F1 | Charles Leclerc magico, la sua quinta sinfonia è un inno al talento

Febbre Leclerc come la febbre Villeneuve. Il novello Gilles sta riaccendendo la passione degli italiani per la F1

F1 | Charles Leclerc magico, la sua quinta sinfonia è un inno al talento

Febbre Leclerc. Come più di quarant’anni fa c’era la Febbre Villeneuve. Ci sono piloti che hanno la capacità di accendere gli animi, di appassionare platee intere, per come approcciano alla competizione, per il loro spirito, per come guidano e per quello che trasmettono. Charles Leclerc è uno di questi, è qualcosa di totalmente nuovo e probabilmente inaspettato nel panorama della F1 e più in particolare della Ferrari.

Il riscatto per la delusione di Silverstone arriva nel modo più fragoroso e spettacolare possibile, con una vittoria che è un inno al talento, alla guida, alla competizione.  Non uno, ma ben tre sorpassi sul fortissimo rivale Max Verstappen, su quella Red Bull che sperava di mettere a segno l’ottavo sigillo stagionale sul circuito più caro alla proprietà, tre manovre tutte diverse ed egualmente significative.

Il primo sorpasso è estro, fantasia, intelligenza. E’ l’uomo oltre il limite della monoposto, è una finta che diventa magia all’interno di curva 4, con Verstappen – ripetiamo il temibile Verstappen, non uno qualsiasi ma il campione in carica che ancora giovanissimo sta già scrivendo la storia con la sua classe cristallina – che viene preso in contropiede e non può reagire.

Il secondo sorpasso su Max è invece una staccata di prepotenza, con il terzo che invece è un incrocio da manuale con uscita curva in trazione. Leclerc aveva l’auto, le gomme, tutto. Negli ultimi giri ha confermato la sua grandezza, gestendo con perizia e nervi di acciaio un problema tecnico all’acceleratore che avrebbe fatto sudare freddo chiunque. Lui si è adattato ad una monoposto che non decelerava mai del tutto, senza concedere speranza alcuna a Verstappen.

Ha saputo metterci del suo, componendo una sinfonia, la quinta in carriera, armoniosa e spettacolare, con l’effetto di incollare gli appassionati allo schermo, di esaltare il pubblico presente in pista e quello a casa, di far pulsare con le sue gesta una passione rossa che sta letteralmente esondando.

Con un Leclerc così, permettete, passa tutto in secondo piano; il monegasco ha spazzato via con una prova eccellente tutte le polemiche di una settimana fatta di malumori e chiarimenti. E francamente fa anche sorridere che non ci siano ancora gerarchie nette, che la Ferrari possa anche solo lontanamente pensare di non puntare tutto su questo fuoriclasse, colui che davvero può riportare il mondiale a Maranello dopo Raikkonen.

Da quanto tempo non capitava che un pilota emozionasse i tifosi per il modo di correre? Sicuramente nel dopo Schumacher la Ferrari ha alternato tanti campioni al volante, non ultimi gli Alonso e i Vettel, grandi piloti che purtroppo non hanno vinto il titolo. E proprio Alonso e Vettel, nel loro lottare con la Rossa, nel loro tremendismo ferrarista, hanno regalato seppur in tempi e modi diversi tantissime emozioni.

Leclerc, però, pare avere qualcosa di speciale. Questo ragazzo ha la capacità di “parlare” al grande pubblico, è come se il suo approccio, le gesta in pista, il talento innato, la capacità di lottare contro la sfortuna, l’istinto di provarci sempre, una generosità messa in macchina giro dopo giro, abbiano fatto breccia nello spettatore medio, con il risultato di riavvicinare il pubblico alla Ferrari e alla F1.

Anche per questo continuo a pensare che Charles abbia qualcosa di Gilles. Come il canadese anche il predestinato monegasco è a suo modo un idealista del volante, un eroe malinconico che asseconda e anela il proprio spirito. Si intravedono le stimmate di qualcosa di magico, che forse ancora non cogliamo appieno. E non è un caso che nel racconto di Antoine de Saint-Exupéry sia l’Aviatore a familiarizzare con il Piccolo Principe.

Antonino Rendina


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