Il GP d’Ungheria dal punto di vista della Pirelli

In pista come nel 2014 le medie e le soft

Il GP d’Ungheria dal punto di vista della Pirelli

Gli pneumatici P Zero White medium e P Zero Yellow soft saranno in azione al Gran Premio d’Ungheria. Un evento carico di storia, poiché fu la prima gara a svolgersi oltre l’ex cortina di ferro, su un circuito particolare, appena fuori Budapest, che è stato descritto da un ex campione del mondo come “una pista da go-kart un po’ più lunga”. Parole che spiegano bene le caratteristiche del tracciato: stretto e tortuoso, con un unico rettilineo davanti ai box. La compattezza del circuito lo rende molto amato dagli spettatori, che possono vedere la maggior parte delle curve da qualsiasi punto di osservazione.

Paul Hembery, Direttore Motorsport: “Passiamo da Silverstone – uno dei circuiti più veloci e scorrevoli del calendario F1 – all’Hungaroring, che è tra quelli più lenti, caratterizzato da una successione senza interruzione di curve tecniche. Si tratta di una vera e propria sfida per piloti, vetture e gomme, costretti incessantemente a un duro lavoro. Una delle maggiori sfide è il meteo che può essere estremamente caldo e ovviamente questo ha un effetto significativo sul degrado termico. Al fine di trovare il giusto equilibrio tra prestazioni e durata, abbiamo deciso di portare le morbide e le medie come l’anno scorso per fornire il grip meccanico necessario per affrontare tutti i cambi di direzione, ma sufficientemente dure per resistere alle impegnative condizioni climatiche. È un circuito in cui non sempre è facile sorpassare, per questo la scelta della giusta strategia potrà fare la differenza”.

La sfida per gli pneumatici:

C’è solo un rettilineo significativo all’Hungaroring, insufficiente però a raffreddare le gomme. Per questo, se farà caldo, le gomme lavoreranno costantemente in prossimità del limite superiore della finestra termica ideale, in particolare le medium, che hanno una mescola “low working range”. Tuttavia, come è accaduto lo scorso anno, non è escluso che possa piovere.

Oltre ad essere impegnativo per gli pneumatici, l’Hungaroring è molto faticoso per i piloti, che spesso l’hanno paragonato a Singapore (noto come il circuito più impegnativo fisicamente dell’anno) a causa delle tante curve, delle temperature ambientali elevate e, conseguentemente, della scarsa aerazione dell’abitacolo.

L’Hungaroring è un circuito molto ben bilanciato in termini di trazione, frenata e forze laterali. Tutte le forze che agiscono sulla vettura sono simili, condizione che suggerisce l’impiego di un set-up neutro. I team tendono a dotare le vetture di un forte carico aerodinamico per favorire l’aderenza.

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