F1 | Adrian Newey rifiuta Aston Martin: l’accordo con la Ferrari è vicino
L'inglese non accetta i soldi di Lawrence Stroll: per la Scuderia di Maranello è il momento di chiudere la trattativa
Adrian Newey ha di fatto lasciato la Red Bull F1. Il genio britannico rimarrà comunque nell’azienda austriaca nei prossimi mesi per dedicarsi al progetto hypercar RB17, ma non sarà più coinvolto nel team in pista, se non per qualche gara sporadica in un ruolo di consulente/supervisore. Di fatto, l’inglese sta già scontando una sorta di gardening leave, così da poter lavorare in un altro team di Formula 1 tra 11 o 12 mesi. Gli altri top team si sono mossi per accaparrarsi le prestazioni di una figura cruciale nelle vittorie della squadra di Milton Keynes nell’ultimo ventennio, ma tra tutte, quella che sembra essere davanti a tutti è la Ferrari.
Nella giornata di martedì c’è stato un incontro a Londra tra Vasseur e lo stesso Newey, con il manager francese che ha raggiunto soltanto in un secondo momento la squadra a Miami per il Gran Premio che andrà in scena in questo fine settimana. L’intesa di massima c’è, non per quanto riguarda l’aspetto economico, un qualcosa che il progettista britannico non considera come essenziale, ma tutto quello che il marchio Ferrari può offrirgli, e soprattutto la garanzia di avere carta bianca nel lavoro sulla monoposto che sarà anche di Lewis Hamilton in futuro.
Newey, secco no all’Aston Martin
Dopo alcune voci degli ultimi giorni provenienti da fonti autorevoli, ieri Autosport ha fatto sapere come Adrian Newey abbia rifiutato la corte di Lawrence Stroll, e non farà quindi parte del progetto Aston Martin nonostante una vagonata di soldi offertagli (si parla di 100 milioni in quattro anni), a testimonianza di come il vil denaro non sia la questione cruciale nella testa del britannico, il quale è più interessato agli aspetti squisitamente tecnici. Restano poche quindi le squadre che possono permettersi le sue gesta, e la Ferrari sembra davvero avere una marcia in più sotto questo punto di vista, anche rispetto alla Mercedes, la quale pare si sia mossa troppo tardi.
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