Pagelle GP Azerbaijan: Vettel e Hamilton perdono la bussola, spiccano gli outsider
La gara di Baku riserve sorprese e promuove a pieni voti le seconde linee del Circus...
E’ stato un GP d’Azerbaijan pazzo, intenso, pieno di colpi di scena, che ha tenuto gli spettatori incollati allo schermo e che, a dispetto dei pronostici della vigilia, si merita un voto alto (8,5) nonostante la singolarità del tracciato e la non perfetta solerzia dei commissari di gara.
Daniel Ricciardo 10 E non potrebbe essere altrimenti se dopo il primo giro la gara sembra già compromessa, e invece dopo la maratona azera vai a cogliere il quinto successo in carriera, in uno dei GP più folli degli ultimi anni. Al primo giro è già ai box (causa detriti), da lì inizia la rimonta per la zona punti, poi è fantastico nel triplo sorpasso a Hulkenberg e alle due Williams all’ultima ripartenza. E’ il momento in cui il simpatico australiano ipoteca il quarto podio consecutivo, poi diventato splendido trionfo grazie alle sfortune altrui. Ma lui era lì e regala la prima vittoria stagionale alla Red Bull. DI RINCORSA
Valtteri Bottas 8 Il secondo posto dal fondo, dopo aver perso anche un giro all’inizio, è un risultato stratosferico, ancora più inebriante per come è arrivato, in volata sul traguardo. Ma sul giudizio pesa l’entrata sballata in curva due su Raikkonen, che rovina la gara del collega finlandese. Probabilmente meritava una penalità, per il resto la sua gara è impeccabile. GRAZIATO
Lance Stroll 9 Sul podio – il primo in carriera all’ottava gara – beve dalla scarpa di Ricciardo, perché la sua era piena di sassolini da togliere. Un fine settimana che è la risposta definitiva a tutti noi che l’avevamo criticato o canzonato. Sarà anche un “figlio di papà”, avrà avuto la strada in discesa, ma poi in pista ci devi andare, nell’abitacolo sei tu, la vettura e gli avversari, e Stroll, dopo la buona prestazione di Montreal, a Baku fa ancora meglio. Precede in qualifica Massa, si esalta su un circuito che manda al manicomio più esperti colleghi, e alla fine gestisce un podio insperato. E fa niente che perde sul traguardo la piazza d’onore scendendo di un gradino. GIU’ IL CAPPELLO
Sebastian Vettel 4 Come la posizione in qualifica e al traguardo, ma in realtà il risultato sportivo è da incorniciare, perché con le sue qualità immense – un passo gara monstre – riesce a battere Hamilton dopo il lungo duello rusticano, guadagnando due punti in classifica. Ma un pilota di classe e spessore come lui, non può cadere ingenuamente nell’altrui provocazione, perdendo la trebisonda e mettendo a rischio punti pesantissimi in un campionato così tirato. La reazione alla scorrettezza di Hamilton è della peggior specie, risolvendosi in un gesto esecrabile, una ruotata deliberata e istintiva, benché innocua, che non rende onore alla grandezza del nostro. VENA CHIUSA
Lewis Hamilton 4 Ci dispiace che il “nuovo Senna”, anche quando domina meritatamente il fine settimana con una guida spettacolare, riesca a macchiare la propria prestazione con comportamenti gratuitamente sleali, portando il duello iridato in una dimensione gretta, infantile, sciocca. Il tentativo di far innervosire Vettel frenandogli in faccia – nemmeno stessimo nei peggiori kartodromi di Caracas – riesce alla grande. Per la FIA è tutto regolare, ma il comportamento dell’inglese, pur rientrando nei limiti del regolamento, rimane scorretto. La ciliegina sulla torta, poi, è la mezza richiesta al team di sacrificare Bottas per agevolargli il sorpasso su Sebastian. Lewis è l’altra faccia della medaglia del duello iridato, lui e Seb troppo nervosi e fuori controllo. PROVOCATORE
Esteban Ocon e Sergio Perez 7 Dopo gli screzi canadesi continua la lotta fratricida in casa Force India. I due diavoli corrono in tandem, si marcano, si mordono le caviglie, fino all’inevitabile contatto in curva due, dove a rimetterci (perdendo probabilmente un podio meritato) è Checo Perez, con il giovane talentino Esteban Ocon che ne rileva la posizione, prima di scivolare al sesto posto, infilato da Bottas, Vettel e Hamilton. E’ un peccato per il team perdere punti così perché i il gatto francese e la volpe messicana sono velocissimi. DERBY INFUOCATO
Kevin Magnussen 7,5 Ad un certo punto soffre di veritigini, toccando un mano un podio dal sapore di impresa. Rientra nei ranghi e chiude settimo, ma il suo è un fine settimana concreto e positivo. Dodicesimo in griglia, sin dall’inizio in zona punti, autore anche di bei sorpassi. PROMOSSO
Carlos Sainz 7 Finalmente un po’ di pace dopo il nervosismo delle ultime settimane. Al primo giro va in testacoda per evitare il compagno Kvyat, da lì parte un’ottima rimonta fino all’ottava posizione finale. Ritorna in zona punti dopo il brutto errore in Canada. SODDISFATTO
Fernando Alonso 7,5 Sorpassa e non è più solo sorpassato, parte e vede il traguardo senza immergersi nella coltre di fumo del motore Honda. Serviva una gara folle e caotica per ritrovarlo in zona punti, al nono posto, combattivo ed ispirato come al suo solito, sarcastico – sempre – come quando comunica via radio al team che con un altro motore il risultato sarebbe stato ben più importante… NON E’ PIU’ AZERO
Pascal Wehrlein 7 Riesce a qualificarsi per la Q2 e chiude al decimo posto, portando un punticino alla cenerentola Sauber. Nell’indifferenza generale una gran bella prova del tedesco di proprietà Mercedes. CONSISTENTE
Marcus Ericsson 6 Coltiva sogni di gloria e spera di poter aver ragione di Wehrlein, finendo lui in zona punti. Ma non ha il ritmo del compagno di squadra e non può far altro che limitarsi a seguirlo, dopo aver rischiato anche il patatrac in un pericoloso ruota a ruota tutto in famiglia. BLOCCATO
Stoffel Vandoorne 6 Sebbene non al livello di Alonso, guida discretamente per tutto il fine settimana. Dopo la bandiera rossa non ha lo spunto per attaccare le due Sauber e arpionare una zona punti soltanto accarezzata. Chiude a due secondi e mezzo dal decimo posto. SI DIFENDE
Romain Grosjean 5 Mentre il compagno fa faville lui viaggia malinconicamente a centro gruppo, alle prese con una monoposto che non gli dà fiducia e tormentato dai soliti problemi e dubbi sull’impianto frenante. MESTO
Kimi Raikkonen 6 Limita i danni in qualifica (terzo), e si fa trovare pronto in partenza, costruendo un bel sorpasso su Bottas. Ma il connazionale della Mercedes lo sperona danneggiandogli parte del fondo. Riesce a continuare, ma poi fora la gomma posteriore sinistra sui detriti delle Force India e la sua gara praticamente finisce lì. La sua Baku è un calvario, ma lui a conti fatti ha poche colpe. PAOLINO PAPERINO
Felipe Massa 6,5 A causa di un problema tecnico a metà gara è costretto a guardarsi dal muretto un podio che poteva essere suo, anche se il ragazzino canadese inizia a farsi vedere negli specchietti, e lo ha battuto in qualifica…CAMPANELLO D’ALLARME
Nico Hulkeneberg 5 Getta alle ortiche la possibilità di conquistare un piazzamento importante con un errore di guida non da lui. Peccato perché dopo la qualifica deludente in gara si stava difendendo alla grande…SPRECONE
Max Verstappen 7 Sbaglia pochissimo, non fa casini, sembra pronto davvero. Lui, non la monoposto numero 33, che lo lascia a piedi ormai una gara sì e l’altra anche. TORMENTATO
Jolyon Palmer 6 Il pilota inglese, il cui sedile vacilla sempre di più, non è di fatto giudicabile. Afflitto da continui problemi tecnici sulla sua Renault R.S. 17, salta le qualifiche e si ritira dopo sole sette tornate. VOTO D’UFFICIO
Daniil Kvyat 6 Un altro pilota che ha un credito grande così con la dea bendata. Ci mette l’impegno, il piede, riuscendo a stare davanti a Sainz in qualifica, ma è costretto al ritiro dopo pochi giri. PERSEGUITATO
Antonino Rendina
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