfettamente in questa rivista SF-23 che sembra sposare perfettamente le sue doti di guida, una macchina neutra, anche sottosterzante, che lo spagnolo preferisce rispetto alla monoposto puntata all’anteriore del 2022, con la quale bisticciava.
Il resto ce lo sta mettendo Carlos, che passista e consistente lo è sempre stato, ma che stiamo scoprendo anche a proprio agio sul giro secco; le due pole position consecutive non mentono. Ma il tripudio di Singapore è anche e soprattutto una vittoria di squadra, perché mai come stavolta la Ferrari ha pensato e ragionato sfruttando nel modo migliore entrambi i suoi piloti. Una rondine non fa primavera e una vittoria non salva una stagione, ma per una domenica abbiamo quantomeno assistito ad una Rossa che ha corso con orgoglio, prestazione, preparazione e intelligenza.
La scelta pragmatica, drastica, ma indovinata è stata sacrificare sin dalla partenza la gara di Leclerc in funzione di quella di Sainz. Charles ha approcciato la sua domenica da vero e proprio gregario che doveva proteggere (verbo utilizzato dallo stesso Charles nel dopo gara) il capitano scelto. Sin dalla partenza, con la scelta penalizzante di partire con la gomma più morbida, utile a scavalcare Russell, per poi mettersi su un passo gara che rallentasse il gruppo.
E Leclerc da grande uomo squadra ha fatto il suo sporco lavoro, senza una rimostranza, senza una lamentela, da pilota maturo e consapevole che la gerarchia non l’ha decisa Vasseur per un suo capriccio, ma l’aveva stabilita il cronometro, durante le qualifiche.
Sainz è stato favoloso, correndo ad un livello altissimo, e Leclerc non è stato alla sua altezza, ma questo non giustifica né le polemiche social su veri o presunti trattamenti di favore – ipotesi smentita dallo stesso Charles che ha spiegato come fosse tutto pianificato – né fiumi di parole su presunti ribaltamenti di gerarchie, di crisi del monegasco, o di ridimensionamento dello stesso.
In un mondo nel quale troppi perdono il loro tempo a parlare di tutto e di tutti sui social, in una giungla nella quale devono saltare da una liana all’altra anche nobili organi di informazione (per non morire) siamo costretti a dover leggere sentenze di Cassazione ad ogni gara, come se sorbirci giudizi definitivi e drastici fosse una condanna inevitabile. Manca del tutto una narrazione equilibrata degli eventi.
La Ferrari ha corso da squadra e non ha sbagliato nulla, vincendo il GP con il pilota che si era messo in condizioni di farlo, e sfruttando l’altro in appoggio. Bravo Sainz, brava Rossa e bravo Leclerc. Basterebbe scrivere questo, ma forse non genererebbe abbastanza “traffico”.
Antonino Rendina
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui