F1 2017 – Halo o cupolino: i piloti chiedono protezione per la testa
Dal 2017 via libera ad Halo per proteggere la testa dei piloti
L’incidente, poi rivelatosi fatale, occorso a Jules Bianchi in quel maledetto GP del Giappone del 2014 ha segnato un punto di non ritorno, un solco dal quale è impossibile tornare indietro, con l’esigenza di esorcizzare al più presto l’ultimo vero fattore di rischio incontrollabile in Formula Uno, ovvero la testa del pilota, unica parte del corpo non avvolta in resistenti cellule di kevlar e carbonio. Il solo casco, per quanto parliamo di elementi di pregiata fattura, non basta.
I puristi, chissà quanti, storceranno il naso probabilmente. In effetti l’essenza della monoposto di F1 è quella di essere a ruote scoperte, con l’abitacolo aperto, è la storia, è la tradizione, è il DNA della categoria regina del Motorsport. Allora la domanda è: un cupolino, una copertura, svilirebbero il senso della F1? Non è detto, e comunque la sicurezza deve essere anteposta a qualsivoglia principio o tradizione “corsaioli”.
Ecco perché Alex Wurz, ex pilota di F1 e presidente della GPDA, l’associazione dei piloti – un sindacato molto morbido e poco coeso, e il fatto che si sia mosso è già una chiara indicazione dell’importanza della questione – ha confermato che i piloti per il 2017 hanno richiesto l’introduzione di Halo, l’aureola, il triangolo, studiato dalla Mercedes, che proteggerebbe il capo del pilota senza danni per la visibilità. “I piloti chiedono che dal 2017 sia introdotto Halo. E’ un sistema che li protegge senza compromettere visibilità e l’essenza delle monoposto di F1” ha dichiarato Wurz.
In alternativa la FIA potrebbe introdurre un cupolino di tipo militare. Nel ventunesimo secolo incidenti come quello di Bianchi o dell’altrettanto sfortunato Justin Wilson in IndyCar non sono più ammissibili.
Antonino Rendina
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