F1 | Intervista esclusiva a Lando Norris, giovane promessa McLaren

Ha appena 17 anni ma vanta un curriculum d’eccellenza

Lando Norris - Classe 1999 nato a Bristol (UK), è il più giovane campione del mondo kart e nel 2016 ha vinto il prestigioso McLaren Autosport BRDC Award, entrando nell’Academy del team inglese.
F1 | Intervista esclusiva a Lando Norris, giovane promessa McLaren

Un ragazzo come tanti, tranquillo e gentile, ma con un piede bello pesante ed un tempo di reazione eccezionale quando si tratta di abbassare la visiera e scendere in pista. Questo è un ritratto iniziale di Lando Norris, giovane talento britannico che fa parlare di sé da quando di anni ne aveva appena 14 (ed era soltanto il 2014). Il motivo? È diventato il più giovane campione di kart della storia, al pari di un altro talento che risponde al nome di Lewis Hamilton.

Poi nel 2015 il passaggio alle monoposto dove diviene campione nell’MSA Formula con 7 vittorie, ma è solo un preludio per i vari campionati 2016 dove ottiene una tripla iride. Formula Renault 2.0 Eurocup, Formula Renault 2.0 NEC e Toyota Racing Series New Zealand sono sue con 17 vittorie e 34 podi totali. Al termine della stagione riceve il prestigioso McLaren Autosport BRDC Award, che gli permette di entrar a far parte del programma di sviluppo McLaren-Honda.

Abbiamo avuto l’occasione di incontrare Lando Norris a Monza, in occasione del FIA F3 European Championship, dove corre con il Team Carlin. Un campionato prestigioso che nel 2014 ha visto Max Verstappen approdare direttamente in Formula 1.

Quando hai cominciato a correre?

Ho cominciato ad 8 anni, ma il mio primo giro sui kart risale a quando ne avevo 7.

Sui kart sei velocissimo. Puoi svelarci i tuoi segreti?

Anzitutto avere alle spalle un buon Team ti permette di andare sempre forte! (ride, ndr) Credo che occorra avere un eccellente feeling per capire l’aderenza delle ruote sull’asfalto. Questo mi ha aiutato a capire i limiti del mezzo meglio di altri piloti, in particolare sui tracciati con un grip già elevato. Potersi spingere per davvero al limite è il segreto.

Quali sono le differenze tra i kart ed una monoposto da F3?

Anzitutto la potenza, che con le F3 è molto elevata. In secondo luogo il grip, aerodinamicamente parlando. Quando ho provato nel 2015 per la prima volta una F4 ho avvertito subito il senso di velocità, poi il downforce che la stessa vettura offriva anche senza aver aggiustato il set-up secondo i miei gusti. La cosa più difficile per diversi piloti che arrivano dai kart è proprio abituarsi allo stile delle monoposto: la possibilità di ritardare molto la frenata e così via. Per me non è stato così complicato adattarmi a questo passaggio.

Il campionato FIA F3 Europa gode di un’ottima reputazione come. Come mai?

Direi per l’alto livello di competizione. Partendo dai piloti in griglia che sono tutti molto bravi, passando al tempo concesso per girare in pista che è maggiore di quello offerto alle GP3 (categoria simile ma di livello mondiale, ndr). Inoltre molti sostengono che le nostre vetture siano le migliori da guidare per imparare a capire la meccanica e le parti più sensibili, come i freni e le gomme. Questi fattori rendono il campionato F3 Europa molto positivo ed in grado di giocarsela con il GP3, anche perché i weekend si svolgono su circuiti che anche le F1 percorrono durante la stagione. La possibilità di imparare e sviluppare la vettura sono i fattori più interessanti senza dubbio.

Quanto conta la preparazione fisica?

È senza dubbio importante. Quando sono salito la prima volta su una F3 ho avvertito un diverso impatto fisico rispetto alle serie precedenti, inoltre devo anche stare attento al mio peso-forma. Ho dovuto lavorare molto questo inverno e non sempre si è preparati per sopportare un intero weekend di gara ed infatti il mio più grande svantaggio è di avere una struttura fisica piuttosto esile. Ogni salto di categoria richiede una giusta preparazione in palestra e se la F4 per me era generalmente “ok”, nella F3 il collo e le braccia sono messi a dura prova. Se poi si immagina la F1 odierna, dove il downforce ed i G laterali sono elevati, c’è molto lavoro da fare per i piloti.

Da quest’anno fai parte dell’Academy McLaren-Honda. Cosa significa questo per te?

Per me ha un significato molto prezioso. Il mio obiettivo è arrivare in Formula 1 ed essere con un team che ha vinto diversi titoli in passato. Per me è davvero speciale far parte di McLaren. Mi sta aiutando nel capire a che punto sono ed a imparare le cose che ancora non so per arrivare preparato alla massima serie sia che si tratti della forma fisica, mentale o di come guidare la vettura. Capire quali aree migliorare come pilota e sapere da me come controllare, senza il contributo dell’Academy McLaren sarebbe impensabile.

Quando non guidi cosa fai?

Guido ancora, ma al simulatore! Mi esercito molto con quello, per il resto non ho molti giorni liberi a casa dato che viaggio molto. Alcuni giorni li passo nella factory McLaren al loro simulatore oppure allenandomi in palestra o ancora mi rilasso a casa dopo queste sessioni. Mi piace il calcio e ci gioco tra una pausa e l’altra nei box durante i weekend di corsa, magari con i meccanici.

Come reagiscono i tuoi coetanei quando dici di essere un pilota?

La prima cosa che mi dicono è «Posso essere al tuo posto?». È difficile far capire a chi non è nel mondo del Motorsport la pressioni a cui si è sottoposti dato l’elevato livello di competizione. A partire dai kart bisogna fargli capire che non è come andare per conto proprio alla pista più vicina e farsi una sessione. La cosa migliore è invitarli ad una tua gara di modo che capiscano cosa vuol dire, altrimenti per loro rimane un mondo quasi sconosciuto.

Ti hanno mai chiesto da dove cominciare una carriera come la tua?

Sì, è successo anche con alcuni amici. Diverse persone vogliono dei consigli o capire come possono entrare nel mondo delle competizioni a partire dai kart, quale team contattare o quale sia la categoria migliore per crescere come pilota.

Dove vorresti essere tra qualche anno?

Voglio essere un Campione di Formula 1. Non voglio vincere soltanto un titolo, voglio essere ricordato al pari di Senna e Schumacher, piloti che anche solo dal nome rievocano nella memoria degli appassionati e non diverse emozioni. Non si tratta solo di vincere.

Lando Norris ha poi concluso il suo weekend presso l’Autodromo Nazionale di Monza con tre podi nelle rispettive gare, vincendo in Gara 1 ed arrivando 2° in Gara 2 e Gara 3. Segui Lando Norris su Facebook e sul suo sito ufficiale.

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