F1 GP Cina: Hamilton si prende la rivincita, ma Vettel e la Ferrari non mollano un centimetro [VIDEO]

Lewis conquista Shanghai con grande autorevolezza, ma negli specchietti si fa ingombrante la macchia rossa....

F1 GP Cina: Hamilton si prende la rivincita, ma Vettel e la Ferrari non mollano un centimetro [VIDEO]

E’ una sfida che esalta ed entusiasma perché è di ampio respiro, trascende il presente per candidarsi alla Storia. Hamilton e Vettel, Lewis e Sebastian. A conti fatti “vicini di pista” da ben dieci stagioni, eppure due rette parallele che difficilmente si sono incrociate. Un po’ nel 2010, un pochino nel 2012, ma senza mai guardarsi negli occhi, senza mai giocarsela alla pari.

Campioni diversi, per stile di guida, carattere, approccio al lavoro. Uguali però nella capacità di tirare fuori il massimo sul giro secco e di martellare come ossessi in gara, anche se Hamilton sa metterla di traverso e ci va giù duro, Seb guida più di fioretto e ama le traiettorie pulitissime. Il 2017 può essere (finalmente) l’anno del testa a testa. Melbourne era stato un primo indizio, Shanghai una mezza prova, aspettando la conferma in Bahrein.

Hamilton sulla “sua” pista ha calato l’hat trick da sogno, pole, giro veloce e vittoria mai in dubbio. Ma l’indemoniato anglo-caraibico non si è, diversamente da tante altre volte, divertito a gestire il suo vantaggio, spadroneggiando. Occhi sul monitor e radio aperta con i box, Lewis è sembrato quasi incredulo per la rimonta di Vettel. “Ma come, è a otto secondi da noi?” la domanda del pilota inglese, lui in “crociera” dal primo giro, mentre l’altro a soli otti secondi dopo averne passate (e averne sorpassati) di tutti i colori.

Per questo Hamilton ha apertamente ammesso di provare profondo rispetto per Vettel, perché si è reso conto che il tedesco fa sul serio, e non molla un centimetro. Nel GP di Cina la limousine W08 è sembrata nuovamente la vettura da battere, coadiuvata anche dalle temperature fresche con cui va a nozze. Ma subito dietro, incollata, ancora una volta ha brillato l’agile e bilanciata SF70H, velocissima, al punto da permettere ai tifosi di sognare la seconda vittoria di seguito.

La rincorsa di Vettel verso la vittoria è stata ostacolata dalla safety car, che ha vanificato una strategia intelligente, e poi da un improvvido trenino con le Red Bull e con il compagno Raikkonen. Seb però voleva vincerla a tutti i costi, e ha trasformato la rabbia agonistica in spettacolo puro. Il sorpasso su Ricciardo è probabilmente l’immagine emblematica della Ferrari di oggi: veloce, cattiva, sbarazzina, prepotente. Vettel e “Gina“, come in Australia, sono sembrati una sola cosa, e quando il quattro volte campione del mondo trova una tale alchimia con la sua monoposto ce n’è davvero per pochi. Il secondo posto, per come è maturato, è un risultato positivo: ha il sapore di conferma, e l’odore di minaccia, per una Mercedes ancora umana e ad un tiro di schioppo.

Chissà come sarebbe andata se il muretto Ferrari fosse stato più cinico e reattivo. Sarebbe stata un’ingiustizia colossale dare ordini di squadra – per giunta a Kimi Raikkonen, non certo il primo arrivato – soltanto alla seconda gara di un mondiale lunghissimo. Ma è sembrata comunque un’ingiustizia, se non proprio una cavolata, non dare strada a quell’iradiddio con il numero cinque. La Rossa ha fatto un lavoro eccezionale, chiudendo in modo quasi insperato il gap con le Frecce d’argento, e si sta regalando l’opportunità di lottare per il mondiale. Non ce ne voglia Kimi – che, immaginiamo, già a Sakhir tornerà competitivo – ma ogni tanto il fine giustifica i mezzi. E se Vettel lo avesse passato subito, forse l’ombra rossa negli specchietti di Lewis sarebbe stata più grande e minacciosa….

Antonino Rendina


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