F1 | Ferrari, Diego Ioverno analizza le difficoltà durante le soste: “Problema legato al dado della ruota”

"La nostra è una squadra giovane, abbiamo bisogno di tempo per migliorare l'amalgama tra i componenti del team", ha dichiarato il Responsabile Operazioni Autotelaio del Cavallino

F1 | Ferrari, Diego Ioverno analizza le difficoltà durante le soste: “Problema legato al dado della ruota”

Tra le criticità che hanno accompagnato una stagione difficile in casa Ferrari figurano anche quella riguardanti le soste ai box. Nel Gran Premio di Sakhir, disputato domenica scorsa sul tracciato di Manama, i cambi gomme operati sulla SF1000 di Sebastian Vettel sono stati effettuati in un arco di tempo nettamente maggiore rispetto a quelli delle altre scuderie. Il tedesco infatti ha percorso complessivamente 11 secondi in piazzola: 4,5 durante il primo pit stop e 6,5 al secondo.

In una Q&A pubblicata sul sito ufficiale della Ferrari, Diego Ioverno – Responsabile Operazioni Autotelaio – ha discusso di quanto è accaduto durante le soste: “È vero che il numero di soste superiore ai 3,5 secondi è troppo alto per quelli che sono storicamente gli standard della Scuderia ma il più delle volte le cause che hanno portato a un rilascio della vettura tutt’altro che ottimale sono dovute ad un problema specifico, legato al dado della ruota. La filettatura non è robusta abbastanza, il che ha provocato più volte lo spanamento del dado stesso. È un problema di affidabilità su cui stiamo lavorando alacremente per cercare di risolverlo per il prossimo anno”.

La consapevolezza del problema genera altre conseguenze, giusto?
Sì, è così. È chiaro che i ragazzi sentono anche inconsciamente che, dovendo agire su un componente più a rischio, il margine d’errore nell’innesto della pistola sul dado è molto più ristretto, il che comporta un effetto perverso che rallenta complessivamente tutte le operazioni. Lo si vede anche nel tempo medio dei pit-stop definiti buoni, che è di 2.73 secondi: c’è anche qui un po’ di margine di miglioramento”.

Che altre azioni si possono fare?
Innanzitutto vale la pena sottolineare che la nostra è una squadra giovane anche in questo settore specifico. Nell’ultimo biennio è iniziato un importante processo di rinnovamento, sia nei ruoli operativi che in quelli di coordinamento. È ovvio quindi che ci sia bisogno di un po’ di tempo per migliorare l’amalgama fra tutti i componenti del team del pit-stop perché non c’è operazione in questo sport in cui la sincronizzazione fra il lavoro di oltre venti persone sia più importante. Non è un caso che le crew migliori siano formate da un organico ormai stabile da tanti anni. Oltre al già citato lavoro sull’affidabilità bisogna quindi lavorare su questo fronte, sia attraverso allenamenti specifici che con sessioni di training psico-fisici: un’altra priorità dell’inverno che ci porterà al 2021”.

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