F1 | Team order Ferrari, Hamilton si schiera con Leclerc: “Capisco come si sente Charles”

"Sa di essere il migliore o di avere il potenziale, mentre così si sente depotenziato", ha affermato l'inglese della Mercedes

Lewis Hamilton ha espresso una valutazione sulla gestione dei piloti attuata dalla Ferrari, evidenziando come la situazione sia simile a quella che lui stesso ha affrontato in McLaren nel 2007
F1 | Team order Ferrari, Hamilton si schiera con Leclerc: “Capisco come si sente Charles”

Interpellato sugli ordini di scuderia rilasciati dalla Ferrari nei primi appuntamenti di questo mondiale 2019 di Formula 1, Lewis Hamilton ha voluto spezzare una lancia a favore di Charles Leclerc, sottolineando come la Rossa, seguendo questo atteggiamento di protezione nei confronti di Sebastian Vettel, rischia di depotenziare un futuro campione del mondo.

Secondo l’inglese della Mercedes, infatti, Leclerc ha il potenziale per battagliare con Vettel e con tutti gli sfidanti per il titolo mondiale, aspetto che dovrebbe spingere la Rossa a mantenere un certo ‘equilibrio’ nelle proprie scelte strategiche.

“Mi rivedo molto in Charles”, ha dichiarato l’inglese della Mercedes durante il media stampa del giovedì pomeriggio. “Sta facendo un ottimo lavoro, con tutte le aspettative che ci sono nel guidare una Ferrari. Guida davvero bene. Deve solo continuare così, il resto arriverà”.

Non è mancata, ovviamente, una domanda sugli ordini di scuderia rilasciati dal muretto rosso in Australia, Bahrain e Cina: “Non so se in Ferrari hanno fatto bene e non spetta a me giudicare. Quando un pluricampione ha il ruolo di numero uno e tu diventi il numero due, da un lato può essere un privilegio, ma dall’altro no, perché sei un agonista che vuole correre e vincere. Quindi capisco come si sente Charles. Sa di essere il migliore o di avere il potenziale, mentre così si sente depotenziato”.

L’inglese ha concluso il proprio intervento paragonando il Leclerc di oggi al primo Hamilton del 2007: “È un po’ più piccolo di quanto lo fossi io allora, solo un anno o giù di lì, ma quando ero giovane ricordo che volevo arrivare alla Formula 1 il prima possibile. Volevo vincere il prima possibile e ho battuto il campione contro cui stavo gareggiando. Da pilota ti dicono di fare una cosa, ma il ribelle che è in te dice di farne un’altra. La sua situazione direi che è molto simile”.

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