Pagelle del GP d'Inghilterra

Pagelle del GP d'Inghilterra

C'era una volta la Ferrari. La Ferrari che quando le condizioni si facevano imprevedibili era imbattibile. La Ferrari che non sbagliava mai gomme. La Ferrari che approfittava di ogni mutevolezza climatica per fare il colpaccio. Ecco, questa Ferrari non c'e' piu'. Il Gp di Gran Bretagna ha sancito questo. Ed e' quantomeno curioso osservare che sul podio di Silverstone salga un 36enne brasiliano guidato dai box da un distinto signore inglese con gli occhiali. Dov'e' che li avevamo gia' visti? Buona lettura!

Kimi Raikkonen: 6 – Verrebbe voglia di premiarlo con un bel voto, per il bel recupero nei confronti di Hamilton prima della prima sosta e per la rimonta finale che lo ha portato ai margini del podio. Verrebbe pero' voglia di prenderlo a sganassoni perché non si oppone alla scelta del box di ripartire con gomme usate. Strategie o no, servizio meteo o meno, in macchina c'e' il pilota e solo lui conosce esattamente le condizioni della pista. Meglio riparare all'errore fermandosi di nuovo piuttosto che ostinarsi a guidare in condizioni impossibili, perdendo di fatto un giro dalla testa della gara. Un pilota-leader si vede anche da questo, dalla capacita' di assumersi certe responsabilita' e di imporsi nelle scelte. Un campione del mondo dovrebbe comportarsi cosi', e lui non l'ha fatto. Potenza della F1 moderna, che esige piloti-robot. Mediando tra le due istanze viene fuori una sufficienza d'ufficio. Tutto il resto (per quanto possa sembrare impossibile, vista la gara in questione) e', anzi diventa, noia.

Felipe Massa: 4 – 5,13,2. Sono questi i numeri della sua gara. 5 sono i testacoda. 13 e' la posizione agguantata a fine gara. 2 sono i giri di distacco rimediati dal vincitore. C'e' chi dice che i numeri sono freddi e non hanno un'anima, ma non ci pare proprio questo il caso. Mette insieme una serie imbarazzante di uscite di pista, inframezzate da frazioni di gara condotte ad un ritmo paurosamente lento ed incostante. In difficolta' sin dall'inizio, sulla pista viscida esalta le sue doti di stuntman, evitando si' di danneggiare la vettura ma saggiando la consistenza di quasi tutte le vie di fuga dell'ex aeroporto della Raf. Potendo scegliere, crediamo che avrebbe preferito ritirarsi subito piuttosto che portare avanti per 58 giri (anziché 60…) il suo calvario chiamato GP di Gran Bretagna 2008. Purtroppo per lui non e' cosi', e arriva a tagliare il traguardo buon ultimo. Resta in testa al mondiale, ma le buone notizie finiscono qui. Fuori luogo, fuori forma, fuori posto. Idrofobo.

Lewis Hamilton: 10 – Semplicemente magico. Quando vinci una gara dando piu' di un minuto al secondo classificato e doppiando tutti dal quarto posto in giu', non c'e' altro da aggiungere. Strepitoso allo start, quando balza dal quarto al secondo posto (mancando di poco la prima posizione), imperioso nel sorpasso al compagno di squadra Kovalainen al quarto giro, tenace nel resistere con gomme usurate al ritorno di Raikkonen, semplicemente sublime sotto la pioggia battente. A parita' di condizioni (Raikkonen escluso…) rifila in media 3'' al giro ai suoi inseguitori, girando sotto il diluvio quasi avesse le extreme wet invece delle intermedie. Mette in mostra un controllo della vettura pauroso, specie nel primo settore, quello delle terribili curve in successione. In inglese esiste un'espressione per definire un dominio assoluto, che tradotta in italiano non rende del tutto il significato: semplicemente il migliore, ovvero Simply the Best. Punto.

Heikki Kovalainen: 5 – Esce male, molto male da questa corsa. Eccezionale in prova, in gara non riesce mai ad avvicinare il ritmo del compagno di squadra. “Cattivo” al via, quando chiude imperiosamente Hamilton, si perde pian piano facendosi sopravanzare prima da Lewis poi da Kimi. Da li' la sua gara e' inconsistente, complice anche un'usura eccessiva delle gomme posteriori. Perde man mano terreno e sembra quasi distratto quando si fa fregare come un pollo da Heidfeld durante il sorpasso a Raikkonen in crisi. Si sveglia nel finale quando passa Alonso, ma non va oltre il quinto posto, risultato deludente se si considera che scattava dalla pole. E dire che lo scorso anno al Fuji, sotto un diluvio simile, aveva ottenuto il secondo posto con la Renault. Ridimensionato.

Nick Heidfeld: 8 – Il piu' classico dei risultati scacciacrisi per il barbuto pilota tedesco, che complici gli errori strategici degli avversari ottiene il miglior piazzamento possibile. Si qualifica bene e in gara e' autore di una prestazione pulita, senza errori, costante. Esattamente cio' che serviva in quelle condizioni. Si toglie pure lo sfizio di un sorpasso doppio ai danni di Raikkonen e Kovalainen, che fa sempre spettacolo e mostra una grinta che da tempo non gli apparteneva. Lascia passare Barrichello, conscio che dovra' rifermarsi, e alla fine, seppur staccatissimo da Hamilton, raccoglie otto punti che lo rilanciano in campionato e fanno tornare a crescere le sue quotazioni nel team. Non avra' la velocita' di Kubica, ma ha la saggezza di un veterano. Tosto.

Robert Kubica: 5,5 – Aveva la possibilita' di tornare comodamente in testa al mondiale, ma getta tutto alle ortiche con un'uscita di pista che mette fine alla sua gara. In realta' e' anche molto sfortunato, perché al primo errore e' costretto al ritiro, in una gara nella quale pressoché tutti hanno sbagliato piu' di una volta riuscendo poi a tornare in pista (chiedere a Massa). Peccato che il destino non gli abbia concesso nessuna prova d'appello. Forse e' per questo che a fine gara e' imbufalito. Certo e' che la sua gara fino all'uscita era piu' che positiva, dopo che era stato costretto a partire indietro a causa di un problema tecnico in qualifica. Tuttavia raccoglie zero punti e spreca un'occasione unica. Jellato.

Jarno Trulli: 6,5 – Il destino dei grandi e' che da loro si pretende sempre molto. Il settimo posto ottenuto da Jarno e' un risultato di per sé positivo, visto anche come erano andate le qualifiche, ma nelle condizioni difficili e a tratti estreme nelle quali si e' corso il GP Jarno aveva le potenzialita' per piazzare il colpaccio. E fino ad un certo punto ci stava riuscendo, disputando un secondo stint molto lungo e risalendo fino al terzo posto in classifica. Poi pero' riprende a piovere e l'abruzzese viene risucchiato dal gruppo, fino a concludere al 7° posto. Ripetiamo, la prestazione e' piu' che positiva e meriterebbe un voto forse piu' alto, ma da Jarno sarebbe stato lecito aspettarsi di piu'. Raccoglie comunque altri due punti che non guastano mai. Ragioniere.

Timo Glock: 4,5 – Ingaggia una furiosa lotta con Felipe Massa che dura per tutta la gara. Difficile dire chi dei due abbia vinto, certo e' che gli spettatori nonostante il tempaccio si sono goduti lo spettacolo. Una lotta senza esclusione di colpi, dura, feroce. Come dite? Non ve ne siete accorti? Ma come no… stiamo parlando della sfida di testacoda messa in piedi durante il GP! Entrambi danzano sull'asfalto, piroettano e danno spettacolo come due ballerini sul ghiaccio, ed entrambi riescono (particolare non trascurabile) a tagliare il traguardo. Oltretutto, mentre Felipe giunge ultimo, Timo riesce addirittura ad issarsi al penultimo posto. Questa e' la motivazione per cui ottiene mezzo punto in piu' del collega brasiliano. Fuori controllo.

Mark Webber: 4,5 – Ecco un altro che esce con le ossa rotte dal bagnato appuntamento inglese. Aveva l'occasione per il colpaccio con la C maiuscola: una qualifica eccezionale e un meteo piu' che mai da outsider, che poteva annullare il fatto che si fosse qualificato con relativamente poca benzina a bordo. E invece… parte male e, al primo giro, all'imbocco dell'Hangar Straight, e' gia' in testacoda. A quel punto, dalla coda del gruppo, si lancia in una generosa ma inutile rimonta, che non riesce pero' a portarlo nemmeno in zona punti. Chiude infatti al 10° posto, complici anche una strategia non eccezionale e un paio di testacoda di troppo sotto il diluvio. Forse la sua e' voglia di strafare, certo e' che occasioni cosi' non ricapiteranno tanto spesso. Peccato.

David Coulthard: 4 – Ci risiamo. La gara canadese ci aveva illuso circa il suo recupero di saggezza ed esperienza, ma il diluvio inglese ci restituisce il David di inizio stagione. O, a voler essere ancora piu' precisi, quello di Montecarlo. Le similitudini sono inquietanti: gara bagnata, da uomini veri, erroraccio ad inizio gara, collisione con una Toro Rosso (anche se a dinamica inversa: stavolta e' lui a tamponare!), gara finita in un amen. Verrebbe da dire: 14 anni (in F1) buttati via. E dire che quando la Red Bull lo assunse fu per avere un pilota d'esperienza, pronto a sfruttare ogni situazione imprevista. Non e' cosi' che avrebbe voluto salutare il suo pubblico per l'ultima volta. Accusa il colpo, si scusa con Vettel (al quale toglie una grandissima occasione) e appare molto, molto abbattuto. Vorremmo poter dire che avra' occasione di rifarsi, ma (ahimé) nei restanti GP della carriera difficilmente si ripresentera' una possibilita' del genere. Triste.

Nico Rosberg: 5 – In una gara caotica e difficile, infarcita di testacoda a destra e a manca, a lui tocca l'onore (!) dell'unica collisione con un altra vettura (se si esclude il botto Coulthard-Vettel a inizio GP). Non male, per uno che dovrebbe rappresentare il futuro della F1… scherzi a parte, risale bene dalle ultime posizioni (partiva dai box) e azzecca la strategia montando le extreme wet al momento giusto. Poi pero', in piena rimonta, viene irresistibilmente attratto dal posteriore della Toyota di Glock e decide di osservarlo da vicinissimo. Forse, visti i problemi alle sospensioni accusati in qualifica, vuole studiare la vettura rivale per riferire alla squadra il tipo di molle e geometrie adottate, fatto sta che si fa prendere la mano e gli finisce rovinosamente addosso. Rientra ai box con l'ala anteriore sotto la scocca e chiude al nono posto. Errore comprensibile finché si vuole, ma non scusabile. James Tont.

Kazuki Nakajima: 7 – Voto forse esagerato, ma non dimentichiamoci che il giapponesino e' alla prima stagione completa in F1 e che piloti piu' esperti e blasonati hanno sbagliato molto piu' di lui. Merita dunque un incoraggiamento e una pacca sulla spalla. Mediamente piu' lento di Rosberg come ritmo gara, finisce largo in un paio di occasioni ma e' bravo a recuperare e soprattutto a tenersi lontano dai guai. Perde una posizione ai danni di Trulli proprio a fine gara, ma riesce comunque ad artigliare un punticino in una giornata da tregenda. E, soprattutto, raggiunge Rosberg a quota otto punti in classifica. Saggio.

Fernando Alonso: 6,5 – Sospendiamo il giudizio sulla strategia di gomme quantomeno azzardata e valutiamo esclusivamente la prestazione del pilota. Un fulmine a inizio gara, quando mette pressione ai primi in classifica, paga anche lui la scelta di non cambiare le gomme al primo stop, come Raikkonen. A differenza di Kimi, pero', l'azzardo e' giustificabile, in quanto con questa Renault e in condizioni simili era giusto e doveroso rischiare. Stringe comunque i denti e, sebbene in crisi di gomme anche a fine gara (“sembravano slick”, dice lui), artiglia un discreto sesto posto. Se avesse azzeccato la strategia avrebbe potuto far male, invece anche per lui si puo' parlare di un'occasione parzialmente sprecata. La grinta c'e' sempre, la voglia di lottare anche, manca solo concretezza. Irriducibile.

Nelson Piquet jr: 5,5 – Finché e' in gara si difende onestamente, Certo, si vede lontano un miglio che corre oltre il proprio limite, e questo gli causa diversi errori. Tuttavia tiene il passo e a un certo punto supera pure il compagno di squadra in crisi di gomme. Non puo' andar sempre bene, pero', e infatti l'ultimo lungo gli e' fatale. Tra il giorno da leone e i cento da pecora sceglie la prima soluzione. Finisce male, ma ci piace vedere come ci abbia provato lo stesso. Alla sufficienza non possiamo arrivarci, ma lì vicino… in fondo e' pur sempre un esordiente. (Semi)scusato.

Jenson Button: 4,5 – C'e' qualcosa che non va. C'e' qualcosa che non funziona in un pilota giovane (eppure esperto) e veloce che di punto in bianco inizia a prenderle di santa ragione dal compagno di squadra e a commettere errori imperdonabili. Non sappiamo quale sia il problema, forse un calo di concentrazione, magari solo sfortuna (anche se non e' la prima volta che accade), fatto sta che conclude anzitempo una gara potenzialmente molto favorevole grazie alle intuizioni del suo box. Un errore per certi versi scusabile in condizioni normali, ma che diventa imperdonabile per le circostanze di gara. Il suo compagno di squadra capisce che con un vantaggio prestazionale simile non e' il caso di strafare, lui no. E non e' che prima dell'errore stesse massacrando Rubens, anzi… Improponibile.

Rubens Barrichello: 9 – Un genio. Non importa chi abbia avuto l'idea di montare le extreme wet (lui, Ross Brawn o entrambi), sulla Honda c'era lui e il merito di uno strabiliante terzo posto e' piu' che mai suo. Non ci sono discorsi che tengano: se le condizioni diventano imprevedibili e difficili, lui c'e' sempre. Garantito. Gia' a Monaco aveva fatto bene, ma qui si e' superato. Guida con saggezza ma sempre al limite, conscio di una superiorita' impressionante grazie alle gomme giuste, ed arriva a recuperare anche 10'' al giro nei confronti di chi gli sta davanti. Si sdoppia, realizza sorpassi su sorpassi e guadagna in pista il tempo necessario per arrivare comodamente a podio nonostante la sosta supplementare. Nemmeno fosse un videogame. Merito delle circostanze, certo, ma anche delle sue doti. Hockenheim 2000 vi dice nulla? Le similitudini sono molte: anche allora l'azzardo giusto pago' alla grandissima, grazie a un'intuizione del muretto e alla sua sensibilita' al volante. E anche allora c'era un matto in pista. Come dite? Stavolta non c'era? Beh, forse non a piedi…. ogni riferimento a connazionali in testa al mondiale NON e' puramente casuale. A 36 anni, ad oggi, merita piu' che mai il rinnovo in Honda. Ripetiamo: un genio.

Sebastian Vettel: ng – Lo spettro dell'incidente al primo giro torna ad infestare le gare di Sebastian. Peccato per tre ragioni: primo, perché pensava che la sfiga fosse stata scacciata con la messa in pensione della vecchia STR-02; secondo perché a buttarlo fuori e' stato il “cugino” Coulthard (ma forse sarebbe meglio chiamarlo zio, vista la differenza d'eta'…); terzo, e piu' importante, perché era stato autore di una qualifica entusiasmante e poteva realizzare un garone. Purtroppo invece e' andata cosi' e lui, memore dell'esperienza del Fuji dell'anno scorso, non si arrabbia nemmeno troppo con David, conscio che sotto l'acqua un tamponamento tra Red Bull e Toro Rosso e' sempre possibile. Meriterebbe un bel voto solo per il fair play e la bella qualifica… Attonito.

Sebastien Bourdais: 5 – Potenza del live timing FIA: a un certo punto della gara e' il secondo pilota piu' veloce in pista dopo Barrichello. Merito delle gomme da bagnato sulla pista allagata. Come Rubens. Il problema e' che mentre il brasiliano conclude terzo, lui si posiziona undicesimo. Vale a dire terz'ultimo. Ovvero davanti solo a Glock e Massa, dei quali abbiamo gia' parlato. Il merito di questo piazzamento e' dei tanti, troppi errori compiuti nella prima parte di gara e del ritmo tutt'altro che esaltante. Lui da la colpa alla pista scivolosa (ma va?) e alla visiera che si bagnava troppo (ma va?????). Giudicate voi.

Giancarlo Fisichella: 4,5 – Si qualifica ultimo. Accusa un problema al cofano motore, malfissato, e spiega che senza quell'inconveniente poteva entrare nella Q2. Dice comunque di sperare nella pioggia per raccogliere un buon risultato. In gara pero' resta nelle retrovie, accusa graining e termina mestamente la sua gara finendo fuori pista nel complex. La pioggia indubbiamente e' arrivata. Il buon risultato? Fate voi… Mezzo punto in meno per non aver mantenuto quanto promesso alla vigilia. E pensare che nel 2003 in Brasile, sotto il diluvio, aveva vinto con una modesta Jordan, poi Midland, poi Spyker, poi Force India… Illusore.

Adrian Sutil: 5,5 – Poca gloria anche per lui. Si ritira (dopo un paio di testacoda innocui) a seguito di un incidente quasi curioso. La macchina, in pieno rettilineo, prende in pieno una pozzanghera e schizza via come una saponetta. Rischia addirittura di travolgere Bourdais, che lo schiva all'ultimo momento. Fino a quel momento stava andando bene ed era risalito fino al dodicesimo posto (senza giovarsi di troppi ritiri). Non sappiamo se avrebbe potuto ripetere l'exploit di Monaco, pero' sappiamo che rispetto all'appuntamento nel circuito-salotto il numero di punti portati a casa e' lo stesso: zero. E stavolta nessuno l'ha tamponato. Rimandato.

Manuel Codignoni
www.f1grandprix.it

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