F1 | GP di Abu Dhabi: l’analisi delle qualifiche
Il racconto delle tre manche che hanno assegnato la pole position a Max Verstappen
Nell’ultimo appuntamento stagionale, Max Verstappen interrompe l’egemonia dei motorizzati Mercedes in qualifica e riporta la sua Red Bull davanti a tutti in griglia di partenza, conquistando la pole position del Gran Premio di Abu Dhabi. Su una pista dove generalmente la squadra di Milton Keynes si è spesso dimostrata competitiva, l’olandese non si è fatto sfuggire l’occasione, battendo i suoi rivali in una lotta particolarmente intensa negli ultimi minuti della Q3. Al suo fianco, infatti, ci sarà Valtteri Bottas, il quale ha mancato la prima posizione per soli venticinque millesimi, un nulla, come gli è già accaduto più volte nel corso di questo campionato. Ad aprire la seconda fila, invece, sarà Lewis Hamilton, al rientro dopo la gara saltata a Sakhir. Per l’inglese è arrivato il terzo posto, anche in questo caso con un distacco minimo dal battistrada, quantificabile in soli ottantasei millesimi.
Si è trattato di una giornata estremamente positiva in casa McLaren, grazie al quarto e il sesto posto di Lando Norris e Carlos Sainz Jr., che danno grosse speranze in vista di domani per la lotta al terzo posto nel mondiale costruttori con Racing Point e Renault. Il team inglese, infatti, non è riuscito ad andare oltre l’ottavo posto con Lance Stroll, mentre quello francese ha visto entrambe le proprie monoposto eliminate in Q2, anche se ciò gli darà l’opportunità di scegliere le gomme con cui prendere il via. Le due MCL35 sono state divise da Alex Albon, quinto grazie ad una buona prestazione, dove è riuscito ad accusare anche un gap ridotto dal compagno di squadra inferiore ad altre occasioni: un vero peccato che la sua performance gli sia valsa solo il quinto posto e che, soprattutto, la cancellazione del tempo in Q2 per track limit non gli darà l’opportunità di schierarsi in griglia con la gomma media. Anche in casa AlphaTauri il team si può ritenere soddisfatto del risultato ottenuto, con un settimo e un decimo posto che daranno l’opportunità di concludere la stagione in positivo, soprattutto con un Daniil Kvyat che nelle ultime settimane si è dimostrato particolarmente in forma. A concludere la top ten Charles Leclerc, autore di un ottimo giro durante la seconda manche, ma che purtroppo non è riuscito a ripetersi anche nell’ultimo tentativo di giornata.
Non è andata altrettanto bene al suo compagno di squadra, Sebastian Vettel, che nella sua ultima qualifica da Ferrarista non è riuscito ad andare oltre la tredicesima posizione, precedendo Antonio Giovinazzi e Sergio Perez, con quest’ultimo che sarà comunque costretto a partire dal fondo a causa di una penalità. A beneficiarne saranno Kimi Raikkonen, eliminato in Q1, George Russell, Nicholas Latifi e Pietro Fittipaldi, autore di una buona prestazione considerando che si tratta solamente del suo secondo weekend al volante della Haas VF-20. L’altra monoposto statunitense di Kevin Magnussen, invece, sarà anch’essa ad affiancare il messicano della Racing Point dall’ultima fila, a seguito della sostituzione del pacco batterie e della centralina dopo le prove libere del venerdì.
Q1: passa Giovinazzi
Come si era già visto in altre occasioni durante questa stagione, i primi a scendere in pista ad inizio Q1 erano state le due Haas e George Russell, per cui era lecito supporre che quantomeno qualcuno di loro avrebbe potuto tentare tre run differenti in modo da sfruttare al massimo l’evoluzione della pista. Di certo, il team americano non era tra i favoriti per questa sessione, date le difficoltà mostrate nel corso del mondiale sul giro secco, ma vi erano delle speranze soprattutto per il giovane inglese, di ritorno alla Williams dopo l’esperienza al volante della Mercedes W11 a Sakhir. Russell, infatti, si era dimostrato particolarmente competitivo nella terza sessione di libere e le speranze di vederlo nuovamente passare il taglio della prima qualifica erano alte, anche se la concorrenza sarebbe stata agguerrita, con le due Alfa Romeo come avversarie da tenere d’occhio.
Sin dal primo tentativo, tuttavia, era chiaro come rispetto all’ultima ora di prove del sabato mattina, qualcosa in qualifica fosse cambiato. Una mancanza di grip che non permetteva di riuscire a gestire il posteriore come il britannico avrebbe voluto, in special modo nel terzo settore, quello più guidato, dove gli pneumatici tendono a surriscaldarsi. L’aspetto più interessante, tuttavia, era che al contrario delle Haas, il pilota della Williams aveva deciso di rimanere in pista, effettuando un doppio tentativo sul medesimo treno di pneumatici intervallato da un giro di cooldown, in modo da poterle raffreddare, anche se ciò non gli aveva comunque permesso di migliorare il proprio tempo. Vi era, inoltre, un secondo fattore da considerare: al rientro in pit lane, l’inglese era stato chiamato alla bilancia per le operazioni di peso della FIA, rallentando quindi il suo ritorno ai box, motivo per il quale sarebbe stato difficile rivederlo in pista a breve tentando un approccio più aggressivo.
A sei minuti dal termine, in zona eliminazione vi erano Magnussen, Fittipaldi, Russell, Latifi e Giovinazzi, mentre Raikkonen era riuscito a segnare momentaneamente un tempo che gli sarebbe valso l’accesso alla manche successiva. Vi erano, però, alcune considerazioni da fare, partendo dalle due Haas, che in realtà avevano già completato due differenti tentativi, senza riuscire a migliorarsi nel secondo, anche a causa del traffico incontrato nel giro d’uscita, che non gli aveva permesso di preparare al meglio le coperture. A giocarsi le sue chance sul finale sarebbe stato anche l’italiano della Alfa Romeo, che si era visto cancellare il primo tempo ottenuto per track limit in curva venti, dove era finito largo grattando con la parte inferiore del fondo sul dissuasore posto all’esterno, esattamente come era avvenuto anche a Lewis Hamilton. Ciò che era parso chiaro, tuttavia, è che la lotta per il passaggio del turno sarebbe stato un affare interno proprio tra le due monoposto italo-svizzere, che nel primo run avevano dimostrato di avere un piccolo ma importante vantaggio sui rivali più diretti.
Era così giunto il momento della lotta finale e il primo a tornare in pista era stato George Russell, sempre su gomma soft, la più soffice a disposizione per l’ultimo appuntamento dell’anno. Una scelta importante quella di lasciare i box in anticipo rispetto agli avversari, perché se è pur vero che così facendo l’inglese non avrebbe avuto modo di sfruttare il tracciato nel momento in cui sarebbe stato più gommato, l’aspetto positivo era che avrebbe evitato il traffico durante il suo giro di preparazione, avendo così modo di preparare gli pneumatici con tranquillità. Un fattore da tenere in considerazione, perché è anche intorno a questo aspetto che si giocava una buona parte della sfida per l’accesso alla manche successiva. Da questo punto di vista, anche l’Alfa Romeo sembrava aver fatto un buon lavoro, rispedendo i propri due alfieri in pista con una buona track position, solamente dietro a Kvyat e Norris, il che non avrebbe rappresentato un grosso problema. Ciò che probabilmente il team non si aspettava, però, è che Raikkonen perdesse diverse posizioni nel giro d’uscita rispetto a quei piloti che erano usciti successivamente alle due monoposto italo-svizzere, venendo così risucchiato dal gruppo. Ciò aveva influito non poco sulla sua possibilità di lavorare sugli pneumatici nel migliore dei modi, compromettendone quindi la performance, al contrario del suo compagno di casacca, che era riuscito a difendersi da coloro che si trovavano alle sue spalle e preparare l’assalto finale senza questo problema. Un discorso simile poteva essere fatto anche per Latifi e le Haas, ultime del gruppo a lasciare i box, fattore che aveva costretto i piloti a rallentare eccessivamente verso la fine dell’out-lap, perdendo temperatura nelle gomme, tanto che lo stesso Magnussen in uscita dell’ultima curva era stato autore di un vistoso sovrasterzo.
A trovare l’eliminazione, quindi, erano stati Raikkonen, Magnussen, Russell, Fittipaldi e Latifi, con quest’ultimo che era stato costretto a rinunciare al giro finale in quanto finito in testacoda all’uscita dell’ultima curva mentre si stava lanciando, una conseguenza dell’aver avuto gli pneumatici fuori dal range ideale.
Il finlandese dell’Alfa Romeo ha così commentato la sua esclusione, dovuta anche un errore nell’ultimo settore, in quanto era stato particolarmente aggressivo sul cordolo interno di curva 19 scomponendo la vettura e perdendo lo spunto necessario per il tratto successivo: “La macchina non sembrava male, ma il mio ultimo giro non è stato ottimo. La prima parte è stata ok, ma poi ho colpito un cordolo nell’ultimo settore e ho rovinato il mio tempo. È quello che è e dovremo fare un buon lavoro domani in gara. Abbiamo faticato a fine FP3, ma sono certo che il nostro passo gara sarà ok domani”, ha spiegato Raikkonen.
Giornata deludente anche per George Russell, il quale non è riuscito a fare la differenza e a portare la monoposto in Q2 come avvenuto più volte nel corso di questa stagione. Una eliminazione dovuta essenzialmente ad una mancanza di grip generale, nonostante nel corso della terza sessione di prove libere la vettura fosse sembrata competitiva: “È stato davvero difficile. Abbiamo faticato con le gomme, lo stesso valeva per Nicholas, il che è stato un po’ strano dato che nella terza sessione di libere la vettura non era male. Domani sarà l’ultima gara dell’anno e questo è ciò che conta. L’obiettivo è quello di effettuare dei sorpassi e risalire la classifica. Solitamente siamo competitivi il sabato, ma poi fatichiamo la domenica. Speriamo che questo sabato negativo significhi che andremo bene domenica!”, sono state le parole dell’inglese.
Chi non ha sfigurato è di certo Pietro Fittipaldi, che alla sua seconda qualifica in Formula 1 si è ben comportato, segnando un buon tempo e precedendo anche una delle due Williams, seppure quest’ultima non avesse completato il suo ultimo tentativo. Una sessione che, a dire il vero, sarebbe potuta andare anche meglio se il traffico non avesse colto di sorpresa la Haas, rendendo così difficile per entrambi i piloti riuscirsi a migliorare a causa del calo di temperatura delle coperture, tanto che il brasiliano era stato anche protagonista di un bloccaggio in curva uno: “Abbiamo fatto delle modifiche dopo la FP3, gli ingegneri hanno fatto davvero un bel lavoro. Mi sentivo a mio agio con la vettura in qualifica. Eravamo circa un decimo dietro Kevin [Magnussen] dopo il primo run, ma sapevamo che avremmo potuto fare un passo n avanti. Sfortunatamente stavamo cercando di fare tre run e dopo il mio primo tentativo sono stato richiamato dalla FIA alle bilance, perdendo un po’ di tempo che sarebbe stato difficile da recuperare. Nel mio ultimo tentativo avevo anche trovato traffico e Latifi era andato in testacoda davanti a me. Alla fine, però, ero competitivo in confronto a Kevin e, come ho detto la scorsa settimana, lui è un ottimo riferimento per me. Sono davvero contento del passo in avanti fatto oggi”, ha spiegato Fittipaldi.
Q2: la media è la mescola chiave
Considerando i distacchi contenuti a centro gruppo che si erano visti nella prima manche e nelle prove libere, non era difficile immaginarsi che diverse squadre avrebbero approcciato la Q2 con una strategia differente dal solito, provando a qualificarsi con la mescola media, la quale avrebbe potuto garantire maggior versatilità in gara assicurando la singola sosta permettendo oltretutto di allungare il primo stint ed evitare di finire nel traffico. Proprio per questo, le due Mercedes, le due Red Bull, le due Renault, le due Ferrari e Sainz erano scesi in pista sul compound intermedio tra quelli a disposizione, mentre tutti gli altri lo avevano fatto sulla soft.
Passare il turno non sarebbe stato quindi semplice e serviva davvero un buon giro per assicurarsi sin dal principio un tempo che mettesse al sicuro da eventuali contromosse degli avversari. Come prevedibile, i due portacolori del team di Stoccarda si erano chiaramente subito contraddistinti segnando un crono che gli avrebbe permesso tranquillamente di passare alla fase successiva, mentre la lotta per le posizioni di rincalzo era aperta. Sfruttando la mescola più soffice a disposizione, Norris era riuscito a conquistare il terzo tempo, mentre Sainz era stato abile nel piazzarsi immediatamente alle sue spalle nonostante un compound più duro, il che lo metteva indubbiamente in una posizione di vantaggio e che gli avrebbe potuto far pensare di ripetere la medesima strategia anche in quello che sarebbe stato il secondo tentativo. Peggio era andata a Verstappen, che aveva sofferto di grandi problemi di guidabilità soprattutto nel terzo settore dove, come era stato possibile intendere dalle comunicazioni radio, le gomme aveva subito un drop evidente, calando di grip e rendendo più complicato riuscire a gestire il retrotreno della monoposto. Anche Leclerc era stato autore di un buon giro, riuscendosi a piazzare in sesta posizione, subito dietro a Gasly, il quale però aveva fatto segnare il suo crono sulle soft: per il monegasco si trattava di un fattore molto importante, perché era riuscito a rimanere davanti anche rispetto sia alle due Renault, che erano sulle stesse strategie, ma anche ad altri concorrenti che avevano calzato la mescola più morbida a disposizione. Ad aver deluso erano state proprio le due monoposto francesi, le quali avevano concluso il primo run con entrambe le monoposto in zona eliminazione: Ocon non era riuscito ad andare oltre l’undicesimo tempo, mentre a Ricciardo era stato proprio cancellato per track limit nel terzo settore, anche se, a dire il vero, il crono ottenuto gli avrebbe consentito di posizionarsi proprio davanti al compagno di squadra. Inoltre, vi era un altro aspetto da tenere in considerazione, ovvero il fatto che anche ad Albon fosse stato invalidato il giro per lo stesso motivo dell’australiano ma che, in questo caso, il portacolori della Red Bull fosse stato in grado di segnare un tempo che gli avrebbe effettivamente permesso anche di concludere davanti a Verstappen.
Con cinque minuti ancora sul cronometro, tuttavia, arriva un colpo a sorpresa. Racing Point aveva fatto la sua mossa. Dovendo partire dal fondo a causa di una penalità, era logico supporre che il team anglo-canadese non rispedisse Perez in pista per la seconda manche, in quanto cercare la qualificazione avrebbe significato scattare dall’ultima posizione in griglia con una gomma usata. Al contrario di quanto ci si potesse aspettare, tuttavia, il messicano aveva lasciato a sorpresa i box su pneumatici a banda rossa, dirigendosi sul tracciato. Ma quali erano state le motivazioni che aveva spinto a questa mossa inaspettata? Bisogna innanzitutto capire quale fosse la situazione in quel frangente: Sainz aveva segnato un buon tempo sulla media, Stroll era nono sulla soft ma non distante dallo spagnolo, mentre le due Renault si trovavano in zona eliminazione dopo aver completato il primo tentativo sulle coperture a banda gialla. La manovra della Racing Point andava letta in questo contesto. Facendo uscire Perez, il loro obiettivo era non solo quello di aiutare Stroll, ma anche di spingere gli avversari, soprattutto Sainz, a tornare in pista sulla soft, togliendogli il vantaggio di poter partire su compound più duro in vista della corsa. Proprio per questo il messicano era stato richiamato ai box solamente all’ultimo secondo, in modo che gli avversari non potessero intendere le loro intenzioni e cadere in questo tranello, cosa che aveva sperato lo stesso Sergio, che via radio aveva chiesto se avesse funzionato. Una trappola ben congeniata, anche se non ha dato del tutto i risultato sperati, dato che Sainz si è poi riuscito a qualificarsi comunque sulla media, ma era un tentativo che andava fatto non avendo nulla da perdere.
La lotta per evitare l’eliminazione dalla seconda manche era comunque viva ed era interessante andare a comprendere come fossero variate le strategie rispetto al primo tentativo. Come era semplice pronosticare, Verstappen aveva lasciato la pit lane nuovamente sul compound a banda gialla, sapendo di avere il potenziale per migliorare il proprio giro e qualificarsi su questa gomma. Un po’ a sorpresa, tuttavia, aveva fatto lo stesso anche la Ferrari con Leclerc, il cui vantaggio sugli avversari dopo il primo run non era poi così ampio, senza contare che vi era il rischio che quest’ultimi tornassero in pista sulla soft e migliorassero il proprio tempo escludendo così il monegasco. Per quanto vi fosse un po’ di margine, dato che nel primo tentativo il Ferrarista era stato protagonista di un bloccaggio al tornantino, era senza dubbio una mossa rischiosa, anche perché Charles era stato uno dei primi a lasciare i box, senza così avere l’opportunità di poter osservare le mosse dei rivali che, al contrario, avevano tutti optati per la soft. Fortunatamente, tuttavia, il numero 16 era poi stato protagonista di un gran giro, guadagnandosi così l’accesso alla manche successiva e, soprattutto, la possibilità di avere un piccolo vantaggio in vista della gara di domani, magari “nascondendo” quei problemi di consumo gomme di cui il monegasco ha sempre sofferto, in particolare nella prima fase della corsa. Una chance che avrà anche Sainz, il quale nonostante avesse deciso di affrontare il run sulla più competitiva gomma soft, aveva abbandonato il suo giro proprio sul finale nel momento in cui, analizzando i giri degli avversari, il muretto aveva realizzato che il tempo ottenuto in precedenza sulla media sarebbe stato sufficiente per passare la tagliola.
Ci si aspettava sicuramente di più dalla Renault, la quale non è riuscita ad evitare l’esclusione dal Q2 nonostante nell’ultimo run avesse deciso di giocarsi la carta della mescola più soffice. Il cambio di compound aveva in effetti aiutato ad abbassare i tempi, ma non abbastanza per guadagnarsi l’accesso alla manche successiva, con tutto il dispiacere del team e dei piloti, che hanno fatto fatica a spiegarsi tali difficoltà: “È un peccato concludere dodicesimi, in quanto sembravamo piuttosto competitivi questa mattina con il terzo e il quarto posto. Volevamo di più. Siamo riusciti a passare in Q2 piuttosto facilmente solo con un giro sulle soft, ma poi abbiamo avuto difficoltà nel riuscire a trovare il passo sia con le gomme soft che con quelle medie. Non sappiamo ancora il perché, quindi ci daremo un’occhiata questa notte. Non mi piace partire undicesimo, ma avremo la possibilità di scegliere con che gomma partire domani e questo è positivo, dato che le strategie saranno fondamentali in gara. Abbiamo già visto la scorsa settimana come partire sulla gomma media può fare la differenza, abbiamo diverse opzioni per domani. È la mia ultima gara con il team e voglio essere sicuro di concluderla al meglio”, ha raccontato Ricciardo dopo le qualifiche. La squadra transalpina avrà così l’opportunità di scegliere con quali pneumatici prendere il via della gara, generalmente un vantaggio, ma non bisogna dimenticare che anche due avversari diretti, come Sainz e Leclerc, potranno fare lo stesso, ma partendo dalla top ten. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il suo compagno di squadra: “Dobbiamo comprendere cosa sia successo, perché non era ciò che speravamo per la giornata di oggi. Siamo stati all’interno della top ten per tutto il weekend, terzo e quarto nelle prove libere tre, ma poi in qualifica avevamo difficoltà nel gestire il posteriore, il grip non c’era e le gomme non funzionavamo come avrebbero dovuto. È qualcosa che dobbiamo capire, perché tranne questa sessione, è stato un weekend positivo”, ha spiegato Ocon. Vi è da sottolineare che, quantomeno sotto l’aspetto tattico, il team aveva svolto un ottimo lavoro, dando ad entrambi i piloti l’opportunità di non trovarsi nel traffico e di poter scaldare gli pneumatici nel migliore dei modi, quindi si tratta di qualcosa legato proprio alle prestazioni, un tema su cui dovranno lavorare nella lotte per essere sicuri che non si ripresenti in gara.
Non è stata una giornata semplice nemmeno per Sebastian Vettel, solamente tredicesimo e lontano quasi tre decimi da un eventuale passaggio all’ultima manche della qualifica. Se nel primo tentativo il tedesco era sceso in pista su gomma media, così come i suoi più diretti concorrenti, avendo compreso di non aver il potenziale per superare il taglio su quel compound, per il secondo run si era optato per un cambio di strategia, passando sulla più competitiva soft. Nonostante il quattro volte campione del mondo fosse effettivamente riuscito a migliorarsi di diversi decimi, ciò non era bastato per assicurarsi l’accesso alla Q3 e, sotto questo aspetto, vi era da segnalare un aspetto decisivo: mentre tutti gli altri piloti che avevano cambiato mescola tra i due tentativi erano riusciti ad abbassare i tempi di circa mezzo secondo o più, lo stesso non era stato per il tedesco, il quale era stato in grado di limare solo tre decimi. Un vero peccato, perché di per sé il giro sembrava anche pulito e senza particolari sbavature, come ha raccontato Sebastian stesso: “Ovviamente non è il massimo prendere il via della mia ultima gara con la squadra dalla tredicesima posizione. Il risultato di per sé è piuttosto deludente, anche se nel mio giro ero abbastanza soddisfatto della mia performance. Forse riuscendo a mettere insieme il giro perfetto avrei potuto portare a casa il decimo posto ma fare di meglio sarebbe stato impossibile. Il mio obiettivo per la gara di domani è semplicemente di dare tutto quello che ho, anche perché non ci aspetta una corsa facile. Penso che sarà speciale essendo l’ultima, e me la voglio godere stando in mezzo ai ragazzi del box, agli ingegneri, a tutti quanti. Sarà emozionante”, ha spiegato Vettel al termine della sua ultima qualifica in Rosso.
Chi si può ritenere soddisfatto, invece, è Antonio Giovinazzi, il quale ha conquistato un’importante quattordicesima posizione in griglia di partenza, grazie anche al fatto che Perez non avesse fatto segnare alcun tempo. Una sessione comunque positiva con l’italiano, che ha così vinto il confronto interno in qualifica contro il compagno di squadra, conquistando una miglior posizione in griglia in ben nove occasioni su diciassette gare: “Sono contento di essere riuscito a conquistare la Q2, soprattutto considerando che il mio ultimo tentativo in Q1 era davvero buono. È un peccato che il mio giro veloce nella seconda manche sia stato cancellato, stavo spingendo tanto e sono finito largo, ma alla fine non sarebbe stato abbastanza per passare in Q3 e non avrebbe fatto differenza. Essere riusciti a passare in Q2 è una buona motivazione per il team. Ultimamente siamo riusciti più spesso ad entrare nei primi quindici, il che è un segnale che stiamo riuscendo a migliorare la vettura. Vediamo cosa potremo fare domani, il nostro obiettivo è fare un buon primo giro e lottare per i punti”, ha raccontato il pilota italiano.
Q3: una lotta a tre
Sin dalle prove libere del venerdì era chiaro come la lotta per la pole sarebbe stata particolarmente intensa, con Verstappen e le due Mercedes pronti a giocarsi le loro chance per partire davanti a tutti. Tuttavia, la sfida per la prima posizione non sarebbe stato l’unico tema del weekend da tenere sott’occhio, perché comprendere dove si sarebbero posizionate le McLaren e le Racing Point sarebbe stato fondamentale per il campionato costruttori.
Il primo pilota ad uscire in Q3 era stato Kvyat, seguito proprio da una delle due vetture di Silverstone, quella di Stroll, pronto a cercare di ottenere un buon risultato per dare una mano alla squadra. Alle loro spalle vi erano Norris, Gasly e Sainz, i quali precedevano i tre protagonisti della lotta alla pole position oltre a Leclerc e Albon a chiudere il gruppo.
Dopo il primo tentativo, in testa alla classifica vi era Bottas, seguito da Verstappen e Hamilton, con i primi tre racchiusi in soli centotrentasei millesimi. Non era nemmeno da sottovalutare la buona prestazione di Albon, il quale era riuscito a chiudere il primo run a poco meno di mezzo decimo dal compagno di squadra, riservandosi così l’opportunità di essere uno dei protagonisti nella lotta delle prime file per un risultato a sorpresa considerando il suo storico in questa stagione. Più staccate le McLaren, a circa quattro decimi dalla vetta, ma l’importante per loro era essere riusciti a mettere le basi per monopolizzare l’intera terza fila, il che avrebbe loro dato opportunità di mettersi alle spalle rivali pericolosi e di porre le basi per conquistare un buon risultato alla domenica. Stroll aveva ottenuto il settimo tempo, mentre Leclerc non era riuscito ad andare oltre l’ottava posizione, precedendo solo Kvyat e Gasly. Vi era da sottolineare, tuttavia, che Norris e i due portacolori dell’AlphaTauri avevano completato il primo tentativo con una gomma usata, avendo usato un treno aggiuntivo di pneumatici soft nella seconda manche, per cui si sarebbe potuto aspettare un miglioramento nei minuti finali quando avrebbero montato un set nuovo.
Con tre minuti e mezzo a disposizione sul cronometro, il primo a tornare in pista era stato nuovamente Kvyat, seguito dal suo compagno di squadra Gasly, che avrebbe così avuto modo di sfruttare la scia. Hamilton si trovava terzo nell’ordine, davanti a Norris, Bottas, Sainz, Leclerc, Verstappen, Stroll e Albon, che ancora una volta sarebbe stato l’ultimo a passare sul traguardo.
Dopo una lotta molto intesa nei secondi finali, a conquistare la pole position era stato l’olandese della Red Bull, rompendo così l’egemonia dei motorizzati Mercedes che durava sin da inizio anno. Un risultato importante per il giovane talento di Hasselt, che domani avrà così l’opportunità di ripetersi partendo da una posizione privilegiata, a patto di riuscire a mantenere tale vantaggio anche alla partenza, aspetto in cui nel corso di questa stagione è stato piuttosto altalenante. Ma quali sono i punti del tracciato in cui Verstappen è riuscito a fare la differenza per portare la sua RB16 davanti a tutti?
Sul rettilineo di partenza, Verstappen era riuscito già a prendere un minimo vantaggio sia su entrambi gli alfieri della casa di Stoccarda grazie ad un’ottima preparazione in uscita dall’ultima curva, che gli aveva assicurato qualche km/h di velocità in più. In curva uno, tuttavia, la Mercedes aveva mostrato i muscoli, riuscendo ad essere più rapida nella percorrenza, anche se in uscita Bottas aveva denotato delle difficoltà, finendo leggermente largo sul cordolo dopo aver accusato un leggero sovrasterzo. Anche in curva tre, una delle più veloci del circuito, la W11 era riuscita a fare la differenza, permettendo ai due piloti di conquistare un piccolo vantaggio sul rivale della Red Bull. Non era un caso che alla fine del primo settore fosse stato proprio Hamilton il più veloce, ovvero quello che aveva interpretato al meglio il tratto più rapido del circuito sfruttando a pieno le potenzialità della sua macchina: Verstappen era staccato di mezzo decimo, mentre il ritardo del compagno di squadra si attestava intorno ai settanta millesimi.
Il trittico di curva 5-6-7 è forse quello dove l’olandese era riuscito a porre le basi per la sua pole position, guadagnando diversi centesimi nei confronti dei suoi rivali. All’entrata di curva 5, infatti, Max era riuscito ad essere estremamente incisivo, portando molta velocità, che però non aveva pregiudicato il cambio di direzione, particolarmente aggressivo, come ci ha abituato l’olandese. Andando a pareggiare i tre piloti in entrata, possiamo notare come il portacolori della Red Bull fosse stato il primo a riuscire a preparare la seconda fase della chicane, a dimostrazione che anche nelle curve lente, mentre gli altri due erano rimasto leggermente più attardati.
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Differente l’approccio in curva sette, dove in ingresso Hamilton era stato quello che aveva scelto una linea più larga in assoluto, andando sulla linea bianca, mentre Verstappen aveva optato per la soluzione opposta, rimanendo più verso l’interno. Bottas rappresentava esattamente la via di mezzo, anche se vi è da sottolineare come Valtteri fosse andato leggermente più profondo rispetto ai rivali in modo da massimizzare l’uscita, raddrizzando prima la vettura e migliorando la fase di trazione, piuttosto che la percorrenza e non era un caso che fosse rimasto leggermente più staccato dal cordolo interno, al contrario degli altri due contendenti alla pole, molto più cuciti.
Ciò aveva penalizzato Bottas in termini di tempo perso in quei microsettori, tanto che il suo distacco era salito a quasi un decimo e mezzo, ma lo avrebbe aiutato sul lungo rettilineo successivo, dove era infatti era riuscito a dimezzare lo svantaggio accumulato. Anche il tratto di curva 8 e 9 aveva riservato degli spunti interessanti, soprattutto per l’approccio del finlandese: nel corso di questa stagione abbiamo visto più volte l’alfiere della Mercedes cercare di spingere in ingresso, lasciando la vettura più scorrevole, anche a costo di arrivare qualche decina di centimetri più profondo in staccata, al contrario del suo compagno di casacca, che in questa tipologia di chicane ha spesso cercato di penalizzare l’ingresso per avere poi una miglior uscita. Era stato così anche in questo caso e non era stata una sorpresa vedere Verstappen, che aveva scelto un approccio simile, guadagnare qualche centesimo in uscita. Un aspetto molto importante, perché portando maggior velocità fuori da quel tratto, Max era riuscito ad annullare il vantaggio motoristico della Mercedes, che si era avvertito solo sul finale del rettilineo che portava a curva 11.
Il trittico di curva 11-12-13 ha rappresentato un altro punto si svolta e quello in cui Hamilton si era giocato le sue chance di poter concludere davanti a tutti, a causa di un grosso sovrasterzo in uscita dall’ultima parte della chicane, che aveva penalizzato anche l’inserimento in curva 14.
Nella parte più guidata, con Lewis virtualmente fuori, Max e Valtteri si erano alternati soprattutto nella zona dell’hotel, dove anche in questo caso si era visto un Verstappen più aggressivo in entrata e un Bottas più incisivo in uscita. Un aspetto minimo, ma pur sempre interessante, riguardava l’ultima curva, dove proprio sul finale i due piloti della Mercedes erano rimasti sul cordolo più esterno in modo da massimizzare la distanza percorsa e mantenersi in linea retta, al contrario di Max, che seguendo la rotazione della monoposto, si era leggermente spostato verso l’interno. Una minuzia, che aveva permesso a Valtteri di recuperare qualche millesimi, che però non era stato sufficiente per arginare Verstappen.
“Prima delle qualifiche sapevo che era l’ultima sessione della stagione e siamo riusciti a fare questa pole. Sono molto felice. All’inizio è stata una qualifica complicata, non riuscivo a trovare ritmo soprattutto nell’ultimo settore dove ci sono tante curve dove si possono commettere errori. Alla fine, sono riuscito a mettere tutto insieme nell’ultimo giro”, ha spiegato l’olandese della Red Bull, soddisfatto per la pole. Domani la partenza sarà fondamentale per mantenere un vantaggio che potrebbe garantirgli il secondo successo in stagione dopo quello di Silverstone.
Al contrario, c’è un po’ di amarezza in casa Mercedes, che si è vista sfuggire la pole con entrambi i suoi piloti per pochissimi millesimi. Due sono i fattori che hanno inciso sulle loro qualifiche. Da una parte il fatto che, come rivelato da Toto Wolff, il team tedesco sia leggermente sceso di potenza con tutte le sue Power Unit, anche quelle clienti, a causa di problemi di affidabilità all’MGU-K che avevano causato il ritiro di Perez in Bahrain e lo stop di Russell nelle prove libere qui ad Abu Dhabi. Dall’altra, le difficoltà della W11 di adattarsi bene nell’ultimo stint alla mescola più soffice, che tuttavia difficilmente vedremo in gara: “Non sono riuscito a far funzionare le gomme soft come volevo, questo è stato il mio problema. Fino alle qualifiche andavo meglio con le gomme medie che con le soft, abbiamo fatto qualche miglioramento ma alla fine non siamo riusciti a sfruttare al 100% gli pneumatici sul giro secco. Il giro non mi ha soddisfatto totalmente, il bilanciamento non era perfetto. Alla fine delle qualifiche ho iniziato a faticare un po’ di più all’anteriore. Probabilmente a causa delle temperature della pista che sono scese, questo ha reso più difficile migliorarmi ulteriormente”, ha spiegato Bottas, che domani partirà secondo in griglia. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il compagno di squadra, tornato in pista dopo una gara d’assenza: “È stato un weekend molto difficile senza dubbio, anche se sono mancato per qualche settimana è come se avessi perso lo slancio e ho faticato davvero tanto finora. Non sono riuscito a trovare il bilanciamento, ma ho dato tutto. Congratulazioni a Max, per lui è un ottimo modo per mettere il suo timbro finale sull’anno con una grande prestazione. Domani proverò a dare filo da torcere”, ha raccontato Hamilton.
Al fianco dell’inglese, in seconda fila ci sarà il suo connazionale Lando Norris, autore di un bellissimo giro proprio nel momento decisivo, il che gli ha dato anche l’opportunità di vincere il confronto interno con Carlos Sainz in merito alle qualifiche. Ciò che ha permesso al pilota della McLaren di fare la differenza è stato sicuramente un posteriore estremamente stabile, che ha lavorato alla perfezione in tutti i settori, dai tratti veloci a quelli più lenti, garantendo così a Norris l’opportunità di centrare una delle sue miglior prestazioni in stagione: “Sono molto felice, sento di aver fatto un buon lavoro. Ero davvero a mio agio in macchina e credo di aver fatto un ottimo giro alla fine. Ho sicuramente fatto un passo avanti in Q3, sono soddisfatto. Non ci aspettavamo di essere davanti ad alcuni dei nostri avversari, il team ha fatto un lavoro grandioso sia in pista che a Woking per metterci in queste posizioni”, ha spiegato il britannico, che ha preceduto Alex Albon di quasi un decimo.
Il pilota anglo-tailandese, infatti, non era riuscito a migliorarsi nell’ultimo tentativo a causa di un’errata gestione del giro, spingendo troppo presto quando le gomme non erano ancora completamente pronte, soprattutto nella chicane 5-6, dove aveva leggermente perso il posteriore: “È stata la mia miglior qualifica dell’anno e mentre sono contento della mia performance, sono anche infastidito di un piccolo errore che ho fatto nel finale in Q3. La macchina era buona e avevamo un buon bilanciamento e mi sentivo bene dopo il primo tentativo in Q3, ma ho chiesto troppo. Nel primo settore ho spinto troppo e troppo presto e le gomme da quel momento erano andate, non avendo più il grip per migliorare il mio tempo”, ha raccontato il portacolori della Red Bull, che quantomeno è riuscito a precedere l’altro pilota della McLaren, Carlos Sainz, il quale domani avrà il vantaggio di partire sulla gomma media.
Tra i piloti più soddisfatti di giornata non può non esserci Daniil Kvyat, autore di una delle sue migliori qualifiche nel corso di questo campionato, continuando così il suo stato di forma che nelle ultime settimane lo ha visto raccogliere diverse ottime prestazioni, così come quella di oggi: “Credo sia stata la miglior qualifica della mia vita. Sono molto contento, fare questo risultato in una pista lunga e con tante curve come Abu Dhabi è fantastico. Sapevamo di essere competitivi, ma è stato difficile comprendere le gomme in questo weekend. Abbiamo fatto un buon lavoro nel mettere tutto insieme per le qualifiche, quindi per qualche ora mi godrò queste belle sensazioni. Dopodiché la mia attenzione si sposterà sulla gara di domani: partendo dal settimo posto sono state poste le basi per un bel risultato sotto la bandiera a scacchi. Quando sono a mio agio con la macchina posso essere veloce, e spero che tutti capiscano cosa sono in grado di fare. Mi piace la vettura, finiamo questa stagione alla grande”, ha raccontato il pilota dell’AlphaTauri, molto probabilmente alla sua ultima gara con la squadra di Faenza.
Ottavo tempo per Lance Stroll, che sarà importante tenere sott’occhio per la gara di domani per la lotta al terzo posto nella classifica costruttori. Alle sue spalle ci sarà Pierre Gasly, che avrà modo di recuperare una posizione a causa della penalità di tre posizioni che era stata assegnata a Charles Leclerc dopo gli episodi di Sakhir, dove con un suo errore nel corso del primo giro aveva provocato il testacoda di Sergio Perez e l’uscita di scena di Max Verstappen. Il monegasco, tuttavia, si era qualificato in nona posizione, risultato che non lasciava del tutto soddisfatto, soprattutto perché non era riuscito a migliorarsi né rispetto al tempo ottenuto in Q1 né rispetto a quello conquistato in Q2, tra l’altro segnato con gomme medie: “Non sono molto contento di come è andata oggi. Anche se il tempo in Q1 è stato buono e in Q2 con gomme Medium molto buono, in Q3 abbiamo perso il ritmo, soprattutto nell’ultimo settore e le cose non hanno funzionato. Sfortunatamente, domani dovremo pagare una penalità di tre posti in griglia, quindi il fatto che io parta con la Medium non farà molta differenza, poiché mi aspetto che le macchine intorno a me scelgano di prendere il via con quella stessa mescola o con la Hard. A livello di passo gara siamo stati abbastanza competitivi in FP2 pur senza riuscire a completare dei buoni long run a causa della bandiera rossa. Credo dunque che il nostro ritmo domani non dovrebbe essere troppo male” – ha spiegato Leclerc, che tra venerdì e sabato ha scelto un assetto differente, puntando su un’ala posteriore più carica che potesse dare maggior supporto nell’ultimo settore -. “Sarà una gara difficile perché qui ad Abu Dhabi fa sempre molto caldo, quindi la gestione delle gomme sarà una fattore importante, anche più del solito. Voglio mantenere il sesto posto nel campionato piloti quindi per quest’ultima corsa stagionale cercherò di recuperare più posizioni possibile”, ha poi aggiunto il Ferrarista.
Le strategie
Difficilmente vedremo grosse sorprese in gara, dato che si prospetta una corsa con un solo pit stop, con le alternative media-hard e soft-hard come quelle più quotate. Da questo punto di vista, infatti, Pirelli suggerisce come opzione più rapida di completare 18 tornate sul compound intermedio, per poi passare a quello più duro a disposizione per arrivare alla bandiera a scacchi. In alternativa, sarebbe possibile anche completare 14 giri sulla soft per poi passare sempre alla hard, anche se si tratta di una opzione leggermente più lenta e che richiederà più management degli pneumatici ad inizio gara. Vi è, inoltre, da non dimenticare che riuscire a completare dei sorpassi su questa pista non è semplice e spesso capita di rimanere imbottigliati nel traffico, per cui coloro che prenderanno il via sulla soft dovranno essere particolarmente attenti ad avere una buona pit window o, quantomeno, a trovare un buon spiraglio in mezzo al gruppo prima di effettuare una sosta.
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