F1 | Vettel, la “panacea” per coprire le debacle Ferrari e la memoria corta di alcuni tifosi della Rossa

Le critiche rivolte al tedesco, tornato nel mirino dopo i fatti di Sakhir, tendono a offuscare le grandi prestazioni ottenute col Cavallino

F1 | Vettel, la “panacea” per coprire le debacle Ferrari e la memoria corta di alcuni tifosi della Rossa

La quiete è durata pochi mesi, poche settimane. Nei giorni successivi al Gran Premio del Bahrain, Sebastian Vettel è tornato nel tritacarne mediatico a causa dell’errore che ha compiuto proprio a Sakhir dove si è reso protagonista di un testacoda mentre era in lotta con la Mercedes di Lewis Hamilton.

In molti sembravano non attendere altro che un (nuovo) passo falso, un nuovo autogol, da parte di Vettel. Che il tedesco abbia sbagliato non ci piove, così come è innegabile non riconoscere il delicato periodo che sta attraversando da un po’ di tempo a questa parte, ma al tempo stesso è ingeneroso delegittimare un pilota tra i più vincenti della storia del Circus.

Forse Vettel è, suo malgrado, uno dei pochi driver nella storia a cui non viene riconosciuta la propria incidenza, la propria firma, sui trionfi che finora ne hanno scandito la carriera. Come se le monoposto di Formula Uno corressero con il pilota automatico! Ma soprattutto per una frangia del tifo ferrarista è diventato un’autentica “panacea” per coprire le debacle in cui è andato incontro il Cavallino negli ultimi anni.

Un’assurda campagna denigratoria che ha fatto perdere la bussola della razionalità, rendendo praticamente nulle le gesta compiute dal tedesco: ad oggi – doverosa sottolineatura – dopo Michael Schumacher e Niki Lauda, Vettel è (insieme ad Ascari) il pilota ad aver conquistato il più alto numero di vittorie con la tuta rossa del Cavallino. Mica pizza e fichi!

Tutto d’un tratto sembrano essersi sciolte come neve al sole le imprese che hanno alimentato le stagioni di Vettel in seno a Maranello. Eppure Seb è stato il pilota che ha riportato la Ferrari a riassaporare il libidinoso gusto della vittoria, dopo anni difficili, in quel di Sepang nel 2015 abbattendo dei veri e propri tabù per la Rossa come ad esempio il ritorno alla vittoria sulle piste di Montecarlo, Montreal, Silverstone, Hungaroring, Spa.

Che fine hanno fatto questi ricordi? Possibile averli dimenticati o peggio averli offuscati per partito preso, perché ora va di moda il #Vettelout? L’estate scorsa, dopo la netta affermazione Oltremanica, il popolo ferrarista era andato in un brodo di giuggiole sentendosi orgoglioso di un pilota che aveva ‘profanato’ la pista roccaforte Mercedes. Sono fatti, non parole. Basta andare a ritroso e leggere tutti i commenti di cui è pieno il web in quel periodo.

Ma successivamente l’errore di Hockenheim (anche Senna, andando a sbattere al Portier nel maggio 1988, gettò alle ortiche una vittoria praticamente certa a Montecarlo. A tutti capita di sbagliare, perfino ai migliori) e i vari testacoda del tedesco hanno lasciato spazio unicamente alle critiche che di fatto hanno fatto passare in secondo piano alcuni particolari non certamente di poco conto, come gli errori strategici (vedasi qualifiche di Suzuka, ndr) e gli aggiornamenti apportati dalla Ferrari tra settembre e ottobre che non hanno dato i frutti sperati costringendo poi la Rossa a tornare sulle specifiche precedenti.

Un’eventuale vittoria di Vettel a Shanghai, dove domenica la Formula Uno scenderà in pista per la gara numero mille della propria storia, ‘congelerebbe’ come di incanto tutto questo astio facendo ripopolare quel famoso carro dove ad oggi sono presenti in pochi, anzi pochissimi.

Perché la riconoscenza e l’equilibrio di giudizio non sono purtroppo virtù comuni a tutti…

Piero Ladisa


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