F1 | McLaren e Norris, così non ha senso

Difficile trovare una risposta logica sul mancato aiuto del team a Norris nella corsa al titolo Piloti

F1 | McLaren e Norris, così non ha senso

La cavalcata della McLaren verso il titolo Costruttori non ha subito brusche frenate, il doppio podio di Monza ha ancora più avvicinato Woking alla Red Bull, soltanto sesta e ottava nel GP di Italia, e l’inerzia del mondiale è tutta a favore della scuderia guidata da Andrea Stella.

Monza, teatro della meravigliosa impresa di Charles Leclerc al volante della Ferrari, ha anche però definitivamente confermato ciò che si era già intravisto nei precedenti GP: la McLaren non sta correndo per Lando Norris, nonostante il pilota inglese ha tra le mani la vettura buona per vincere il titolo Piloti, certamente più importante del pur nobilissimo Costruttori.

Prima di scrivere dei tentennamenti e degli errori di Norris – pilota velocissimo ma al quale sta mancando la tempra per imporsi in ogni GP – bisogna fare un passo indietro. L’assoluta parità e la libertà di lottare tra i due galletti papaya era stata sdoganata già in Ungheria, quando Norris, già abbondantemente davanti a Oscar Piastri in classifica, aveva restituito il primato al giovanissimo compagno australiano. Una decisione del team giusta, ma poco cinica pragmatica, perché in una rincorsa al titolo quei sette punti avrebbero fatto assai comodo.

E’ come se McLaren, con Norris in lotta per il campionato, faticasse a stabilire una gerarchia interna, rifiutandosi di sfruttare Piastri come gregario. Pur essendo la MCL38 la miglior auto in griglia, la scuderia di Andrea Stella pare approcciare ai fine settimana in modo quasi naif, senza una strategia di squadra, “accontentandosi” di fare (tanti) punti come scuderia ma senza pensare a far convogliare la maggior parte di essi sul pilota più vicino a Verstappen in classifica.

Monza potrebbe essere stata il punto di non ritorno. La faccia scurissima di Lando, nel dopo gara, era tutto un programma, e finanche Stella nelle dichiarazioni post gara ha fatto un passo indietro aprendo ad un ipotetico appoggio più deciso a Norris, il quale adesso “va messo nelle migliori condizioni possibili per lottare per il titolo“. La McLaren partiva prima e seconda nel Tempio della velocità, con Norris avanti a Piastri. Qualora l’australiano avesse coperto le spalle all’inglese la gara poteva andare diversamente, ma soprattutto i punti guadagnati su Verstappen sarebbero stati molti di più.

Un’altra ipotesi, che in pochi hanno considerato, era quella di scambiare posizioni quando la gara era ormai persa in favore di Leclerc. La McLaren avrebbe potuto legittimamente chiedere a Piastri di far passare Norris per fargli guadagnare tre punti. Per Oscar rinunciare ad un secondo per un terzo posto non sarebbe stata la fine del mondo. Ma non è avvenuto niente di tutto ciò. Norris, dopo un GP complicato, in cui ha sicuramente pesato sui nervi e sulla testa l’attacco di Piastri alla Roggia, ha chiuso terzo alle spalle del team mate.

Ma perché la McLaren non aiuta Norris nella corsa al titolo? Non si riesce a trovare un senso logico, anzi sembra una cosa del tutto fuori dal mondo. Woking avrebbe l’occasione di ribaltare le sorti di un mondiale che pareva scritto e scontato, realizzando un’impresa storica. Rischia di non farcela pur di non impartire ordini di squadra.

Tutelare il talento, cristallino, di Oscar Piastri è forse più importante di vincere un mondiale? E’ un approccio “americano” e ingenuo per cui i piloti sono liberi di darsele di santa ragione a prescindere dal bene superiore? E’ inesperienza per una scuderia “travolta” dalla sua stessa competitività? Non si trova una risposta logica, ciò che emerge è uno spreco enorme, una superficialità inammissibile per una squadra che ha una monoposto così veloce.

Antonino Rendina

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