Williams, Maldonado: “Il circuito di Singapore mi si addice”

Il venezuelano vuole ripetere la buona prestazione in qualifica del 2012

Williams, Maldonado: “Il circuito di Singapore mi si addice”

Risparmiando proclami e speranze la Williams si prepara a Singapore con un solo desiderio, quello di dimostrare che il 2013 non è tutto da buttare.

“È un cittadino atipico a causa delle velocità elevate, delle frenate forti e delle curve che mettono sotto stress le coperture in termini di frenata e trazione soprattutto quando la vettura è a pieno carico di benzina – ha analizzato Pastor Maldonado – In questo caso la strategia diventa fondamentale, in particolare quella del primo stint. La scorsa edizione ho ottenuto il secondo posto in griglia, ciò significa che come layout mi si addice. Cercherò di spremere al massimo la monoposto per tirare giù più decimi possibili dal mio tempo”.

“Non ho mai girato su questa pista, di conseguenza per me sarà una sfida completamente nuova – ha dichiarato Valtteri Bottas – Prima del weekend mi sono allenato al simulatore per capire le insidie che troverò e che saranno soprattutto le pieghe in rapida successione. Non credo avrò comunque problemi ad imparare, già in altre occasioni ho dimostrato di saper arrivare presto alla giusta velocità. Il fatto che si corre di notte dà a questo gran premio un allure unico. Personalmente farò in modo di non stravolgere le mie abitudini. C’è soltanto una cosa che cambierò, niente visiera per il sole, ma anti-riflesso”.

“Fisicamente e mentalmente è una gara molto complessa, dove si raggiungono i 30 C° e il 75% di umidità. Le curve sono 23 e praticamente non lasciano respiro seppure la 10 è stata modificata per creare una sezione più fluida prima dell’ Anderson Bridge – ha spiegato il capo degli ingegneri Xevi Pujolar – E’ il tracciato in cui si perde di più in corsia box ed è molto esigente con le gomme tanto da richiedere anche tre stop. Quest’anno la Pirelli porterà una mescola media un po’ più dura, quindi se ne potrebbero vedere di meno. Alto il rischio safety car”.

Chiara Rainis

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