Europarlamentare chiede intervento dell’Unione Europea in F1
Secondo la deputata molti accordi in F1 violerebbero le norme comunitarie sulla concorrenza
L’ultimo atto di accusa al sistema F1 proviene direttamente dal Parlamento Europeo, precisamente dall’ eurodeputata inglese Anneliese Dodds, preoccupata per l’eventuale perdita di posti di lavoro di intere famiglie inglesi (eccetto la Ferrari, tutte le squadre hanno le loro factory nel sud-est dell’Inghilterra).
Ad inizio anno la Dodds ha scritto a Margarethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza nell’attuale Commissione Juncker, per farle presente che la F1 potrebbe essere soggetta a casi di cattiva amministrazione e violazione del diritto comunitario. Allarmata dal fallimento di Caterham e Marussia, la Dodds ha investigato sul nesso relativo alla distribuzione dei ricavi e le esigenze delle singole scuderie, arrivando alla conclusione che il sistema F1 sia troppo a vantaggio delle squadre più grandi, in violazione dei principi della libera concorrenza.
L’europarlamentare in questi giorni ha visitato la sede della Force India a Silverstone, ed è intervenuta in merito alla questione, specificando che per un intervento serio dell’Unione Europea servirebbe una denuncia formale da parte di una squadra: “Il Commissario per la concorrenza Vestager mi ha spiegato che l’UE non si può muovere finchè manca una denuncia formale di un diretto interessato. Dopo quello che è successo a Carterham e Marussia sono molto preoccupata per l’andamento delle cose in F1. Non sono “solo” due squadre che escono da un campionato, ma centinaia di persone che perdono il lavoro improvvisamente. Ecco perché ho sollevato la questione a Bruxelles, per vedere se ci sono violazioni in materia di concorreza. Qui alla Force India mi sono resa conto di come questo lavoro sia di altissimo profilo teconologico, qualitativo ed ingegneristico, e non possiamo permetterci il lusso di perderlo”.
Sotto accusa, quindi, gli accordi tra la FOM (Ecclestone) e i vari team per la ripartizione dei diritti commerciali (Tv, sponsor) e i “premi” sportivi. Accordi che sarebbero troppo sbilanciati a favore dei top team , in spregio dei principi comunitari sul libero mercato e sulla tutela della concorrenza.
Antonino Rendina
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