Villeneuve Story: Gilles contro Niki

Villeneuve Story: Gilles contro Niki

Gilles Villeneuve era famoso per saper dare spettacolo anche quando in palio non c’erano punti per il mondiale, lottava come nessun altro, aveva insito in sé un senso del divertimento e dello spettacolo così naturale da coinvolgere chi gli stava intorno, anche se alle volte un po’ eccessivo. Una di quelle occasioni in cui mostrò questa sua caratteristica fu il Gran Premio Dino Ferrari, corso durante la stagione 1979.

Inizialmente scelto per correre il GP d’Italia, il circuito di Imola era l’opzione della Federazione dopo che – un anno prima – sul circuito brianzolo era venuto a mancare Ronnie Peterson in un rocambolesco incidente lungo il rettilineo; ritenuto poco sicuro si optò così per il tracciato romagnolo. Naturalmente gli organizzatori di Monza non accettarono tale ingiuria ed in tutta risposta modificarono il tracciato per renderlo più sicuro, con apposite vie di fuga e strozzatura al termine del rettilineo anticipata, al fine di evitare tragedie simili a quella del pilota Lotus. Il 4 agosto la FOCA e gli organizzatori del circuito raggiunsero l’accordo ed il GP d’Italia tornò nella sua ormai annuale sede.

Di contro il circuito di Imola venne messo in calendario come prova non valevole ai fini del campionato, ma che dal 1981 si sarebbe alternato con Monza, cosa alla fine mai avvenuta. La pista, inaugurata pochi mesi prima e non ancora completata, era lunga poco più di 5000 metri e si sarebbe corsa domenica 16 settembre con 40 giri da compiere per un totale di 200 chilometri. Scuderie del calibro di Williams, Renault e Ligier decisero di non prendervi parte, oltre a scuderie minori quali ATS, Ensign e Rebaque; furono comunque 19 i piloti ad iscriversi alla gara, con Ferrari e Lotus uniche a portare entrambi i piloti titolari sulla linea di partenza e diverse personalità importanti del mondo dei motori come Giacomo Agostini e “Gimax”. Nelle qualifiche del sabato Gilles fu il più veloce, precedendo il compagno di squadra nonché neo-campione del mondo Jody Scheckter di 32 centesimi, con il tempo di 1’32’’91. Alle loro spalle avversari del calibro di Carlos Reutemann (Lotus – Cosworth) e Niki Lauda (Brabham – Alfa Romeo) avrebbero dato loro filo da torcere il giorno seguente, e tale previsione si avverò.

La domenica sulle tribune e lungo tutto il tracciato si presentarono 40000 tifosi, ansiosi di assistere ad una gara di Formula 1, assente da ben 15 anni in terra romagnola quando a vincere fu Jim Clark con la Lotus –Climax. Si dice che il parroco di Riolo Terme, vedendo la chiesa semi vuota, durante la messa esclamò:“Si parla di risparmio energetico e a 20 km da qui girano vetture per niente, con consumi di benzina altissimi!”

Al via le due Ferrari scattarono bene con Gilles a fare da apri fila a tutto il gruppo e Scheckter alle sue spalle, subito tallonato da Reutemann, Lauda e Patrese. Al 10° passaggio l’austriaco passò l’argentino in staccata alla “Tosa” e 5 tornate più tardi, sempre alla stessa curva, ebbe la meglio anche sul fresco campione del mondo, in netto svantaggio a causa di un’errata scelta degli pneumatici Michelin. Sfortunatamente lo stesso valeva anche per Gilles che alla ventesima tornata vide negli specchietti retrovisori la sagoma della Brabham. Favorito dalla scia Lauda riuscì nel sorpasso poco prima della “Tosa”, tuttavia perse la traiettoria ideale andando largo e perdendo la posizione appena conquistata. I due percorsero la salita e la “Piratella” fianco a fianco, quasi a toccarsi. Il giro successivo Niki eseguì la stessa manovra nello stesso punto, questa volta azzeccando la traiettoria. Al povero Gilles, che aveva tentato di introdursi in quel minuscolo varco, andò di sfortuna tanto che tamponò l’avversario, spezzando l’ala anteriore della propria monoposto. Entrato ai box per sostituire alettone e gomme, ripartì girando a ritmi sostenuti, quasi impossibili, per recuperare lo svantaggio, anche se al termine chiuse ad oltre un minuto da Lauda, vincitore della sua ultima gara in carriera dopo l’annunciato ritiro. A podio andarono anche Reutemann e Scheckter, ma la vera impresa di quel giorno l’aveva fatta colui che sul podio non era salito, seppur nella testa di molti presenti doveva stare sul gradino più alto.

Un dato interessante: Villeneuve al 35° dei 40 giri previsti girò in 1’33’’61, 3 secondi più veloce di tutti; Lauda, nonostante l’affidabilità della vettura e le gomme più performanti, non scese mai sotto il minuto e 34 nell’arco di tutta la gara.

«Gilles mi mancherà per due motivi. Primo, lui era il pilota più veloce della storia delle corse automobilistiche. Secondo, era l’uomo più genuino che abbia mai conosciuto. Ma lui non se n’è andato. La memoria di quello che ha fatto sarà sempre qui.» disse Scheckter al funerale del pilota canadese, parole che seppero descrivere l’uomo che era perfettamente, con o senza casco addosso ed un volante stretto tra le mani.

 

Andrea Villa

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