F1 | Ferrari, entra un po’ luce dalla “finestra”, ma servono altre prove

La Rossa in Canada non ha sofferto il degrado gomme, nei prossimi GP capiremo se è guarita davvero

F1 | Ferrari, entra un po’ luce dalla “finestra”, ma servono altre prove

In Canada si è vista la migliore Ferrari della stagione. Basterebbe questo assunto per comprendere quanto è complicata l’annata della Rossa, destinata alle posizioni di rincalzo sullo sfondo del dominio inattaccabile di Max Verstappen. In una Formula 1 che riserva una gara trenino anche nella spesso spettacolare Montreal, la Ferrari è stata comunque protagonista di una gara interessante, sia per il rendimento che per la strategia.

Per la prima volta in stagione la SF23 è stata costante nei tempi e soprattutto non ha divorato il caucciù tanto saporito delle Pirelli. Incredibilmente non è nemmeno crollata con le gomme hard, tenendo un discreto ritmo fino alla fine del GP. Un ritmo molto buono soprattutto con le mescole medie, tale da consentire al team di Vasseur di restare in pista all’ingresso della safety car e fare un balzo in avanti di svariate posizioni, adottando la strategia ad una sola sosta.

Insomma la Ferrari che mangia le gomme è andata in Canada e non solo non le ha più consumate, ma è riuscita a fermarsi una volta in meno di tutti gli altri, restando anche veloce. Un miracolo? Un vero passo avanti? Un episodio? Non lo sappiamo, ma lo scopriremo.

Sicuramente gli sviluppi portati a Barcellona, non certo efficaci al debutto, hanno permesso alla Ferrari di allargare la propria finestra di utilizzo delle gomme, insomma questa “finestra vista gestione gomme” è stata finalmente spalancata dopo otto gare. Ed è entrato uno sprazzo di luce. Leclerc e Sainz, autori di una gara costante, senza errori e sbavature, per la prima volta sono apparsi soddisfatti del comportamento della vettura in gara.

Ciò che adesso tutti ci chiediamo e se la Ferrari abbia trovato qualcosa, tra meccanica posteriore e aerodinamica, in grado di far funzionare l’assetto della macchina e quindi le gomme o semplicemente ha trovato un asfalto non troppo selettivo, reso liscio come un tavolo da biliardo dalla pioggia caduta nei giorni precedenti e quindi poco stressante per le mescole. Verstappen ha lamentato una grande mancanza di grip dello stesso, e se più aderenza significa performance, significa al contempo più consumo gomma. E’ una chiave di lettura, ci auguriamo non quella corretta.

Sarebbe infatti più auspicabile pensare ad una Ferrari che si sia instradata nella giusta direzione, capace di far quantomeno funzionare con regolarità prestazionale la SF23 sul long-run. Esorcizzare i crolli prestazionali a metà GP è un buon inizio per tornare ad essere credibili.

A questo punto Spielberg e Silverstone, due piste toste, con curve in appoggio che mancavano a Montreal, sono esami da non fallire. E rappresentano la miglior controprova possibile alla prestazione incoraggiante del Canada. Un indizio è solo un indizio, e permettetemi, troppe volte negli ultimi anni ci siamo entusiasmati per nulla. Figuriamoci per una gara buona, ma chiusa comunque lontano dal podio. La strada è ancora lunga, proviamo a mantenere la “finestra” aperta anche in Austria.

Antonino Rendina

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