Overtake, l’arte del sorpasso

Parte prima

Overtake, l’arte del sorpasso

Ciò che ha fatto innamorare tante persone nel mondo della Formula Uno è stato vedere un sorpasso tra monoposto, cosa che ancora oggi regala emozioni: duelli corpo a corpo, staccate al limite e sangue freddo. Ripercorreremo in una serie di articoli alcuni tra i sorpassi più belli ed ancora oggi ricordati che non sempre sono andati a buon fine, portando a discordie e stuzzicando la fantasia degli appassionati, che ancora oggi si chiedono come sarebbe stata la situazione se allora fosse andata diversamente.

Gp d’Olanda 1970

Una pista umida la domenica mattina sorprende un po’ tutte le squadre, in aggiunta l’asfalto già sporcato dalla sabbia rende la vita ai piloti ancor più difficili. Due erano allora le aziende fornitrici per gli pneumatici: Goodyear e Firestone, con quest’ultima leggermente avvantaggiata quando l’asfalto era bagnato. Non a caso le due vetture che prendono presto il largo sono una Ferrari ed una BRM che montano le gomme statunitensi, guidate da due assi della guida sotto la pioggia: Jacky Ickx e Pedro Rodríguez, che danno spettacolo sotto gli occhi di migliaia di tifosi accorsi per assistere alla tappa olandese. Vanno così forte che doppiano tutti battagliando anche mentre sfilano gli altri concorrenti, un terzo dei quali si ritirerà in seguito a problemi meccanici ed incidenti; Ickx e Rodríguez invece paiono avvolti in un alone di intoccabile misticità, spingono le loro vetture al massimo e si sorpassano vicendevolmente per più volte finché, al termine dei 70 giri previsti, è il ferrarista a spuntarla in un emozionante quanto mai pulito duello con il giovane messicano.

Gp di Monaco 1975

Anche qui una partenza sul bagnato che mette in difficoltà i piloti e che vede in breve i ritiri di Vittorio Brambilla, Jean – Pierre Jarier e Mario Andretti. Uscito il sole la pista va però via via asciugandosi ed i piloti possono montare gomme slick e duellare tra di loro. Interessante è il duello tra James Hunt e Patrick Depailler: fianco a fianco nel corso del 63° giro arrivano alla Mirabeau Haute e qui l’inglese, che si trova all’esterno, ha la peggio finendo dritto contro le barriere dopo che è stato spinto al limite. Da buona testa calda quale è Hunt comincia ad inveire contro il pilota Tyrrell e lo aspetta dentro la pista il giro seguente, lottando pure contro i commissari che cercavano di smuoverlo. Dopo aver visto ripassare l’avversario ed avergliene dette quattro attraversa la pista con tranquillità facendo sbiancare pubblico e commissari per il noncurante gesto.

Gp d’Austria 1975

Una bella giornata per i colori italiani. Parte subito forte Niki Lauda su Ferrari ma dopo quattordici giri è James Hunt a prendere il comando, i giochi paiono essersi conclusi. Ed invece no, perché una March arancione sta rimontando in tutta fretta nonostante le avverse condizioni climatiche: alla guida c’è Vittorio Brambilla, il quale partito dall’ottava casella supera tutti i più accreditati piloti alla vittoria e taglia il traguardo in solitaria dopo soli 29 giri ed oltre ventisette secondi di vantaggio sui più prossimi inseguitori. Dalla felicità per la sua prima vittoria alza le mani al cielo perdendo però il controllo della vettura che si schianta contro il guard-rail disintegrandosi, ma fortunatamente lasciando il pilota illeso. In seguito il musetto verrà posto come reliquia nell’officina di famiglia a ricordo dell’unica vittoria del Monza’s Gorilla.

Gp di Francia 1979

Quello che ancora oggi è ricordato come il Duello di Digione. Le Renault con motore turbo sono veramente imprendibili sul tortuoso tracciato e di fatto Jean-Pierre Jabouille andrà a vincere senza intoppi. Dietro invece la lotta per il secondo posto si fa davvero incandescente: Gilles Villeneuve non vuole nonostante sia incalzato dall’altra Renault di Arnoux, che era partito male trovandosi nono al primo giro, ma che con grandi sorpassi era riuscito a riportarsi in lotta per la piazza d’onore. La lotta è pulita ed equilibrata perché la Ferrari del canadese ha ottimi tempi nel tratto misto, mentre nell’unico e lungo rettilineo la doppia turbina Renault garantisce maggiore velocità di punta al francese. Le vetture sono quasi sempre affiancate negli ultimi sei giri, entrambi i piloti staccano al limite facendo fumare le gomme e rendendo i dischi roventi, le traiettorie si incrociano più e più volte e si viene spesso a contatto. A spuntarla alla fine è il pilota della Rossa che mantiene un’eroica seconda posizione e festeggia con Arnoux un’entusiasmante gara sotto gli scroscianti applausi del pubblico.

Gp di Spagna 1981

Quella che da molti è considerata l’ultima grandissima gara di Gilles Villeneuve prima dei tragici eventi del 1982. Alla partenza è settimo con oltre un secondo di distacco dal poleman, Jacques Laffite su Ligier-Matra, ma come di consueto quando i semafori si spengono comincia a dare spettacolo e dopo poche curve è già terzo dopo aver superato Giacomelli, Prost e Watson. Il motore turbo Ferrari spinge forte in rettilineo e così all’inizio del secondo giro può infilare anche la Williams di Reutemann. Al 14° passaggio è finalmente in testa dopo che Alan Jones finisce in testacoda. Gara quindi conclusa, verrebbe da pensare, invece no. Il canadese deve difendersi per diversi giri dagli attacchi degli avversari quali Laffite, Watson, Reutemann, le due Lotus di De Angelis e Mansell e per finire Alan Jones che dietro di lui avevano formato un insidiosissimo trenino. Sebbene la 126CK fosse una vettura difficile da guidare nel misto, la potenza giocava a suo favore nei dritti e grazie a ciò Villeneuve riuscì per soli 220 millesimi di secondo a vincere la sesta ed ultima gara valida per il mondiale della sua carriera, dimostrando non solo grandi doti di sorpasso ma anche di tenacia nel saper resistere ai tentativi altrui.

Continua…

 

Andrea Villa

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