Finalmente Vettel: il tedesco spazza via le nuvole “grigie” e riabbraccia la causa Ferrari

Tutto porta a pensare che la storia tra il pilota tedesco e il Cavallino sia destinata a continuare...

Finalmente Vettel: il tedesco spazza via le nuvole “grigie” e riabbraccia la causa Ferrari

A Budapest è arrivata una schiarita improvvisa, bella perché inaspettata, sulla permanenza di Sebastian Vettel in Ferrari. L’occhio è di nuovo quello  vispo, dei giorni migliori, è un Seb completamente diverso dalla figura malinconica che s’aggirava per Silverstone.

“Qui sappiamo di poter essere molto forti, il nostro obiettivo è vincere – non usa giri di parole il tedesco, per nulla scoraggiato dalle ultime gare – sono stati momenti difficili, ma sono abituato, noi siamo consapevoli di avere un’ottima monoposto”.

Dalla pista al futuro il passo è breve, Sebastian prova a dribblare come di consueto, si percepisce una certa riservatezza sull’argomento contratto: “Per le carte ci sarà tempo, adesso siamo concentrati sull’auto e sulla pista…“. La sensazione è quella di una (ennesima) doccia gelata, un assist a porta vuota per l’ennesima ridda di voci di corridoio, dubbi, indiscrezioni più o meno fondate. Tutto nella norma, o forse no.

Di scatto Sebastian cambia approccio, incalzato da più di un giornalista su questo futuro che s’ha da decidere, prima o poi. La presa di posizione è netta, decisa, gli occhi brillano di nuovo, risuonano – come invero mancava da un po’ di tempo – parole come “famiglia” riferito alla Ferrari.

“Non c’è nessun problema, davvero” ripete un sereno Vettel. “In estate, dopo questo GP, avremo una pausa di due settimane, utile per parlare di certe questioni – continua il quattro volte campione del mondo – io non ho fretta, ma lo stesso team non credo abbia fretta, ho ottimi rapporti con loro e saranno loro a dirmi quando sederci per rinnovare. Sinceramente non vedo perché dovrei cambiare squadra…”.

Appunto perché cambiare? Vettel s’è di fatto riconfermato a Maranello, mettendo a tacere fiumi di polemiche e speculazioni, restituendo (e restituendosi) una ventata fresca di serenità, riabbracciando – nella conferenza stampa dell’undicesima gara di un mondiale che sembra partire nuovamente da zero dopo l’Inghilterra- la causa rossa a lungo termine.

I dubbi, lo scetticismo, le voci di corridoio che volevano un rapporto tra il pilota e la scuderia sul viale del tramonto, spazzati via di colpo dal sorriso furbo e luminoso del condottiero Seb, e chissà non sia stata l’aria di una pista amica, dove due anni fa arrivò il secondo successo al volante della Ferrari.

“Arriverà il tempo delle carte, ora stiamo lavorando sulla monoposto, io non costruisco in prima persona i pezzi nuovi, ma collaboro a stretto contatto con la squadra” le parole di Vettel, che tra le righe “urla” al mondo il più classico dei “stiamo lavorando per voi”, e lasciateci in pace, sembra voler dire, ridimensionando con poche e sicure parole una polemica che va avanti da troppo tempo.

Chissà che poi tra Silverstone e Budapest non sia successo qualcosa nella stanza dei bottoni, chissà non sia arrivata quella stretta di mano che ti mette di buonumore, allontanando perentoriamente anche la più blanda tentazione “grigia”. E chissà che le novità aerodinamiche previste da questa gara non siano tali da far tornare il sorriso al campione di Heppenheim. Perché il cambio di atteggiamento è stato netto, così come l’espressione del volto di nuovo solare.

Vettel e la Ferrari ancora una volta remano in una sola direzione, e fa niente se per un solo attimo il pensiero (non il cuore) s’è rivolto a più alte e tristi latitudini. Non ha importanza, non bisogna per forza orientarsi in quel dedalo perverso che è il mercato piloti per comprendere che penna e foglio sono ormai pronti per la tanto attesa firma.

Antonino Rendina


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