F1 | La Ferrari ha finalmente “capito”, ma deve dare un’auto vincente a Leclerc

La Rossa è migliorata notevolmente e deve tenersi stretto il suo pilota

F1 | La Ferrari ha finalmente “capito”, ma deve dare un’auto vincente a Leclerc

Bisogna dirlo a bassa voce perché non sia mai essere smentiti già in Ungheria, ma la sensazione – netta – è che la Ferrari nelle ultime gare abbia messo tutti i tasselli del mosaico al loro posto, arrivando finalmente a quella “comprensione” della monoposto a lungo inseguita e ricercata.

“Dobbiamo capire, perché in fondo si tratta di capire” lo slogan tra il serio e faceto che è diventato un cult nella narrazione di questa claudicante Ferrari dell’ultimo biennio, un po’ persa nelle battaglie di metà schieramento e fin troppo lontana dal vertice.

Eppure pare che Maranello, tenendo fede alla propria idea e lavorando appunto sulla comprensione della monoposto, stia vedendo finalmente risultati concreti in pista. Giova infatti ricordare come la SF21 che ha sfiorato la vittoria a Silverstone, e che si era ben difesa anche nelle due gare in Austria, è di fatto la stessa monoposto del debutto e la stessa della indecente prova del Paul Ricard.

Non si tratta quindi di aver portato nuovi e strabilianti pezzi sull’auto, di averla aggiornata, di pacchetti evo o miracoli tecnici; semplicemente i tecnici del Cavallino hanno trovato il bandolo della matassa, cominciando a massimizzare il potenziale tecnico a disposizione, a far rendere al massimo la macchina, senza inspiegabili battute a vuoto.

Gomme, assetto, guidabilità. La Rossa in pista si comporta bene, in curva, con il degrado delle mescole, nel bilanciamento. L’analisi dati come strumento di supporto e non più come un indecifrabile oracolo. Adesso sembrerebbe esserci completa correlazione tra i dati virtuali ed elaborati al simulatore e in factory e quelli della pista, non più quindi l’annoso problema di una discrasia che creava confusione tecnica e comportava risultati altalenanti.

Tutto ciò rappresenta il grande passo avanti della Ferrari targata Binotto, dopo anni tormentati. E’ anche soprattutto l’elemento che più fa ben sperare in vista del rivoluzionario cambio regolamentare. Perché Maranello sta dimostrando di avere le competenze per far andare forte la propria monoposto. Resta però l’ultimo scalino da affrontare, ovvero progettare un’auto competitiva partendo dal famoso foglio bianco.

Per ora non resta che “goderci” questa sfida dal sapore storico con la McLaren per il posto in classifica Costruttori subito dietro le prime della classe. La Ferrari per ora è quarta forza tendente al terzo, non sembra avere ancora la velocità pura della McLaren, ma ha spunti e giornate con picchi che Woking non tocca, come se “potenzialmente” avesse le carte in regola per stare davanti.

Picchi di prestazione toccati soprattutto da Charles Leclerc, che quando non spegne il cervello peccando di irruenza dimostra davvero di avere quel quid in più rispetto a tanti altri. Charles emoziona, corre all’attacco, ha fame e “attaccamento alla maglia”. Ricorda Gilles Villeneuve, ma non vorremmo finire per ricordarlo come il nuovo Jean Alesi.

Perché a tanta generosità e abnegazione devono fare seguito i risultati, le vittorie, le gioie. Quelle che appunto mancarono al tanto amato Jean. E questo non dipende dal pilota, ma dalla scuderia. Ad un talento così cristallino va data una macchina vincente o comunque in grado di giocarsela per le prime posizioni.

Il resto ce lo mette il pilota, come anche visto a Silverstone, dove Leclerc ha sfiorato una impresa che sarebbe stata storica. E le mani sul casco per l’occasione persa, il rammarico, e l’urlo strozzato in gola la dicono lunga, più di mille parole. Charles vuole vincere con la Ferrari, ma se non fosse possibile farà comunque di tutto per vincere in F1, anche altrove. Per ora dopo una sconfitta bruciante il monegasco ha avuto il tatto e l’eleganza di fare i complimenti al suo team per il lavoro svolto – questo è stile! – però tocca alla Ferrari tenerselo stretto per il futuro e il presupposto è uno solo: realizzare una grande monoposto dal 2022.

Antonino Rendina


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