F1 | Montezemolo: “Schumacher ha lasciato tracce del suo Dna in Ferrari, il nostro rapporto si è trasformato in amicizia personale”
"Aveva un'attenzione maniacale dei dettagli. Dopo la collisione con Villeneuve nel 1997 e con Coulthard nel 1998 mi fu chiesto di licenziarlo...", ha ricordato Montezemolo al Quotidiano.net
Domani, sabato 29 dicembre, saranno passati esattamente cinque anni dall’incidente sugli nevi di Meribel che ha visto (suo malgrado) protagonista Michael Schumacher. Il tedesco, nel più totale riserbo de familiari, continua il percorso riabilitativo nella sua dimora svizzera di Gland.
Luca Cordero di Montezemolo, che con Schumacher ha condiviso tanti trionfi in Ferrari, in un’intervista rilasciata a Leo Turrini sulle colonne di Quotidiano.net ha parlato proprio del sette volte campione del mondo.
“Con lui abbiamo vinto tutto e il nostro rapporto si è trasformato in amicizia personale – ha sottolineato l’ex presidente della Rossa -. Quello che mi ha colpito di lui era la sua attenzione maniacale dei dettagli. Ha lasciato un traccia del suo DNA in Ferrari. Comprendo il silenzio della famiglia, sono in contatto con Corinna e spero in buone notizie”.
Anche Schumacher ha vissuto dei momenti no in Ferrari e cocenti sconfitte: “Prima di vincere passarono cinque anni, con sconfitte e polemiche. Nel 1997 dopo la collisione con Villeneuve e nel 1998 dopo l’incidente in Belgio con Coulthard mi hanno chiesto di licenziarlo. Mi dicevano che non sapeva controllare le emozioni. Se avessi dato retta a questi opinionisti… ma io mi fidavo dell squadra e di Todt. Michael favoriva la crescita dei giovani ingegneri, è stato un uomo squadra con lui abbiamo vissuto un momento storico, incarnava un’attesa messianica. Non ha mai polemizzato nei confronti dell’azienda. Quando era a Maranello per i test usava l’appartamento di Enzo Ferrari accanto alla pista di Fiorano e gli sistemammo un garage per gli allenamenti”.
Da Montezemolo non è mancata una battuta sul passaggio di Schumacher in Ferrari: “Gianni Agnelli lo ammirava e diceva che era un tedesco caro, nel senso che costava carissimo”. Sulla Ferrari del prossimo anno: “Sono un tifoso come tanti e sogno la rinascita”.
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