McLaren, Button: “Nel complesso non c’è pilota migliore di me”
Il pilota inglese pensa di essere un pilota completo sia in pista che fuori dal tracciato
Potrebbero sembrare parole di un pilota affetto da delirio di onnipotenza, mentre le dichiarazioni di un veterano intelligente come Jenson Button vanno centellinate e pesate.
Il pilota inglese della McLaren, in Formula 1 dall’ormai lontano 2000, quando esordì da ragazzino sulla Williams stupendo il Circus per approccio e velocità, ha spiegato come per durare a lungo in F1 bisogna curare non solo l’aspetto tecnico e sportivo della professione, ma anche quello umano e relazionale, comportandosi di conseguenza con sponsor e addetti ai lavori.
“Se un pilota non riesce a cambiare atteggiamento quando toglie il casco allora ha un punto debole – ha dichiarato Jenson in un’intervista rilasciata a Damon Hill per Sky Sports – Quando sali in monoposto è giusto dare il tutto per tutto ed essere agguerriti, e sono certo di essere estremamente professionale e motivato durante il fine settimana. Quando sei fuori l’abitacolo però devi avere un approccio diverso, altrimenti gli sponsor non vogliono più lavorare con te e la carriera sarà molto breve. Bisogna saper collaborare e piacere ai finanziatori del nostro sport. I tanti ragazzi che corrono oggi in F1 devono imparare in fretta quest’aspetto della professione. Bisogna essere completi come piloti, sia dentro che fuori la vettura, e io credo che nel complesso non ci sia pilota migliore di me”.
Button parla con una punta d’orgoglio della sua longevità agonistica, criticando velatamente alcuni atteggiamenti dei giovani esordienti, forse poco avvezzi a curare i rapporti con gli sponsor. Per Button essere pilota è un lavoro molto più complesso e sfaccettato del semplice guidare la monoposto, un lavoro vissuto e interpretato a 360°.
Antonino Rendina
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