F1 | Imola, Senna e quel sottile filo rosso del destino

Dalla mancata qualificazione al GP del 1984 fino all'incidente del Tamburello: le tappe del brasiliano sulla pista romagnola

Imola ha anche segnato nel 1989 la fine della pace interna tra Senna e Prost
F1 | Imola, Senna e quel sottile filo rosso del destino

Quando pensiamo al tracciato di Imola la mente corre subito a quel 1 maggio 1994 e al terribile incidente costato la vita a soli 34 anni ad Ayrton Senna. La pista romagnola ha scandito varie tappe della carriera del tre volte campione del mondo fino al triste epilogo del Tamburello.

Il brasiliano, ricordato per la sua particolare sensibilità di guida sul giro secco (con 65 pole position è il terzo pilota nella classifica all time della Formula Uno, battuto solamente da Lewis Hamilton e da Michael Schumacher), ha fallito l’accesso alla gara in una sola occasione: nel GP di San Marino 1984. Proprio sulla pista di Imola, alla guida della modesta Toleman, non riesce ad ottenere un tempo valido per qualificarsi alla domenica. Eppure di lì a poche settimane scriverà con la stessa monoposto una delle pagine più straordinarie nella storia della Formula Uno: il secondo posto ottenuto nel nubifragio di Montecarlo.

Dalla delusione di quel giorno di primavera del 1984 alla pole dell’anno successivo, dove con un’ottima vettura anche se poco affidabile – qual era la Lotus 97T – il brasiliano inizia a togliersi le prime vere soddisfazioni tra cui la vittoria colta all’Estoril. Da allora e fino al 1991 Senna sarà il padrone assoluto delle partenze al palo sulla pista di Imola. Però delle sette pole position consecutive solamente tre (1988-89-91) riescono a convertirsi in vittorie. Tra le delusioni più grandi quella del 1985, quando leader della corsa è costretto ad alzare bandiera bianca a quattro giri dalla conclusione per aver terminato la benzina.

Tra le vittorie quella del 1989 passa alla storia come la gara che pone fine alla pace interna con Alain Prost. In un GP caratterizzato da forti emozioni (il grave incidente che vede protagonista la Ferrari di Gerhard Berger proprio al Tamburello) il brasiliano, subito dopo la seconda ripartenza dove parte peggio del compagno di squadra, supera la McLaren gemella del francese alla Tosa infrangendo così quel patto di non belligeranza che prevedeva il congelamento delle posizioni in quella curva.

Senna minimizza sull’episodio a fine gara (“Penso che ci sia stata una divergenza su questo accordo – sottolinea Magic –. La mia mossa di sorpasso era iniziata ben prima della prima curva e, di conseguenza, al di fuori dei termini del nostro accordo”), ma il rapporto con Prost si incrinerà gara dopo gara arrivando alla massima tensione vissuta negli appuntamenti conclusivi di Suzuka ’89 e ’90.

L’ultima magia ad Imola Senna la regala nelle prove del 1994, dove conquista la sessantacinquesima pole position in carriera. Sarà purtroppo anche l’ultima in un weekend da paura, in quella che viene ricordata come un’autentica escalation di terrore: prima l’incidente di Rubens Barrichello, poi la morte di Roland Ratzenberger e infine l’incidente mortale del brasiliano. Sì, proprio lui. Il migliore. Doveva esserci il sacrificio del migliore per smuovere le coscienze e permettere alla Formula Uno di migliorare la sicurezza in pista. E così purtroppo è avvenuto. Il destino ha avuto alzare Senna sull’altare dell’immortalità per renderlo per sempre vivo nel cuore di ogni appassionato.

Ciao Ayrton, continua a percorre le curve dell’Infinito.

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