Formula 1 | In Messico la Ferrari più brutta e anonima del 2022: F1-75 volutamente depotenziata?
Ancora timori sull'affidabilità: si lavora per gettare basi solide in vista del 2023, ma con quali certezze?
Il fine settimana messicano della Ferrari è stato a dir poco insufficiente. La F1-75 ha evidenziato grossi problemi in altura, e molto probabilmente, ma questa è una nostra opinione è stata limitata nell’utilizzo della power unit per non dare troppi problemi al propulsore, già di per sé fragile, in un contesto nel quale l’aria è molto più rarefatta. Sainz e Leclerc hanno chiuso al quinto e sesto posto, senza quasi essere mai inquadrati, da soli, in quella che è stata la gara più brutta e anonima da parte della Rossa di Maranello in questa stagione.
Eppure le basi per un mondiale da protagonista c’erano tutte: la F1-75 è da subito stata veloce e competitiva, lo dimostrano le primissime gare di questo 2022. La vittoria di forza in Bahrain, quella dominante in Australia e la prestazione più che convincente di Jeddah avevano ridato speranza ai tifosi della Ferrari, i quali però hanno dovuto fare i conti con una gestione da mani nei capelli in diversi casi, vedi Monaco e Silverstone, ma anche con un’affidabilità molto precaria e che non ha permesso, in più casi a Leclerc (autore anche di un paio di errori gravi, ndr) di portare a casa punti pesanti e tenere questo campionato più aperto quantomeno fino alla fine.
“Un weekend molto difficile per noi, con una fatica evidenziata già in qualifica e ancora più accentuata in gara – ha detto Mattia Binotto, team principal della Ferrari. C’è molto da migliorare, ma in un fine settimana complicato come questo è importante portare le macchine in fondo e raccogliere più punti possibile. Charles e Carlos hanno fatto quanto hanno potuto, e voglio sottolineare il senso di responsabilità con cui hanno gestito le prime curve dopo la partenza”.
Fa riflettere l’ultima frase di Binotto, ripensando anche alle parole di Leclerc dopo la gara di ieri, il quale ha detto che il risultato sì, è stato massimizzato, ma questo vuol dire arrivare a un minuto da Verstappen. La Ferrari ha chiaramente depotenziato la sua power unit e quindi sacrificato la prestazione per non causare ulteriori rotture, e forse anche per questo non sono stati cambiati dei pezzi sul propulsore di Sainz in questo fine settimana. La questione affidabilità quindi sembra molto più complicata da risolvere del previsto, altrimenti non si spiega questa scelta più che conservativa a tre gare dal termine di un campionato già finito.
L’unica motivazione che ci viene in mente è quella di portare a casa punti utili per stare davanti alla Mercedes nel campionato costruttori. La Ferrari ieri ha giocato in difesa, è stata consapevolmente brutta e anonima per arrivare sicura al traguardo. Una domenica frustrante quindi non solo per i tifosi e i milioni di appassionati rossi in giro per il mondo, ma anche per i piloti stessi, i quali premevano a tavoletta il pedale dell’acceleratore sul lungo rettilineo del Messico perdendo sempre e costantemente terreno da Red Bull e Mercedes, scappate via dopo pochi giri.
Chiedere un’inversione di tendenza per le ultime due gare della stagione sembra d’obbligo, ma i 40 punti di vantaggio sulla Mercedes sono più o meno una sicurezza, e forse non ci sarebbe bisogno di spingere più di tanto per raggiungere l’ultimo mini obiettivo di questo 2022 partito con tutti i migliori auspici, ma che al momento sta finendo decisamente male per la Rossa. E’ vero, negli Stati Uniti c’è stato un piccolo cenno di ripresa, ma senza costanza in Formula 1 non si vincerà mai, lo abbiamo visto con lo strapotere di Verstappen e della Red Bull, che nonostante due ritiri nelle prime tre gare, hanno avuto la forza di riprendersi sfruttando tutto quello che c’era da sfruttare.
Bisogna sfruttare l’ultimissima fase della stagione per gettare delle basi solide in vista di un 2023 che non può non vedere una Ferrari protagonista per tutto l’anno. Le scuse sono finite, il cambio regolamentare è già bello che andato. Adesso bisogna lavorare per tornare a vincere, non delle gare, ma dei campionati, altrimenti tutte le belle parole degli ultimi anni conteranno quanto il due di coppe quando la briscola è a bastoni.
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