F1 | Ferrari adesso sei terza forza, ma il 2022 resta una grande incognita

La Rossa è sempre più salda al terzo posto Costruttori, ma le prime due fanno uno sport a parte

F1 | Ferrari adesso sei terza forza, ma il 2022 resta una grande incognita

Ci starebbe un “yeah” un po’ timido, a braccia alzate per metà, quasi vergognandosi, e però la Ferrari nel suo piccolo sta riuscendo ad archiviare la pratica terzo posto Costruttori, tenendo fede a quello che era il suo obiettivo stagionale dopo il disastroso 2020.

In un anno interlocutorio l’obiettivo principe della scuderia diretta da Mattia Binotto  era quello di rialzarsi e passare dal deludente sesto posto del 2020 ad essere la prima delle altre, dietro le irraggiungibili Mercedes e Red Bull. Un obiettivo che per dimensione del team dovrebbe essere il minimo sindacale, ma non così scontato dopo il baratro tecnico della precedente stagione.

E dire che il campionato di Lando Norris, uno dei piloti con il rendimento più alto, la doppietta McLaren a Monza, sembravano aver di fatto consegnato il podio Costruttori ad una McLaren più meritevole e di fatto veloce. E invece da qualche gara la McLaren si è di fatto “plafonata”, come se si fosse fermata, complice anche un po’ di sfortuna, vedasi Norris in partenza a Interlagos, ma nel complesso Woking dà la sensazione di aver perso quella capacità di sorprendere che aveva a inizio stagione. Contestualmente la Ferrari è salita di livello, il nuovo ibrido ha dato al Cavallino un’ulteriore spinta, elevando il pacchetto a quello di terza forza in pista, senza più dubbio.

La SF21 è una monoposto rinnovata nel posteriore e con una buona power unit, aerodinamicamente valida e senza i problemi di resistenza all’avanzamento (drag) che affliggevano la SF1000. Con la sfortunata auto del 2020 condivide l’anteriore, che infatti anche quest’anno ha dato più di un grattacapo agli uomini di Binotto. Di buono c’è che la Scuderia ha sempre saputo reagire alle difficoltà, lavorando sull’assetto e apportando le modifiche opportune, basti pensare ai problemi di gomme sofferti al Paul Ricard e mai più presentatisi in maniera così deflagrante.

Ciò significa che dopo anni di analisi dati e di perfezionamento strutturale e organizzativo (i vari rimpasti, la galleria del vento rinnovata, il nuovo simulatore a breve in funzione) finalmente possiamo dare per acquisita l’importantissima correlazione dei dati tra pista e virtuale, tra ciò che succede nelle simulazioni e i computer e i fondamentali riscontri dell’asfalto.

La Ferrari insomma ha dimostrato di sapersi rialzare e di saper essere competitiva, ma c’è un comunque un “ma”. La Rossa infatti resta a distanza siderale da Mercedes e Red Bull, chiudendo i GP spesso ad una cinquantina di secondi dai primi. Un distacco per certi versi deprimente. E il motore Mercedes, almeno nella versione ammirata nello spettacolo hamiltoniano di Interlagos, fa ancora paura. Mettiamoci anche che la power unit Honda non scherza affatto; la Ferrari nel 2022 avrà una power unit al livello di Mercedes e Red Bull? Chissà.

E poi il nuovo regolamento è un foglio bianco tutto da interpretare, con le nuove monoposto ad effetto suolo che sono ancora una incognita. E qui a spaventare è la matita di Newey, un genio dell’aerodinamica. Per la Ferrari è un presente normale ed un futuro incerto, ci si aggrappa alla rivoluzione regolamentare, sperando che non sia a conti fatti una rivoluzione gattopardiana. Un minuto di distacco dai primi sotto la bandiera a scacchi sarebbe difficile da digerire nella prossima stagione, indicata dai vertici come quella del riscatto, e tanto attesa dagli scalpitanti Leclerc e Sainz.

Antonino Rendina


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