Andretti no, Haas sì: l’ipocrisia della Formula 1 e lo scontro con la FIA
"Non riteniamo Andretti un richiedente competitivo". C'è evidentemente qualcosa che non va
Nel pomeriggio di mercoledì la Formula 1, attraverso un lungo e dettagliato comunicato stampa ha fatto sapere di aver respinto la richiesta di Andretti per un eventuale ingresso nel Circus nel 2025. Tanti i punti che hanno fatto sì che un nome così importante nel mondo del motorsport non avesse le carte in regola per partecipare al campionato più prestigioso esistente. Alcuni spiccano fra tutti, come la mancata fornitura di una power unit in grado di spingere le vetture americane, giustificato con “la necessità per qualsiasi nuova squadra di avere una fornitura obbligatoria di propulsori, potenzialmente per un periodo di diverse stagioni, sarebbe dannosa per il prestigio e la posizione del campionato”. Quale sarebbe il problema di avere un accordo con un fornitore a media/lunga durata? Il possibile know-how che si verrebbe a creare una volta arrivata General Motors? Ci sembra che una cosa del genere stia accadendo con Honda, Red Bull e Ford, eppure nessuno ha battuto ciglio.
“ANDRETTI NON E’ COMPETITIVO E NON PORTA PRESTIGIO ALLA FORMULA 1”
“Il nostro processo di valutazione ha stabilito che la presenza di un’undicesima squadra non fornirebbe, da sola, valore al campionato. Il modo più significativo in cui un nuovo concorrente apporterebbe valore è quello di essere competitivo. Sebbene il nome Andretti porti un certo riconoscimento per i fan della Formula 1, la nostra ricerca indica che la Formula 1 apporterebbe valore al marchio Andretti piuttosto che il contrario”. Altro stralcio del comunicato mandato ieri. Siamo così sicuri che questo marchio tanto glorioso non porti alcun prestigio al Circus? Specialmente nel mercato americano, laddove la Formula 1 sta cercando di espandersi sempre di più, tant’è che si parla dell’ennesimo cittadino in quel di Chicago, anche se gli ostacoli sembrano essere più grossi di quanto previsto. Ma stiamo davvero parlando di prestigio? Oppure il problema è quello della fetta in più della famosa torta che i vari team si spartiscono ogni anno? Perché se dovessimo davvero parlare di prestigio, allora la Haas che ci sta a fare in Formula 1? Cosa avrebbe di più di Andretti?
“Il modo più significativo in cui un nuovo concorrente apporterebbe valore è quello di essere competitivo, in particolare competendo per il podio e la vittoria delle gare. Ciò aumenterebbe sostanzialmente il coinvolgimento dei fan e aumenterebbe anche il valore del campionato agli occhi delle principali parti interessate e delle fonti di entrate come emittenti e promotori di gare”. Quindi ci aspettiamo che Audi, nel 2026, sia già competitiva e in grado di vincere dei Gran Premi. Sì, è vero, è una situazione diversa, perché va a “prelevare” una squadra già esistente, ma entrerà con una power unit di sua produzione e di fatto la Sauber verrà inglobata, quindi avrebbe persino meno attenuanti. Al di là di questo, capiamo come si sia fatto di tutto per impedire ad Andretti di entrare al momento in Formula 1, lo avevamo già capito mesi fa onestamente, nonostante la volontà della FIA e di Ben Sulayem, avendo accettato il marchio statunitense, cosa che il Circus ha invece bloccato, per cosa? Per il prestigio, per la competitività o per il denaro come ammesso anche da Christian Horner in una recente intervista? Il comunicato intero, che vi lasciamo qui, a disposizione di tutti, ci sembra una grandissima para****ta. Badate bene, questo non è un attacco nei confronti della Haas, l’abbiamo messa come esempio essendo spesso ultima, ma avremmo potuto citare altri team che di competitivo, obiettivamente, hanno ben poco, se pensiamo che a parte gli exploit di AlphaTauri (Monza 2020), Racing Point (Sakhir 2020), McLaren (Monza 2021) e Alpine (Ungheria 2021), da Malesia 2013, seconda gara del mondiale, vincono soltanto Red Bull, Mercedes e Ferrari. Un po’ di ipocrisia (anche più di un po’) in quel comunicato c’è, è lampante, non siamo mica nati ieri, dai.
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