Gran Premio di Ungheria, Budapest: Anteprima ed orari del weekend
Undicesima tappa del Mondiale
Ad appena una settimana dal Gran Premio di Germania la Formula 1 arriva sul circuito dell’Hungaroring per il Gran Premio d’Ungheria prima gara del “girone di ritorno”. L’appuntamento magiaro è infatti l’undicesimo del mondiale 2012 che conta venti Gran Premi.
Il Gran Premio di Germania ha visto il trionfo di Fernando Alonso che si è aggiudicato i venticinque punti al termine di una gara magistrale condotta praticamente sempre in testa, salvo la parentesi dei pit stop, dall’inizio alla fine. Lo spagnolo si è imposto su Button e Raikkonen, sebbene secondo sotto la bandiera a scacchi sia transitato Vettel, poi penalizzato di venti secondi per un sorpasso ai datti di Button effettuato nella via di fuga del tornantino al termine della parabolica del circuito di Hockenheim.
Alonso ha gettato le fondamenta della sua vittoria conquistato una pole-capolavoro sotto la pioggia imponendosi davanti a tutti mentre gli altri affogavano nell’acquazzone che si stava abbattendo sull’impianto nel cuore della foresta nera. Sembrava la replica della gara di Silverstone con la pole di Alonso sotto la pioggia, gara dominata ma beffa nel finale, e invece lo spagnolo ha tenuto duro, unico pilota quest’anno ad affermarsi in tre Gran Premi.
Il Gran Premio d’Ungheria si disputa sul circuito chiamato Hungaroring, un impianto permanente inaugurato nel 1986 che sorge nella cittadina di Mogyorod, un piccolo sobborgo alla periferia nord-est di Budapest. L’impianto ungherese è in genere poco utilizzato durante l’anno: in passato sull’onda della Formula 1 anche Superbike e Motomondiale si sono recati a Budapest, ma l’hanno subito abbandonato.
Il tracciato si caratterizza per una estrema tortuosità e strettezza della carreggiata, correre in questo piccolo toboga offre gare spesso prive di interesse e decise già alla prima curva. Il due volte campione del mondo Hakkinen (vincitore delle edizioni 1999 e 2000) diceva spesso che “correre a Budapest è come correre a Monte Carlo, ma senza le case e i marciapiedi”. Il tracciato è il secondo più corto dell’intero mondiale, appena 4,3 chilometri. Non mancano comunque le difficoltà, la zona circostante è molto polverosa, il che anche a causa del vento che non manca mai (il tracciato sorge su una zona rialzata rispetto ai terreni circostanti) porta la traiettoria ad essere estremamente sporca, si può dire che le prime prove libere del venerdì servano solo a pulire il circuito.
La storia del Gran Premio d’Ungheria è legata doppio filo con il tracciato dell’Hungaroring, ma c’è un’eccezione, datata ben 1936! Gli organizzatori ungheresi quell’anno riescono a mettere in piedi un Gran Premio che si disputa su un circuito ricavato dalle strade del parco Nepliget, situato nel centro cittadino della capitale magiara. A vincere è Tazio Nuvolari sull’Alfa della Scuderia gestita da Enzo Ferrari, che batte il dominatore di quella stagione, l’asso tedesco Bernd Rosemeyer sulla sua Auto Union.
La gara ungherese fu abbandonata, complice la guerra e gli anni della cortina di ferro fino alla metà degli anni ’80 quando le riforme politiche in Ungheria aprirono il paese al mondo e così dopo molti tentativi andati a vuoto, l’Ungheria riuscì finalmente ad organizzare il suo primo Gran Premio valido per il mondiale di Formula 1, un’edizione decisa dal famoso e fantastico sorpasso di Piquet su Senna all’esterno della prima curva, con la Williams in sbandata e controsterzo quasi come fosse un kart.
In occasione del primo appuntamento magiaro del 1986, l’eco della vittoria del mitico Nuvolari si fece comunque sentire anche a cinquant’anni di distanza, infatti, dopo la mediocre prova delle Ferrari, il Drake disse per telefono al fido Franco Gozzi: “In Ungheria io ho già vinto nel 1936 con Nuvolari. Con i giornalisti devi parlare di quella edizione, non di questa!”.
Il brasiliano Piquet su Williams-Honda bissa il successo nel 1987, sempre davanti al suo connazionale Ayrton Senna (Lotus), che a sua volta trionferà l’anno successivo in un duello serrato col compagno di team Alain Prost, entrambi a bordo della imbattibile McLaren-Honda.
Memorabile l’edizione del 1989: la Ferrari di Mansell parte addirittura in dodicesima posizione che sembra una condanna in una pista dove i sorpassi sono quasi impossibili. Ma Nigel, che in prova si è concentrato col tecnico Barnard a lavorare sull’assetto per la gara, riesce a sorpassare uno dopo l’altro tutti gli avversari, fino a raggiungere e superare dapprima la McLaren di Prost, e poi quella di Senna, che resiste fino a quando, nel doppiaggio di Johansson, ha un’esitazione di cui Mansell approfitta immediatamente, andando a vincere una delle sue gare più entusiasmanti.
Ma su una pista come l’Hungaroring, la normalità è costituita dai “tappi” e dai “trenini”, come avviene nel 1990 quando Boutsen su Williams vince dalla pole (mentre infuriano polemiche per le condotte di gara di Senna e Berger, entrambi su McLaren, che “spingono” fuori pista rispettivamente Nannini e Mansell, che lottavano per la vittoria).
Anche nel 1991 la pole position si rivela fondamentale, con Senna che vince rintuzzando gli attacchi delle Williams di Mansell e Patrese. Ayrton si ripeterà anche l’anno successivo, ma stavolta la festa è tutta per il secondo arrivato, proprio Nigel Mansell, che in quella gara diventa finalmente campione del mondo con ben cinque gare di anticipo sulla fine del campionato, un record che sarà battuto nel 2002 da Schumacher, che riuscì a Magny-Cours in Francia ad aggiudicarsi il mondiale con sei gare di anticipo. Tuttavia il tedesco di Kerpen nel 2001 proprio a Budapest vinse gara e titolo iridato, il suo quarto titolo eguagliando Prost (con quattro appuntamenti di anticipo).
Nel 1993 Damon Hill ottiene qui il suo primo successo in F1, che ripeterà due anni dopo sempre al volante della Williams-Renault, ma l’inglese è grande protagonista anche nel 1997 quando alla guida di una modesta Arrows-Yamaha (dotata però delle performanti gomme Bridgestone) conduce sorprendentemente in testa il GP fino all’ultimo giro, quando il cambio va in tilt costringendolo al secondo posto e favorendo la seconda vittoria consecutiva del suo ex compagno di squadra Jacques Villeneuve (Williams-Renault).
Nel 1998 Schumacher con la Ferrari riesce a trionfare cambiando in corsa la strategia compiendo ben tre pit stop, in pratica correndo quattro stint di gara sempre a ritmo di qualifica. I due anni successivi vedono la perentoria doppietta di Hakkinen sulla argentea McLaren-Mercedes. Nel 2002 la Ferrari schiacciasassi già campione a luglio con Schumacher, regala una giornata di gloria a Barrichello, mentre il tedesco due anni dopo otterrà la sua quarta vittoria in Ungheria (solo la prima, nel 1994, con la Benetton, tutte le altre su Ferrari) risultando a tutt’oggi il pilota con più affermazioni in questa gara.
Il 2003 è l’anno della prima vittoria della carriera per Alonso, che diviene fino a quel momento anche il più giovane vincitore di un Gran Premio dal 1950, mentre la Renault torna al successo in Formula 1 vent’anni dopo la sua ultima affermazione (Austria 1983, Prost) come costruttore totale. Negli ultimi anni c’è stata una prevalenza delle McLaren Mercedes, vittoriose nel 2005 con Raikkonen, poi due anni dopo con Hamilton (dopo le furiose polemiche con Alonso nelle qualifiche, che costano una penalità in classifica al team) che si ripete nel 2009, mentre nel 2008 è Kovalainen a trovare la sua grande giornata che lo porta a ottenere la sua unica vittoria in un Gran Premio (finora) approfittando della sfortuna del ferrarista Massa, vittima di una rottura di motore nelle ultime fasi dopo aver largamente dominato la gara sin dall’inizio.
La sequenza delle vittorie delle del team inglese è interrotta dalla rocambolesca edizione 2006 disputata sotto la pioggia: già nelle qualifiche i due protagonisti della lotta iridata, Schumacher e Alonso, incappano in penalizzazioni che si tramutano in pesanti arretramenti in griglia. In gara Alonso va addirittura in testa ma si ritira per una ruota mal fissata, mentre Schumacher butta via un sicuro piazzamento rompendo lo sterzo in un contatto mentre tenta di resistere sull’asciutto con le gomme ormai finite. Ad emergere dalla lotteria è Jenson Button, che coglie la sua prima vittoria in Formula 1 e regala alla Honda l’unico successo da quando è rientrata nel Mondiale come costruttore.
L’inglese si è ripetuto lo scorso anno con la McLaren Mercedes, mentre nel 2010 Webber sfrutta alla perfezione l’elevata deportanza della sua Red Bull Renault per vincere e candidarsi prepotentemente al titolo (che a fine anno premierà il suo compagno Vettel).
Si giunge in Ungheria con Alonso saldamente al comando della classifica iridata, ma i tifosi della Ferrari e dello spagnolo farebbero bene a stare con i piedi ben puntati a terra, la stagione è ancora lunghissima e si concluderà alla fine di novembre.
Nel mondiale costruttori la Ferrari non ha praticamente speranze, le prestazioni di Massa non permettono nel modo più assoluto alla casa di Maranello di poter competere per il titolo destinato alle squadre. Dalla gara di Hocknehiem è tornata rivitalizzata anche la McLaren, il team di Woking dopo qualche prestazione sottotono è apparso molto in forma e in grado di poter lottare per la vittoria con Red Bull e ovviamente Ferrari. Hamilton è stato penalizzato da una foratura nei primi giri che l’hanno relegato in fondo al gruppo, altrimenti avrebbe potuto benissimo dire la sua.
Il campionato resta molto incerto e sicuramente si assisterà ad una lotta fino all’ultima curva, a meno che, ma sembra improbabile, un team riesca a prendere nettamente il largo. Al termine del Gran Premio d’Ungheria piloti, tecnici e personale vario del circus, si prenderanno un mese di vacanze. La Formula 1 infatti ritornerà a farci compagnia all’inizio di settembre con il Gran Premio del Belgio sulla mitica pista di Spa-Francorchamps nel mezzo della foresta delle Ardenne.
Buone vacanze!
Domenico Della Valle – Francesco Ferrandino
INFO
Lunghezza del circuito: 4,381 km
Giri da percorrere: 70
Distanza totale: 306,630 km
Numero di curve: 14
Senso di marcia: orario
Mescole Pirelli: soffici/medie
Apertura farfalla: 58% della percorrenza
RECORD
Giro prova: 1:19.146 – M Schumacher – Ferrari – 2004
Giro gara: 1:19.071 – M Schumacher – Ferrari – 2004
Distanza: 1h35:26.131 – M Schumacher – Ferrari – 2004
Vittorie pilota: 4 – M Schumacher
Vittorie team: 10 – McLaren
Pole pilota: 7 – M Schumacher
Pole team: 7 – McLaren, Ferrari
Km in testa pilota: 1.215 – M Schumacher
Km in testa team: 2.751 – McLarern
Migliori giri pilota: 4 – M Schumacher
Migliori giri team: 9 – Williams
Podi pilota: 7 – A Senna, M Schumacher
Podi team: 21 – McLaren
———-
Albo d’oro
01. 1936 T Nuvolari – Alfa Romeo
02. 1986 N Piquet – Williams Honda
03. 1987 N Piquet – Williams Honda
04. 1988 A Senna – McLaren Honda
05. 1989 N Mansell – Ferrari
06. 1990 T Boutsen – Williams Renault
07. 1991 A Senna – McLaren Honda
08. 1992 A Senna – McLaren Honda
09. 1993 D Hill – Williams Renault
10. 1994 M Schumacher – Benetton Ford
11. 1995 D Hill – Williams Renault
12. 1996 J Villeneuve – Williams Renault
13. 1997 J Villeneuve – Williams Renault
14. 1998 M Schumacher – Ferrari
15. 1999 M Hakkinen – McLaren Mercedes
16. 2000 M Hakkinen – McLaren Mercedes
17. 2001 M Schumacher – Ferrari
18. 2002 R Barrichello – Ferrari
19. 2003 F Alonso – Renault
20. 2004 M Schumacher – Ferrari
21. 2005 K Raikkonen – McLaren Mercedes
22. 2006 J Button – Honda
23. 2007 L Hamilton – McLaren Mercedes
24. 2008 H Kovalainen – McLaren Mercedes
25. 2009 L Hamilton – McLaren Mercedes
26. 2010 M Webber – Red Bull Renault
27. 2011 J Button – McLaren Mercedes
———-
Orari del Gran Premio d’Ungheria
Venerdì 27 Agosto
10:00-11:30 Prove Libere 1
14:00-15:30 Prove Libere 2
Sabato 28 Agosto
11:00-12:00 Prove Libere 3
14:00-15:00 Qualifiche – Rai Due/Rai HD
Domenica 29 Agosto
14:00 Gara – Rai Uno/Rai HD
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui