Alonso non pensa al titolo nonostante la rinascita della Ferrari a Silverstone

Alonso non pensa al titolo nonostante la rinascita della Ferrari a Silverstone

Che bella soddisfazione tornare alla vittoria! Me la sto gustando sempre di più, ora che sono tornato a casa a Oviedo. Quando si finisce un Gran Premio c’è una grandissima emozione ma poi ci sono tante cose da fare fra conferenze stampa e debriefing e si deve comunque rimanere molto concentrati. Invece il giorno dopo ci si risveglia felici e si sente davvero qualcosa di speciale: devo dire che lo sto ancora provando!

Non ho dedicato troppo tempo a pensare sui motivi tecnici che ci hanno portato a vincere il Gran Premio di Gran Bretagna. Ogni gara fa storia a sé e sappiamo troppo bene quanto possano cambiare le cose andando da una pista all’altra. Sicuramente ci sono dei stati dei grossi miglioramenti sulla macchina: adesso è più facile da guidare e la sento molto più incollata al terreno, soprattutto nelle curve veloci. Significa che c’è più carico aerodinamico, l’aspetto su cui eravamo più indietro rispetto ai nostri principali avversari. Non penso invece che i cambiamenti sulle mappature motore abbiano influito: siamo andati meglio proprio sulle parti dove non c’erano praticamente frenate, il che vuol dire che era proprio la vettura ad essere andata forte. Questo successo non cambierà il nostro approccio alle prossime gare. Siamo realisti: 92 punti di ritardo in classifica sono tantissimi! Affronteremo gara dopo gara cercando di vincere il più possibile. Questo comporterà anche prendere qualche rischio in più e, magari, succederà di dover pagare un prezzo alto ma non possiamo fare altro. Non molliamo certo la presa ma al campionato non dobbiamo pensare: come ha detto ieri Montezemolo a Maranello, rimaniamo con i piedi per terra.

Domenica mattina mi sono divertito moltissimo a guidare per un paio di giri la 375 F1 che vinse il primo Gran Premio iridato per la Ferrari nel 1951. Avevo già guidato una macchina molto simile, la 375 Indy, a Valencia in occasione dei Ferrari Days: certo che ci vuole un po’ ad adattarsi ad una pedaliera tutta diversa, col pedale dell’acceleratore a sinistra e quello del freno a destra. Il rapporto fra la potenza del motore e l’aderenza offerta delle gomme è completamente all’opposto rispetto alle vetture che guidiamo adesso: bisogna cambiare stile di guida per andare forte ma sono state delle bellissime sensazioni. Certo a quell’epoca i piloti dovevano avere non soltanto un talento incredibile ma anche una certa dose di pazzia!

Domenica c’era un’atmosfera particolare a Silverstone. Lì i tifosi sono sempre tantissimi e c’è una grande partecipazione all’evento. Per noi c’era qualcosa di diverso, che non so spiegare: forse sarà stata la voglia di far bene proprio nella coincidenza con un anniversario così speciale per la nostra storia. Da quando sono alla Ferrari si sono verificate spesso delle coincidenze curiose fra le mie vittorie e dei momenti speciali: penso al mio debutto in rosso in Bahrain lo scorso anno oppure alla prima volta con la Scuderia a Monza. Ora è arrivata questa vittoria, sessant’anni dopo quella di Gonzalez. Speriamo che ci siano ancora tanti momenti come questi!

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