F1 | Montezemolo attacca: “In Europa tradizione e storia. Basta GP in Corea e India”
L'ex presidente Ferrari sull'addio di Ecclestone: "Quello che è successo era inevitabile. Non si può chiedere a un 86 enne di essere l’uomo del cambiamento"
In un’intervista a 360° di Marco Mensurati su La Repubblica, Luca Cordero di Montezemolo racconta la storia della F1, tra tradizione e cambiamento, aspettando le nuove scelte e le idee della proprietà Liberty Media.
Inizia tutto con una battuta fatta dall’ex Presidente della Ferrari: “L’altro giorno io ed Ecclestone abbiamo parlato a lungo, mi ha chiesto se gli potevo dare una mano a trovare un lavoro. Battute a parte, quello che è successo era inevitabile. Non si può chiedere a un 86 enne di essere l’uomo del cambiamento. E nemmeno si può chiedere a un gruppo che ha investito 8,5 miliardi di dollari di rinunciare a modernizzare un business che aveva bisogno di importanti cambiamenti, e che non è in linea con le aspettative e la cultura dei nuovi proprietari”, commenta Montezemolo parlando dei recenti cambiamenti al vertice dell’organigramma.
Anche se, però, lo stesso Ecclestone è da considerare reo di alcuni cambiamenti non adatti al circus: “Il principale è stato la vendita nel 2006 a CVC, un fondo di investimento, dello sport non interessa nulla. Gli investitori devono solo fare soldi. E questa è stata la causa della mancata innovazione della F1. E anche aver forse pensato di poter continuare a fare tutto da solo.Nel 2014 quando ero appena uscito dalla Ferrari mi chiesero di guidare la categoria al fianco di Ecclestone. Avevo in mente una struttura a tre teste: una dedicata al commerciale, una al regolamento e alla tecnica, e una finanziaria”, ha rivelato.
Quale sarebbe per lui il futuro migliore per la Formula 1? “Vanno accorciate le gare, migliorata la comunicazione, semplificati i regolamenti e data loro continuità. E va consolidato il concetto che la F1 è uno sport con una tradizione nei circuiti storici europei. Basta sciocchezze come i gp in Corea e in India. Negli Usa va bene, ma uno, due al massimo. Infine va coltivato il pubblico nei circuiti: nessuno sport sopravvive senza pubblico”, ha dichiarato Montezemolo. Senza parlare poi dei piloti: “Sono un capitolo a parte: intanto gli va restituita la parola. Avete mai fatto caso che le conferenze stampa sono finte? Dicono tutti le stesse cose, cioè nulla. E poi non fanno più la differenza: Enzo Ferrari diceva che la vittoria era per il 50 per cento merito della macchina e per il 50 del pilota. Oggi è 80-20. Tu puoi essere anche Nembo Kid, poi arriva un ragazzino di medio livello ma con una macchina migliore e vince lui”, ha concluso.
Fabiola Granier
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