La Malesia delinea la Formula 1 del 2011
Dopo Melbourne, antipasto dal tracciato atipico, l’attesa della Formula 1 si è spostata sulla Malesia. Tutti, infatti, erano consci del fatto che Sepang, con i suoi lunghi curvoni e una pista ‘normale’, avrebbe dato un’idea più indicativa sulla Formula 1 di questa nuova stagione. E, puntualmente, le risposte sono arrivate. Dopo tanta pioggia attesa e non arrivata, possiamo fare un punto della situazione.
Melbourne ci aveva regalato un assaggio di DRS, il nuovo sistema ‘aumenta-sorpassi’ inventato dalla FIA. In Australia non se n’erano intesi completamente i vantaggi. Ieri, invece, l’applicazione del comando si è mostrata in tutti i suoi effetti.
Qualche sorpasso in più c’è stato, ma noi non ci muoviamo dalla nostra posizione. Il concetto di base di questo dispositivo è antisportivo. In un dato momento della corsa, un pilota può avvantaggiarsi grazie ad un artificio il cui utilizzo è proibito a chi sta davanti. La manovra di sorpasso, che comprende l’avvicinamento, l’affiancamento e il successivo superamento, diventa praticamente un handicap continuo per chi sta, magari meritatamente, davanti. E che, oltretutto, non può difendersi, pena rischiare 20 secondi di penalizzazione o un DT. Chiedere a Lewis Hamilton.
Inoltre, si sono palesati problemi tecnici diversi su alcune vetture. Ne hanno sofferto la Mercedes (a Schumacher pare che l’ala si sia bloccata in posizione alta in qualifica), Alonso e Webber in gara.
Il fatto che possa essere usata continuamente in prova è inutile. Tanto vale non usarla e sgravare i piloti da un bottone in più da premere ogni cinque secondi.
il Kers è niente di più e niente di meno quello del 2009. Stessa applicazione, stesse modalità. Niente di nuovo, insomma. Se ce l’hanno tutti, il vantaggio si annulla. Se a qualcuno non funziona (come a Webber in partenza) sono dolori. Anche qui, sarà stato utile un investimento del genere per sette miseri secondi al giro di utilizzo?
Capitolo gomme. Ambasciator non porta pena, si dice. In Pirelli continuano a dire di aver fatto quanto richiesto dalla Federazione, per contribuire ad avere gare più divertenti. Ma il concetto di divertimento, qual è? Inutile negare che la domenica di Sepang sia stata ricca di avvenimenti, ma questi avvenimenti sono stati più tecnici che sportivi. Ci spieghiamo meglio. Abbiamo assistito a decine e decine di soste ai box, rese necessarie da gomme che si scioglievano come burro. Melbourne, l’avevamo detto, aveva dato un’idea stranamente positiva rispetto ai test, ma il giudizio era rimasto, diciamo, in ‘sospeso’, in attesa di una pista vera e propria, rispetto ad un semicittadino come quello australiano. E, infatti, in Malesia (considerata a priori una delle gare più ostiche dell’anno), le Pirelli sono state tutt’altro che perfette, che se ne dica in giro. Perchè se è vero che la mescola morbida ha rispettato le previsioni di durata, quella dura ha sconvolto i piani di più squadre. La Mclaren ha avuto stint più lunghi con le morbide che con le dure. Hamilton, forse, pensava di arrivare al traguardo con un pit in meno girando il doppio con le Prime rispetto alle Option. Niente da fare, è dovuto rientrare e perdere tempo.
Ovviamente solo a fine anno si potrà stilare un bilancio sulle nuove coperture, ma la scena che si sta delineando è quella di gare troppo condizionate dal fattore gomme. Si auspica che si trovi una soluzione che renda ben definita le differenza di prestazioni e durata tra le due mescole portate in pista, e che venga risolto il problema dei residui imponenti lasciati in pista dalle gomme durante la corsa, che come abbiamo potuto leggere hanno creato anche qualche problema ai piloti (si sono lamentati Vettel e Di Resta): in fase di sorpasso e in termini di veri e propri riccioli di gomma che sono andati a colpire caschi e mani in piena velocità.
Sul fronte prestazioni, gran sorpresa del weekend sono state la Mclaren e la Lotus-Renault. In qualifica, dove la Red Bull è imbattibile dal 2010, Hamilton e Button hanno ridato un po’ di speranza a chi teme un 2010 bis per il team di Chris Horner, andando a lottare per la pole fino all’ultimo giro, in cui però hanno dovuto cedere il passo ad un Sebastian Vettel sempre meno baby e sempre più maturo. Incredibile, comunque, la ripresa della squadra di Woking dopo un precampionato che nulla di buono lasciava presagire. Grande dimostrazione di forza, la loro.
In gara, invece, lo shock iniziale ci è stato regalato dalle due Lotus Renault che, con Heidfeld e Petrov, hanno sopravanzato chi era davanti portandosi entrambi nelle primissime posizioni. La R31 sta dimostando di essere una vettura davvero in gran forma. Il terzo posto di Heidfeld ne è un esempio. Il tedesco ha svolto un lavoro preciso, senza sbavature (sua caratteristica storica) regalando il secondo podio in due gare per il team orfano di Robert Kubica. Petrov, invece, si è perso gradualmente fino all’uscita di pista spettacolare con rottura dello sterzo, che ha suscitato qualche polemica sulla sicurezza.
La Ferrari, nonostante un risultato complessivo non esaltante, può consolarsi con un passo di gara nettamente migliore rispetto a quanto si è visto in prova. Peccato per gli errori, ai box e in pista, che non hanno permesso ad Alonso e Massa di ottenere qualcosa in più. Il Brasiliano è parso in ripresa nonostante una decina di secondi persi ai box per un problema di fissaggio dell’anteriore sinistra. Lo Spagnolo, invece, deve recriminare contro la sua stessa irruenza nella manovra di sorpasso ai danni di Hamilton. Fermo restando che entrambe le penalità inflitte sono assurde.
La Mercedes, infine, è la grande delusione del fine settimana. Al di là dei problemi riscontrati al DRS, sia in qualifica che in gara, mancano assolutamente le prestazioni. Schumacher, autore di un’ottima partenza in cui aveva per un attimo sopravanzato anche Alonso, è stato costretto a soccombere di fronte ad un’evidente lentezza della W02. Rosberg, addirittura, è finito a 20 secondi dal compagno, doppiato. Sembra essere tornati ai tempi della Honda pre-BrawnGP.
Tornando al fattore gomme-usura, questa gara è stata la dimostrazione di come le Pirelli debbano essere trattate con parsimonia. Jenson Button in questo è un vero gentleman, e il silenzioso secondo posto è meritatissimo. Sebastian Vettel, dal canto suo, ha gestito con autorità la prima posizione e dato dimostrazione di grande forza e maturità.
L’unica preoccupazione della Red Bull, attualmente, è il Kers. Tutto il resto, invece, sembra funzionare a dovere e con più affidabilità rispetto al 2010. Nelle prime due gare dell’anno, infatti, Vettel aveva dovuto rinunciare alle prime tre posizioni in Bahrain e alla vittoria in Australia per problemi tecnici. Oggi è primo con bottino pieno. Se il 2010 è stato l’anno della sorpresa, il 2011 potrebbe essere quello della conferma. A soli 23 anni.
Alessandro Secchi
F1Grandprix.it
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