Overtake, l’arte del sorpasso

Parte seconda

Overtake, l’arte del sorpasso

Qui la prima parte.

Gp degli USA – Est 1982

In un tracciato a detta di molti piloti “fuorilegge” si disputò il Gran Premio degli Stati Uniti, precisamente nella metropoli di Detroit. A guadagnare la pole position è Alain Prost su Renault affiancato in prima fila da Andrea De Cesaris (Alfa Romeo). La domenica la gara viene interrotta dopo solo 6 giri a causa di un incidente tra la Brabham di Patrese e la Ensign del colombiano Roberto Guerrero, dove quest’ultimo era stato a sua volta autore di un contatto con de Angelis che aveva letteralmente sollevato la monoposto oramai senza controllo. A causa della posizione delle vetture il direttore di gara impone il regime di bandiere rosse per diversi minuti ed alla ripartenza fortunatamente non si verificano altri incidenti. In tutto questo parapiglia chi riesce ad approfittarne è John Watson su  McLaren-Cosworth: alla partenza era soltanto diciassettesimo, staccato di 3” dal poleman a causa di un incidente durante la prima sessione di qualifiche. Il suo passo gara si dimostra impressionante così come la facilità con cui sorpassa gli avversari in un circuito cittadino così stretto, tanto che al 26° passaggio è dietro a Lauda, Pironi, Cheever, Prost e Giacomelli. Quattro giri più tardi infila prima Prost e poi l’italiano con grande sagacia e duella con lui finchè O’Malley nel tentativo di riguadagnarsi la posizione lo tocca rompendo la sospensione anteriore. In breve tempo Watson si fa sotto a Lauda e lo passa (33° giro) ma ciò non è abbastanza per lui che sul rettilineo Larned scavalca Cheever con un bellissimo sorpasso all’interno che manda in visibilio il pubblico statunitense; stessa sorte per Pironi di lì a poco. In questa furibonda rimonta la McLaren dell’inglese riesce a raggiungere il leader della corsa, la Williams di Keke Rosberg, superarla e vincere con notevole distacco prima che sia esposta la bandiera a scacchi per superamento del tempo limite. Una splendida rimonta per John Watson che vinse per la quarta volta nel mondiale.

Gp di Monaco 1984

Nell’anno della sfida Prost – Lauda su McLaren si mette in luce una nuova stella, anzi, a dirla tutta ben due. Le qualifiche vengono monopolizzate dal francese che parte in pole davanti a Mansell, Arnoux e Alboreto mentre Lauda è soltanto ottavo. La domenica mattina un forte acquazzone si abbatte sul Principato rendendo il tracciato molto pericoloso, ciononostante si decide di correre lo stesso facendo però bagnare anche il tunnel per evitare che il repentino cambio bagnato-asciutto non provochi incidenti. Alla partenza Prost scatta bene seguito dagli altri mentre dietro le due Renault sono costrette al ritiro per un contatto alla Sainte Devote. Al quarto giro Lauda infila all’interno la Ferrari di Alboreto nel complicato tornante Loews, al 6° invece è il turno di Arnoux che viene passato sulla Beaurivage. Dietro invece si fa notare un giovane brasiliano a bordo della modesta Toleman-Hart gommata Michelin, è Ayrton Senna da Silva che riesce a girare sugli stessi tempi dei primi; da segnalare che al comando vi è Mansell che però al 16° passaggio perde il controllo della monoposto causa aquaplaning riconsegnando di fatto la leadership a Prost. Nel frattempo Senna ha passato Rosberg ed Arnoux, Lauda è nel suo raggio non molto distante e di fatto al diciannovesimo giro lo sorpassa. Ma non è il solo a mettersi in risalto sotto la battente pioggia monegasca perché anche Stefan Bellof su Tyrrell gira su tempi strepitosi, superando Rosberg al giro 23 in uscita dal Tunnel. Un giro più tardi è già in lotta con Arnoux: dopo diversi tentativi sempre bloccati dal francese l’opportunità giusta arriva al 27° passaggio alla Mirabeau, Bellof non sbaglia tenendo duro e passa così in terza posizione. Più avanti intanto Senna è molto vicino a Prost, in pochi giri avrebbe l’occasione di passarlo e portare a casa una storica vittoria, tuttavia la gara viene conclusa al 32° giro con l’esposizione della bandiera da parte di Jacky Ickx, dopo che Prost un giro prima aveva segnalato l’aumento della pioggia. Come riuscì Senna ad andare così forte? Oltre ad essere un “Mago della Pioggia” usò molto l’intelligenza, bypassando manualmente il turbo ed avendo di fatto un motore aspirato, cosa che gli garantiva una risposta meno arrogante del propulsore Hart nelle zone guidate salvo poi utilizzarlo in rettilineo. Probabilmente Bellof ebbe la stessa idea, tuttavia dopo la scoperta dell’inganno Tyrrell non avrà valido il piazzamento. Una piccola nota: il record sul giro del Nürburgring Nordschleife in qualifica ed in gara sono suoi, a bordo di una Porsche 956.

Gp d’Ungheria 1986

La gara di fatto è una questione tra brasiliani: Ayrton Senna (Lotus – Renault) contro Nelson Piquet (Williams – Honda). In un tracciato difficile come quello dell’Hungaroring Senna, vantando la partenza dalla pole position, sceglie per la gara un assetto che gli consenta di avere una velocità di punta alta lungo i rettilinei per rendere impossibile il sorpasso a chi lo segue, tuttavia il suo tempo sul giro è più lento, mentre Piquet opta per il contrario. Verso gli ultimi giri si ha la vera lotta con il coltello tra i denti: una prima volta Piquet riesce al termine del rettilineo nel sorpasso tuttavia finisce largo ritrovandosi nuovamente dietro a Senna. Decide quindi di aspettare ancora qualche giro, sempre attaccato alla coda della Lotus nero-oro per avere una velocità sufficiente in uscita di scia. Viene finalmente premiato e compie uno dei sorpassi più belli, memorabili ed ancora oggi considerato “impossibile” per come è andato: sempre alla fine del rettilineo che immette nella curva a destra Senna chiude internamente prendendo la traiettoria ideale mentre Piquet mantiene quella esterna più sporca e stacca molto profondamente sterzando al contempo, la Williams si intraversa ma abilmente va di controsterzo riuscendo a trovarsi davanti alla Renault di Senna e chiudendogli la traiettoria. Favorito poi dall’aerodinamica nei tratti di guidato acquista vantaggio e se ne và spiazzando completamente il connazionale, che mai avrebbe pensato ad una mossa del genere. Piquet vincerà con oltre dieci secondi di vantaggio una delle gare più spettacolari di sempre su di un tracciato normalmente poco conforme ai sorpassi. Eloquente il commento di sir Jackie Stewart:«È stato come fare un looping con un Boeing 747!”.

Continua…

 

Andrea Villa

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