Le Pagelle del Gran Premio del Giappone

Voti al Weekend di Suzuka

Le Pagelle del Gran Premio del Giappone

NICO ROSBERG 10

Ancora una volta, ancora lui. Nona volta quest’anno sul gradino più alto del podio, e forse questa è tra le più importanti vittorie della sua carriera. Conquista la terza pole di fila su questo tracciato per davvero un soffio sul suo compagno di squadra, ma sono proprio quei tredici millesimi a consegnargli su un piatto d’argento la possibilità di portarsi a ben 33 lunghezze da Hamilton. Gestisce la gara da vero calcolatore dal primo all’ultimo giro senza mai forzare troppo il ritmo ma mantenendosi cautamente ad una distanza di sicurezza dal secondo. Che giocare a carte con Stella Bruno porti davvero fortuna?

MAX VERSTAPPEN 9.5

Questa volta i ruoli tra lui e il suo compagno di squadra si invertono sia sulla griglia di partenza che al traguardo. Max scatta bene dalla terza posizione passando Hamilton in pochi metri e mettendosi alla caccia della Mercedes al primo posto. Favorito dall’essere parecchio avanti in classifica, al rientro dai suoi due pit trova poco traffico in pista e riesce a minimizzare il tempo perso nelle soste. Accusa un alto degrado degli pneumatici lungo tutta la corsa ma alla fine, braccato da Hamilton riesce ancora una volta a mettere in atto una difesa da vero talento chiudendo la porta in faccia al tricampione Inglese.

LEWIS HAMILTON 5.5

Continua il periodaccio del campione in carica, che, vistosi soffiare sotto il naso la pole position, la domenica deve affrontare una partenza davvero scomoda sul lato umido della pista. Il suo scatto è una catastrofe. Da secondo cade in ottava posizione con la prospettiva ormai di arrivare al meglio secondo. Durante il primo stint su gomme soft non trova il ritmo e rimane per parecchi giri alle spalle di Raikkonen. Grazie ad un tempismo perfetto nei suoi pit riesce a risalire in terza posizione andando a braccare Verstappen negli ultimi giri. Aspetta fino alla fine il momento buono, forse per dare più spettacolo o per non rischiare di consumare troppo le sue gomme. Ci prova alla chicane del triangolo ma Max dice No! Ed è meglio finire lunghi e in terza posizione che nella RB dell’olandese con un bel DNF in classifica.

SEBASTIAN VETTEL 8

Il tedesco della Ferrari, ripresosi dal Black Out della Malesia torna a dare spettacolo in Giappone. Nei primi giri della gara sembra davvero abbia il fuoco nelle vene. Sorpassa a ripetizione senza DRS e in posti impensabili. Nello stint su gomme dure trova un ottimo ritmo e pian piano recupera decimi su decimi ad ogni giro su Verstappen. Purtroppo ancora una volta ci si mette il muretto Ferrari a rovinare tutto. In radio gli dicono di rimanere fuori più a lungo rispetto agli altri, invece di copiare loro strategia – cosa che gli avrebbe garantito sicuramente un terzo se non un secondo posto – perdendo però così più di un secondo a giro su tutti, per poi montare gomme soft che, fenomeno prevedibile anche dal divano a casa, dopo una decina di giri si sarebbero andate a deteriorare. Infatti dai 13 secondi di vantaggio che aveva su Hamilton dopo il primo pit, arriva al traguardo con un ritardo di 14. Sveglia Ferrari, Sveglia!

KIMI RAIKKONEN 8

Uno si addormenta la sera pensando che almeno una Ferrari partirà terza, poi si sveglia e scopre che invece niente, si parte ottavi e già si demoralizza. Non oso immaginare Kimi. La quinta piazza finale, visto l’andamento della gara e il ritmo di quelli davanti era onestamente il miglior risultato sperabile. Kimi questa volta non si perde via nella solita gara da pennichella come molte volte capita, invece combatte in numerosi duelli, con manovre anche notevoli, ma il tutto è dovuto al traffico trovato al rientro in pista dopo i suoi due pit, dove puntualmente riusciva a metà schieramento. Sicuramente dalla terza piazza avrebbe potuto dire la sua in maniera decisamente più rilevante.

DANIEL RICCIARDO 5

Finisce in ombra il suo nome questo weekend. In costante lotta con Ferrari e Force India nella prima fase di gara, Daniel si ritrova in mezzo al traffico dopo il primo pit perdendo il trenino dei primi. Tuttavia questa domenica l’australiano non sembrava proprio avere il ritmo per stare davanti, e infatti, alla fine taglia il traguardo chiudendo il gruppo delle migliori vetture.

SERGIO PEREZ 7.5

Come in Malesia Sergio è protagonista di un’ottima partenza nei primi metri, dove riesce a portarsi addirittura in terza posizione. Subito dopo pochi giri, però, deve difendersi dalle Ferrari e dalle RedBull, che quest’oggi avevano decisamente un passo migliore. Nella sua strategia a due soste affronta due bei duelli con le due Williams, e in entrambe le occasioni ne esce vincitore, portandosi al settimo posto sotto la bandiera a scacchi.

NICO HULKENBERG 7.5

Partito dalla nona posizione, si trova in mezzo a qualsiasi battaglia vada in scena nel gran premio. La posizione di partenza non ottimale, infatti, lo costringe a dover lottare con i denti per chiudere la gara anche solo un posto più avanti rispetto alla partenza. Da notare il gran bel sorpasso ai danni di Bottas all’esterno della chicane del triangolo: una mossa necessaria per sorprendere il finlandese che, sul dritto, viaggiava decisamente più veloce di Nico.

FELIPE MASSA 6.5 & VALTTERI BOTTAS 6.5

Una gara di pazienza quella delle due Williams, che, non approdate alla Q3, optano per una strategia alternativa partendo con le gomme medie. La partenza non è delle migliori, e tutti e due i piloti perdono due posizioni proprio a causa della differenza di mescole rispetto agli altri piloti. La loro tattica è quella di effettuare una sola sosta, passando da Medie a Dure, risparmiando i 22 secondi di passaggio nella corsia dei Box. Questo però comporta uno stress elevato per le gomme medie e il ritmo dei due si alza rapidamente, lasciandoli alla mercè dei piloti più veloci. Alla fine non riescono nel loro obiettivo di rimanere davanti alle due Force India ma ad ogni modo entrano entrambi nella zona punti.

ROMAIN GROSJEAN 5.5

Partito nella Top Ten fatica subito a tenere il ritmo nel primo stint su soft. Si ferma ai box tra i primi e una volta montate le gomme Hard ritrova un buon ritmo ma ormai il danno è fatto. Recupera qualche posizione ma non abbastanza da arrivare nella zona punti. Grande delusione dopo la bella qualifica del sabato pomeriggio.

JOLYON PALMER 7.5

Un’altra prestazione degna di nota per Palmer all’interno del team. Da due gare a questa parte sembra essere rinato dopo una lunga parte della stagione in cui i suoi risultati rischiavano di mettere in forse la sua partecipazione agli ultimi Gran Premi. Partito sedicesimo, l’inglese risale piano la classifica limitatamente alle posizioni che competono alla Renault. Avvicinandosi il più possibile alla zona punti. Qui a Suzuka nessun ritirato, quindi un dodicesimo posto vale quasi come un piazzamento in top ten per il Team Renault.

DANIIL KVYAT 6

Il pilota russo è il primo dei piloti della scuderia di Faenza a passare sotto la bandiera a scacchi in Giappone. Partito dal tredicesimo posto chiude la sua gara nella medesima posizione, dopo essere risalito all’undicesima piazza al via. Il vero problema della Tororosso risulta essere la velocità di punta, tallone d’Achille per una Power Unit targata 2015 al confronto con gli altri costruttori sempre più avanti con gli sviluppi. La prestazione di Daniil risente molto di questa mancanza che limita le sue già scarse possibilità di rimonta.

KEVIN MAGNUSSEN 6

La Renault decide di diversificare le strategie dei suoi due piloti, facendo partire Kevin – dal sedicesimo posto – su gomme Hard. Il danese fatica molto nella prima parte di gara, soprattutto contro gli avversari su gomme Soft, però risparmia il tempo di una sosta, quando al venticinquesimo giro si ferma a montare le gomme medie per andare fino alla fine. Sfortunatamente il suo passo non è abbastanza veloce da portarlo a rimontare la Tororosso di Kvyat, così alla fine chiude al quattordicesimo posto.

MARCUS ERICSSON 6.5

Anche il pilota svedese adotta una strategia ad una sola sosta cercando di guadagnare posizioni risparmiando tempo ai box. Tutto sommato la strategia gli riesce, trova il giusto passo in entrambi gli stint e non rimane quasi mai impegnato in duelli o confronti che gli avrebbero potuto far perdere tempo. Alla fine guadagna tre posizioni rispetto al via, classificandosi quindicesimo.

FERNANDO ALONSO 6-

Gara anonima della McLaren a Suzuka, dopo i bei piazzamenti di Singapore e Malesia Fernando non può fare altro che guardare in faccia alla realtà. Il tracciato Giapponese è totalmente a sfavore della McLaren. La Mancanza di carico aerodinamico nelle curve veloci si fa sentire per tutto il weekend ed alla fine è già tanto se non gli sia scappato fuori un altro “ahhhhh Gp2 Engine!”.

CARLOS SAINZ JR 5

Affetto dallo stesso problema del suo compagno di squadra, seppur partito bene, una volta effettuata la sosta, lo spagnolo rientra in pista alle spalle delle due McLaren, ma da lì in poi comincia il calvario. Senza velocità di punta Carlos riesce a malapena ad avvicinarsi alle vetture del team di Woking alla fine del rettilineo principale e non riesce affatto a liberarsi di Alonso, commettendo anche un paio di gravi errori causati dalla disperazione. La posizione finale è il ritratto della scarsa potenzialità della macchina.

JENSON BUTTON 5.5

L’n-esimo cambio di Power Unit costringe l’inglese a partire dal fondo dello schieramento – non che la sua posizione di qualifica fosse molto lontana – nel gran premio che si può quasi dire di casa. Dopo un terribile start, dove fa pattinare a lungo le gomme posteriori, raggiunge le due Manor, che però montano gomme Soft, mentre Jenson le Hard. Ci mette un po’ a passarle ma alla fine ha la meglio – almeno sulle due vetture che di solito sono sempre ultime – e può imporre il suo passo. Passo che comunque non è tanto veloce da andare oltre un deludente diciottesimo posto.

FELIPE NASR 5.5

Anche Felipe, sulla stessa strategia di Ericsson, cerca di guadagnare terreno grazie al singolo pit, tuttavia un errore alla curva del tornantino lo costringe a fermarsi prima del previsto a causa di uno spiattellamento. Il secondo stint non va così bene come il primo, e le numerose bandiere blu non gli permettono di mantenere un ritmo costante. Non guadagna e non perde posizioni rispetto alla griglia, ma il diciannovesimo posto non può di certo essere un risultato soddisfacente.

ESTEBAN GUTIERREZ 5-

Una discreta gara rovinata da un banale errore. Il messicano ancora una volta manca inesorabilmente la zona punti, qui dove forse c’era più probabilità di far registrare uno storico risultato. Mentre si trova in mezzo al gruppo a lottare con gomme più fresche commette un errore all’ultima chicane che lo manda in testacoda. Da lì non ritrova più il ritmo e finisce per chiudere la gara in ventesima posizione.

ESTEBAN OCON 6 & PASCAL WEHRLEIN 6

Voti decisamente politici per due piloti che in questo fine settimana sono tornati a rivivere le emozioni che provavano Mehri e Stevens, ossia essere costantemente ultimi. A questo giro non c’è storia, le due Manor non hanno il passo gara e per questo rimangono attardate a chiudere il gruppo.

 

 

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