F1 | GP del Brasile: l’analisi delle qualifiche

Hamilton conquista la pole, ma è sotto investigazione. Bene Gasly che precede le due Ferrari

F1 | GP del Brasile: l’analisi delle qualifiche

In attesa di capire come si evolverà la vicenda che ha visto protagonisti Lewis Hamilton e Max Verstappen per una presunta irregolarità sull’ala posteriore della vettura numero 44, le qualifiche hanno raccontato una sfida a senso unico al vertice. Il campione inglese, infatti, è riuscito a conquistare un altro premio, piazzandosi al primo posto delle qualifiche, rifilando oltre quattro decimi al rivale per il titolo.

“Sono molto contento di essere tornato in Brasile, è la mia prima pole dopo tanto tempo”, ha dichiarato il sette volte iridato -. “Voglio ringraziare tutto il team che ha lavorato spingendo al massimo, è stata davvero dura passare da una gara all’altra. Gli orari che hanno fatto sono folli. Però oggi è stata una gran bella sezione di qualifiche, sono felicissimo. Domani poi dovremo scontare la penalità ma daremo tutto. In questo circuito non è facile seguire, penso che Max sarà in pole e sarà difficile riprenderlo. Ma farò il massimo per recuperare posizioni. Vedremo come andrà domani”, ha poi aggiunto Hamilton, che ha basato la sua “pole”, che pole non sarà per le statistiche, su una velocità di punta più alta, così come su una buona percorrenza nei tratti veloci del tracciato. Durante i controlli post-qualifiche, tuttavia, sulla vettura di Hamilton era emerso come l’ala posteriore non fosse in regola, in quanto l’apertura del DRS era più ampia di quanto consentito. Quest’ultima, infatti, per essere considerata regolare deve essere compresa tra un minimo di 10mm ed un massimo di 85mm, mentre quella dell’inglese superava questa quota. Per questo l’ala posteriore della sua monoposto è stata messa sotto sequestro, in attesa di avere una risposta definitiva e capire il ruolo di Max Verstappen nella vicenda. Anche l’olandese, infatti, è stato coinvolto, in quanto nel Parc Fermé sarebbe andato a toccare la monoposto del numero 44, violando quello che è il regolamento internazionale, che vieta tali manovre.

L’olandese era riuscito a guadagnare la seconda posizione in qualifica, mettendosi alle spalle soprattutto l’altra Mercedes di Bottas, elemento da tenere sott’occhio, visto che Hamilton dovrà comunque scontare cinque posizione di penalità in gara: “Chiaramente, avendo portato un motore nuovo, avranno più potenza per tutto il weekend. Non è una grossa sorpresa. Sono contento di essere secondo, ho un’ottima posizione di partenza. Avrei voluto essere più vicino, però alle volte bisogna essere anche realisti e non avevamo di più da spremere. Nella Sprint Race non avrò tanti punti da guadagnare, spero di fare un bel primo giro e poi vedremo. La cosa più importante sarà la gara di domenica. Domenica farà molto più caldo e questo cambierà anche il comportamento della macchina”, ha spiegato il numero 33, che ha concluso davanti a Valtteri Bottas e Sergio Perez, entrambi in difficoltà nel tirare fuori il massimo dalla monoposto.

Ad aprire la terza fila sarà un ottimo Pierre Gasly che, per la quattordicesima volta nel corso di questa stagione, è stato in grado qualificarsi all’interno della top six, trovando una costanza che nessun altro pilota della midfield è riuscito a battere fino ad ora. Così come la scorsa settimana in Messico, il francese ha messo in mostra ancora una volta una volta le sue abilità sul giro secco, conquistando un quinto posto carico di ambizioni e speranze da provare a confermare sia nella sprint qualifying che nella gara di domenica. Una performance che lo stesso portacolori dell’AlphaTauri non ha esitato a descrivere come una delle sue migliori della stagione, ma ripetersi anche nel resto del weekend non sarà un compito semplice, soprattutto tenendo a mente che nella prima sessione di prove libere, a dispetto di una buona posizione in classifica, Pierre non si era sentito del tutto a proprio agio con la monoposto, specie con un maggior quantitativo di carburante a bordo. Il poco tempo a disposizione per intervenire sul set-up prima dell’inizio delle prove ufficiali ha indubbiamente minato quello che è il consueto processo di lavoro di un weekend più tradizionale, ma le indicazioni raccolte durante l’ultima sessione di libere del sabato mattina potrebbero comunque rivelarsi fondamentali per comprendere meglio il livello di degrado ed agire di conseguenza. “Sono davvero molto felice. Le prime libere sono state piuttosto complicate per me e ho faticato un po’ anche in qualifica, ma ogni volta che sono sceso in pista sono riuscito a migliorarmi, sfruttando ogni cosa all’interno dell’abitacolo. Sono riuscito a mettere insieme un buon giro nel momento che più contava: penso sia stato un giro davvero incredibile quello che ho fatto in Q3, quindi ne sono davvero soddisfatto. È davvero incredibile per noi esserci qualificati proprio alle spalle di Mercedes e Red Bull: è un momento delicato per il campionato e la squadra ha fatto un lavoro fantastico. Naturalmente, è solo venerdì e abbiamo altri due giorni piuttosto intensi davanti, ma siamo nella miglior condizione possibile”, ha raccontato Gasly al termine delle qualifiche.

Si ripropone così la sfida tra l’AlphaTauri e la Ferrari, divise da soli quarantanove millesimi in classifica ma con le stesse ambizioni nel resto del fine settimana, ovvero affermarsi come miglior squadra alle spalle del gruppo di testa. Una Ferrari che dopo aver masticato parzialmente amaro in Messico per una prestazione da cui ci si aspettava complessivamente qualcosa in più, cerca il riscatto in Brasile, tenendo tuttavia sempre a mente il vero obiettivo, concludere davanti alle McLaren per conquistare punti fondamentali nella lotta al terzo posto nel mondiale costruttori. Il duello a distanza tra Sainz e Gasly ha riservato ancora una volta spunti interessanti, in particolare nel confronto tra i due giri che sono valsi i loro rispettivi migliori tempi nel Q3. L’interpretazione della prima chicane è stato l’elemento che nel primo settore ha garantito un leggero vantaggio al Ferrarista, non tanto per quanto riguarda il suo ingresso, quanto la fase di percorrenza e d’uscita, nel punto più difficile: riuscire a portare qualche km/h di velocità in più in curva tre, lo spagnolo si era assicurato un piccolo vantaggio avrebbe poi mantenuto anche sul rettilineo successivo, arrivando alla prima fotocellula con un gap a favore di circa cinquanta millesimi. Altrettanto combattuta è stata la sfida nel secondo settore, dove il madrileno era stato in grado di fare la differenza nell’interpretazione di curva sette, dove con una miglior parzializzazione era riuscito a sostenere una velocità maggiore prima della staccata successiva. Un vantaggio tangibile nell’immediato, che avrebbe potuto essere ancor più consistente se l’allungo prima della zona di frenata fosse stato maggiore, ma essendo un tratto piuttosto breve, ciò avrebbe limitato un’eventuale perdita a favore di Gasly, che da quel punto in poi avrebbe imposto il proprio sigillo su tutto il resto del giro. In tal senso, un elemento importante riguarda l’interpretazione di curva nove, dove i due sfidanti avevano seguito un approccio totalmente diverso: una linea a “V” per quanto riguardava Sainz, utile per favorire la fase di trazione e la relativa uscita in una zona dove le gomme posteriori sono messe a dura prova, mentre Gasly aveva optato per una traiettoria più interna, incollata al cordolo, che gli avrebbe permesso di percorrere meno strada. Una scelta che in termini complessivi che per il francese aveva dato i propri frutti, mettendolo nella posizione di poter concludere il secondo intertempo in vantaggio, seppur di pochissimi millesimi. Il terzo settore, tuttavia, è quello in cui il pilota della AlphaTauri era stato in grado di mettere la parola fine al duello gestendo al meglio la fase di trazione in curva dodici, fondamentale per lanciarsi sul lungo rettilineo che conclude il giro.

Al di là del quinto posto mancato, Sainz non ha nascosto un pizzico di soddisfazione per un feeling con la SF21 che gara dopo gara continua a migliorare, consentendogli di spingere maggiormente anche sul giro secco, suo tallone d’Achille in diverse occasioni nel corso di questa stagione: “È stata una qualifica positiva. Sento che sto continuando a migliorare il mio stile di guida con questa vettura e il feeling è ormai buono su tutti i tipi di tracciati e in ogni condizione. Sento che anche la mia consistenza nelle qualifiche è migliorata e oggi ne abbiamo avuto una buona dimostrazione. L’unica nota stonata è che l’AlphaTauri sembra avere un po’ più di ritmo, quindi l’obiettivo per domani è cercare di superare Pierre Gasly e poi lanciarmi all’inseguimento delle squadre davanti. Una gara pulita domani è la chiave per avere buone possibilità domenica, quindi faremo in modo di essere nella migliore posizione possibile per massimizzare il risultato weekend”, ha raccontato lo spagnolo, che nella sprint qualifying cercherà di sfruttare la partenza dal lato più interno della griglia per portare l’attacco alla prima curva.

Più staccato Charles Leclerc, settimo in griglia, che ha pagato un giro non pulito sul finale e la possibilità di avere solamente un tentativo a gomma nuova nel Q3 a causa dei tentativi cancellati ad inizio qualifica per il superamento dei track limit, fattore che lo aveva spinto ad utilizzare già nella prima manche due dei restanti set nuovi, al contrario dei suoi avversari più diretti, che ne avevano adoperato solamente uno. Durante le interviste, il monegasco ha sottolineato che nell’ultimo tentativo non era stato in grado di tirare fuori tutto il potenziale della vettura: “Domani daremo il massimo nell’ultima Sprint Qualifying della stagione per massimizzare il nostro potenziale. Scattare dalla sesta e dalla settima posizione significa aver fatto un ottimo lavoro come squadra e, anche se mi aspettavo qualcosa di più dalla mia prestazione, ciò che è più importante è aver lasciato dietro i nostri diretti rivali. Il Q3 per me è stato un po’ più difficile perché ho affrontato il primo tentativo con gomme usate, il che non è stato certo ideale, mentre nel secondo giro lanciato non sono riuscito a tirare fuori tutto il potenziale dalla vettura. C’è ancora del lavoro da fare e spingeremo per portare a casa il meglio in vista di domani e, soprattutto, di domenica” ha spiegato Charles, il cui tempo ottenuto in Q2 sarebbe stato quasi sufficiente per eguagliare quello di Sainz. Nei confronti del compagno di casacca, il numero 16 della Rossa non è riuscito ad essere altrettanto efficace nell’interpretazione della prima chicane, così come nel settore centrale, in particolare nel complesso di curva 7-8-9.

Leclerc è stato comunque in grado di mantenere alle proprie spalle i veri rivali per il raggiungimento del proprio obiettivo nel mondiale costruttori, ovvero le due McLaren, rispettivamente ottava e nona. Una MCL35 che in mattinata non si era dimostrata particolarmente veloce, soprattutto non avendo provato la soft nella prima sessione di libere in modo da lasciare un set in più a disposizione proprio in vista delle qualifiche, concentrandosi invece sull’utilizzo della media. Rispetto alla controparte italiana, la scuderia di Woking non è sembrata mai davvero in lotta per riuscire a conquistare un posto in terza fila, complice il tempo perso nel secondo settore e, più in particolare, nella sequenza successiva a curva nove, dove la Rossa era stata in grado di sfruttare al meglio la fase di trazione ed accumulare un piccolo ma sostanzioso vantaggio che avrebbe poi mantenuto – ed incrementato – anche nel resto del giro. Una McLaren che quindi, quantomeno sul giro secco, conferma di avere ancora qualcosa in meno nelle curve più lente e tortuose del tracciato, così come nella fasi di trazione, per quanto poi le buone velocità di punta registrate sugli allunghi aiutassero a compensare minimamente eventuali perdite. “Penso che dobbiamo essere soddisfatti delle qualifiche, perché abbiamo faticato un po’ questa mattina nelle FP1. Dopo aver fatto alcuni buoni miglioramenti arrivando in qualifica, mi sentivo molto più fiducioso con la macchina. Ci sarebbe piaciuto essere davanti alle Ferrari, ma dobbiamo prendere l’ottava e la nona posizione oggi perché loro erano più veloci. Siamo in una buona posizione per combattere domani”, ha spiegato Norris nelle interviste, sottolineando la maggior competitività dei rivali sul cronometro. Sensazioni confermate anche dal suo compagno di casacca, Daniel Ricciardo, il quale non ha nascosto come dopo le prove della mattinata le sensazioni non fossero così positive, ma che il maggior grip fornito dal compound più tenere, così come le modifiche a livello di assetto nonostante il poco tempo a disposizione, hanno aiutato a mascherare parzialmente i limiti iniziali e a limare il gap dalla zona alta della midfield. Una quarta e quinta fila che gli darà comunque l’opportunità di lottare con i propri avversari più diretti, soprattutto per un team che in diverse occasioni nel corso di questa stagione ha dimostrato di lavorare più in direzione gara che sull’assetto da qualifica. “È solo un ottavo e un nono posto, ma considerando dove eravamo questa mattina, possiamo essere felici di questo risultato. Non avevamo girato con le soft prima, ma mi sembrava che non avessimo un gran passo da mostrare in qualifica. Poi in qualifica mi sono sentito meglio con la soft e siamo riusciti a portare entrambe le vetture in Q3. So che è verso la parte finale della top ten, ma il deficit è molto più piccolo di quanto pensassimo”, ha poi aggiunto l’australiano commentando la performance del team di Woking.

A concludere la top ten sarà Fernando Alonso, di ritorno nell’ultima manche dopo che aveva mancato l’appuntamento in Messico e negli Stati Uniti, seppur in terra texana fosse stato comunque costretto a prendere il via dal fondo a causa della sostituzione della Power Unit sulla sua monoposto. Dopo due weekend che, al netto di eventuali sanzioni, non avevano consegnato una Alpine in gran forma, lasciando anche qualche dubbio su quali potessero essere i motivi di un calo di prestazioni inaspettato, la squadra transalpina ha subito iniziato bene il weekend di San Paolo, dimostrandosi capace di poter lottare per un posto tra i primi dieci. Le sensazioni erano positive e il vantaggio in termini di velocità di punta garantiva una buona opportunità di staccare concorrenti come l’Aston Martin e l’altra AlphaTauri di Tsunoda. Un vantaggio visibile soprattutto nell’attacco del giro e nella parte conclusiva della tornata, per una vettura che invece ha sofferto comunque la percorrenza della prima chicane e l’inserimento rapido di curva quattro e curva sette, dove il gap dalle squadra dell’alta midfield si è avvertito in maniera evidente. “Oggi è stato molto vicino. Sento che abbiamo avuto una mattinata produttiva e la macchina andava abbastanza bene, si comportava bene. Anche le qualifiche sono iniziate in modo ragionevole, e siamo passati in Q2 abbastanza comodamente. Ma poi penso che dalla Q2 stessi facendo tempi sul giro molto simili e penso che abbiamo trovato il limite. Volevamo essere un po’ più in alto e iniziare sul lato pulito della griglia perché la partenza potrebbe essere cruciale domani. Ma vediamo come sarà la nostra giornata, visto che si tratta di qualifiche Sprint dopo tutto e abbiamo fatto abbastanza bene con loro in passato. Domani sarò aggressivo come sempre e cerchiamo di divertirci”, ha spiegato lo spagnolo nelle interviste, rimarcando il ruolo che potrebbe avere la sprint qualifying sull’andamento del weekend che, sia in Gran Bretagna che in Italia, lo aveva visto tra i maggiori protagonisti. Un’opportunità su cui potrebbe contare anche Esteban Ocon, fuori nel Q2 per pochi centesimi proprio a favore del compagno di squadra, che ha messo insieme un giro più pulito ed efficace.

Scatterà dalla dodicesima casella Sebastian Vettel, alle prese con un’Aston Martin che sul giro secco non ha riservato grandi soddisfazioni né al tedesco né all’altro portacolori della squadra inglese, Lance Stroll, uscito addirittura in Q1. “Purtroppo, non abbiamo avuto il ritmo per sfidare i primi dieci oggi, ma nel complesso penso che abbiamo avuto una sessione di qualifica relativamente buona. Ho spinto molto fin dall’inizio e, dato che domani abbiamo lo sprint, il dodicesimo posto è una posizione ragionevole da cui partire. Spero che in condizioni di gara saremo più competitivi, quindi mi sento abbastanza ottimista stasera”, ha raccontato Vettel nel post-qualifica. L’AMR21 sin dalle prove libere ha sofferto un’evidente carenza di velocità di punta, sia all’inizio del giro che nella parte conclusiva, in particolare verso la sua rivale più diretta della sua fascia, l’Alpine. Una mancanza di velocità che sul giro secco si è fatta sentire in maniera evidente, mentre nelle breve simulazioni con maggior carburante a bordo si è ridotta. Ciò si è comunque sommato alle carenze nell’inserimento delle curve veloci come la quattro e la sette, mentre si è comportata meglio nelle curve più lente. Ancor più complicato è stato soprattutto per il canadese, che ha dovuto lottare con dei problemi di bilanciamento che sin dalla prima sessione di prove libere ne hanno condizionato il rendimento, in particolare date le poche opportunità di intervenire sul set-up: la speranza è quella che in gara la squadra si possa avvicinare agli altri rivali, diminuendo il gap visto sul cronometro. Tra le due AMR21 si sono inserite Yuki Tsunoda e le due Alfa Romeo, con il giapponese che ha pagato soprattutto la poca conoscenza del tracciato prima delle qualifiche. Il pilota dell’AlphaTauri, infatti, aveva girato su questa pista solamente al simulatore, il poco tempo a disposizione in FP1, anche se si è concentrato a lungo anche su run piuttosto sostenuti per accumulare chilometri, ne hanno limitato l’opportunità di capire a fondo i suoi segreti, specie nell’aggressione dei cordoli, uno dei punti più difficili per un rookie. A completare lo schieramento per la sprint race ci saranno le due Williams e le due Haas. Per quanto riguarda il team di Grove, l’aspetto più complicato è stato quello di far lavorare le gomme nel giusto range, faticando soprattutto nel settore centrale, dove c’è bisogno di un maggior supporto dalle coperture nelle fasi di trazione e di rotazione nelle curve lente: “Sfortunatamente, non è andata bene per noi oggi. Non sono riuscito a far funzionare le gomme e c’era un po’ di vento in pista, quindi non è stato particolarmente favorevole per noi” – ha spiegato George Russell, sottolineando come la sua monoposto possa aver sofferto anche il vento, uno dei punti deboli da inizio stagione -. Il mio giro era ok, ma niente di speciale. È solo la seconda volta in 19 gare che non siamo passati in Q2, quindi dobbiamo capire dove possiamo trovare dei miglioramenti. Le FP2 saranno un’indicazione migliore del nostro ritmo di gara, ma penso che le qualifiche Sprint saranno ancora difficili per noi domani”, ha poi aggiunto l’inglese. A chiudere l’ultima fila ci saranno i due portacolori della Haas, con Nikita Mazepin che può indubbiamente recriminare qualcosa per un tentativo in cui un errore in curva otto, dove era arrivato leggermente lungo, non gli ha permesso di battere il suo compagno di squadra.

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