GP Monaco – La Ferrari deve rispondere agli attacchi della “banda del telaio”
La Rossa attualmente non sembra godere di grande stima tra i rivali e l'appuntamento tra le stradine del Principato sa di resa dei conti
Montecarlo è croce e delizia della F1; inutile girarci intorno, il GP che è status symbol ed essenza della F1, intesa come lusso, sfarzo, bella vita, è spesso anche la morte stessa della F1 intesa come spettacolo. Il Gp Monaco è un magnifico controsenso che si ripresenta ogni anno, appuntamento iridato storico che oscilla senza soluzione di continuità tra l’essere considerato la gara dell’anno e al contempo una tediosissima cambiale da pagare.
De gustibus, fatto sta che solitamente le aspettative e le speranze della vigilia impattano fragorosamente su una pista che è una monorotaia angusta, stretta, anacronistica per monoposto letteralmente schiave dell’aerodinamica. Giganti che corrono in un salottino costoso, eppure a Montecarlo le squadre si giocano sempre tantissimo, sia in termini di classifica che di gloria, perché quello monegasco continua ad essere considerato uno degli appuntamenti clou della stagione, nonché una delle gare più prestigiose ed affascinanti del panorama motoristico mondiale.
Le tre squadre protagoniste del campionato arrivano a Monaco con stati d’animo completamente diversi: la Mercedes è incattivita e in cerca di riscatto, con l’obiettivo di tornare a dettare legge dopo il disastro del Montmelò, la Red Bull è al settimo cielo e vuole stupire ancora facendo leva sulla bontà del proprio telaio, mentre la Ferrari non può far altro che mantenere un profilo basso, sperando in cuor suo di confermarsi seconda forza in pista e di non essere scavalcata dalla minaccia bibitara.
Facilmente prevedibile, non serve la sfera di cristallo, un dominio dei dioscuri di Stoccarda nelle stradine del Principato, con una monoposto praticamente impeccabile e che difficilmente avrà difficoltà a monopolizzare la prima fila in qualifica. Dopo la lavata di testa spagnola, siamo inoltre certi che Hamilton e Rosberg partiranno in punta di dita, tenendosi a debita distanza l’uno dall’altro. La vera gara tra i due si giocherà al sabato, con Lewis che dovrà dare fondo a tutte le sue qualità di poleman per strappare la vittoria a Nico, che però a Montecarlo corre “in casa” e ha fatto sue le ultime tre edizioni della corsa. Una bella sfida sul filo dei nervi e dei millesimi, con gli altri che molto probabilmente faranno solo da spettatori.
Con una Mercedes inarrivabile per chiunque, la Rossa è invece diventata la “vittima” preferita dei progetti di rivincita altrui. La Red Bull è convinta di poter superare il Cavallino ed ergersi a seconda forza del campionato, e finanche la (finora) derelitta McLaren, per voce del team principal Boullier, ha pronosticato per Monaco una MP4-31 all’altezza, se non più competitiva, della SF16-H. Dichiarazioni, ambizioni, obiettivi che indicano come la Ferrari non sembri fare troppa paura agli inseguitori. Probabilmente il Cavallino è visto attualmente come un obiettivo alla portata, la classica “big” in crisi contro cui è sin troppo facile fare bella figura.
Sornioni, in netta rimonta, furbescamente rinvigoriti dal jolly pescato con Verstappen a Barcellona, gli uomini Red Bull si stanno riprendendo la scena e la stima degli addetti ai lavori trincerandosi dietro il motto di “miglior telaio della griglia”. L’avanzata bibitara spaventa ed intimorisce, perché è ancora fresco il ricordo della Red Bull di Vettel letteralmente attaccata a terra in curva e dominante.
Nel silenzio delle viscere di un mondiale scontato, sale pian pianino anche la McLaren. Gli inglesi, sulla falsariga di quanto accade a Milton Keynes, si fidano ciecamente del telaio e dell’aerodinamica nati dalla matita di quel figlioccio di Newey che è Prodromou. Tanta, forse troppa, la sicurezza mostrata alla vigilia della gara dove la potenza bruta del motore meno che altrove. E così anche la banda Woking si erge a sfidante alla pari della Ferrari, di quella Ferrari che fino a un mese fa doveva lottare per il mondiale. Una bella pubblicità, non c’è che dire.
Nella asfissiante Monaco, dove i muri non lasciano margine d’errore e dove almeno un tempo il talento dei piloti faceva la differenza, la Ferrari dovrà trovare le forze di reagire alle critiche, alle speculazioni, agli attacchi di una concorrenza animata e tonificata dalle altrui difficoltà. La squadra dovrà lavorare sull’assetto per permettere a Vettel e Raikkonen di essere perfetti danzatori tra i muretti del Principato. La SF16-H che difetta per trazione in uscita dalle curve lente dovrà obbligatoriamente fare leva su maneggevolezza, bilanciamento, erogazione, qualità che non sembrano mancare del tutto all’attuale Ferrari.
Il resto potrebbero farlo le gomme ultra-soft, teoricamente adatte alla vettura italiana. Nel trenino di Monaco sarà fondamentale la qualifica; gli uomini Ferrari dovranno essere perfetti per evitare che Maranello venga risucchiata in acque torbide, finendo per navigare a vista in compagnia di squadre che bramano di trasformare la difficile stagione della Rossa in un vero e proprio incubo.
Antonino Rendina
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