Hamilton: “Per essere un vincente ho sacrificato l’infanzia”

Il pilota Mercedes spera un giorno di poter aiutare i bambini in difficoltà

Hamilton: “Per essere un vincente ho sacrificato l’infanzia”

Le prime stagioni in F1 sono state per Lewis Hamilton più un incubo che positive. A confidarlo lo stesso tre volte iridato in un’intervista in cui ha ammesso di aver sofferto parecchio gli alti e bassi emotivi tipici di una carriera stressante come quella da pilota professionista.

“Il 2007 e il 2008 sono stati traumatici per me – le sue parole all’emittente TV3 – Non mi sono divertito affatto. La sconfitta del primo anno è stata davvero dura da digerire perché ero troppo giovane, mentre la vittoria del titolo ha avuto qualcosa di incredibile. Ho saputo di avercela fatta solo dopo aver tagliato il traguardo. Terribile, seppure mi sforzassi di sorridere – ha confidato – In realtà mi sentivo solo svuotato e infatti sono stato incapace di apprezzare a pieno quanto avevo conquistato”.

“Forse l’età ha reso tutto più complicato, o magari l’aver sacrificato l’infanzia per correre nei kart bruciando così le tappe – il racconto del 30enne della Mercedes – Non sapevo per nulla gestire il rapporto con i media e gli aspetti negativi del nostro sport. Poi pian piano sono maturato come persona e mi sono creato un’identità, il che mi ha permesso di bissare il successo nel 2014 con maggiore tranquillità e consapevolezza”.

Quindi esprimendo un desiderio per il futuro il campione di Stevenage ha concluso: “Quando smetterò di correre vorrei creare delle scuole per permettere ai bambini bisognosi di ricevere una buona educazione e di imparare a suonare uno strumento musicale”.

Chiara Rainis

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