Overtake, l’arte del sorpasso
Parte quinta
Qui la quarta parte.
GP del Portogallo 1996
È il 22 settembre quando si tiene il penultimo appuntamento stagionale, con Hill ormai avviato al titolo mondiale grazie alla superiorità della Williams, la quale ha permesso anche a Jacques Villeneuve di ottenere la seconda piazza nel titolo piloti. Alle loro spalle vi è la Ferrari di Schumacher: il tedesco alla sua prima stagione in rosso ha viaggiato con un andamento poco costante che l’ha costretto a dire addio anticipatamente alle speranze per l’iride. Ad ogni modo durante le qualifiche, disputatesi sul circuito dell’Estoril, la prima fila è conquistata dalle monoposto di sir Frank, con Damon davanti a Jacques, seconda fila per Schumacher e Alesi con la Benetton. Al via il canadese non scatta bene e si fa sopravanzare dai due dietro, trovandosi costretto ad una rimonta: è il momento del riscatto. Comincia a tallonare la Ferrari giro dopo giro, i metri che separano l’alettone posteriore nero da quello blu anteriore della Williams non sono molti ad ogni staccata. L’apoteosi al 16° giro: dopo la curva 12 (Esses), che prevede una forte staccata con ripartenza a sinistra di circa 90° Michael trova davanti a sé Giovanni Lavaggi (Minardi), dovendolo doppiare al termine della successiva curva 13, intitolata ad Ayrton Senna. Infatti dopo questa lunga svolta a semi circonferenza si apre il lungo rettilineo d’arrivo, dove superare senza correre pericoli. Percorrendo quindi la 13 sul lato interno e pulito aspetta il momento più propizio, ma non ha tenuto conto di Villeneuve, che sembra non curarsi delle leggi sulla forza centripeta che lo spingono all’esterno e del poco grip sul lato sporco. Jacques affianca Michael già alla staccata del curvone e gli rimane affiancato a meno di mezzo metro per tutta la sua percorrenza, in uscita sfrutta il cordolo per non perdere aderenza e riesce nel suo intento. Sfruttando inoltre la scia della Minardi doppiata non si fa riprendere dal rivale ferrarista chiudendo la traiettoria in tempo e mostrando poi le qualità sue e della vettura: vincerà infatti il Gran Premio dopo aver superato si Alesi che Hill durante le rispettive soste. Raccontò il Kaiser a fine corsa: «Jacques ha sfruttato l’opportunità di avvicinarsi a me. Quando ho guardato nello specchietto retrovisore non sapevo dove fosse, poi l’ho visto affiancato. Sono stati attimi spaventosi perché le sue ruote erano vicine alle mie e non avrei potuto rallentare o ci sarebbe stato un grosso incidente». Il commento di Villeneuve lo lasciamo al Team Radio che lui stesso aprì per comunicare al suo ingegnere: «Ve l’avevo detto che si poteva fare».
GP d’Europa 1997
Disputatosi sul circuito di Jérez de la Frontera questo Gran Premio vide contrapposti Michael Schumacher (Ferrari) e Jacques Villeneuve (Williams) per la lotta al titolo. Essendo questa l’ultima gara di campionato e trovandosi i due contendenti ad un solo punto di distacco l’uno dall’altro – con il tedesco avanti a quota 79 – l’atmosfera creatasi era tanto magica quanto tesa: Michael avrebbe dovuto tenere dietro sé Jacques per ottenere matematicamente il titolo, ma procediamo con ordine. Alla vigilia l’allora presidente FIA, Max Mosley, richiede a tutti i piloti massima correttezza in pista ma fuori il clima è già caldo, con Villeneuve che dopo uno scambio di battute con Eddie Irvine, seconda guida Ferrari, lo definisce: «Un pericoloso idiota». Il sabato in qualifica abbiamo già un particolare record: tre piloti fanno segnare l’identico miglior tempo, con il crono di 1’21’’072: sono Frentzen, Schumacher e Villeneuve. Da regolamento la partenza al palo viene assegnata a colui che per primo l’ha ottenuta, ossia il canadese mentre la Ferrari è seconda. Gara: è domenica 26 ottobre ed al via Villeneuve fa pattinare troppo le sue gomme e viene passato dai due dietro. La sua rimonta è lenta inizialmente e si verificano – ad onor di cronaca – scorrettezze da entrambe le parti per rallentare o favorire le rispettive. Al 27° passaggio il pilota della Williams aveva tentato con una forte staccata il sorpasso, finendo però largo, con due ruote sull’erba. Bisogna attendere la seconda sosta per notare un sostanziale cambiamento: alla 43a Schumacher rifornisce impiegandoci 9”4, un giro più tardi è il turno di Villeneuve che impiega 8”3. Rosicchiato quindi un vantaggio grazie ai pit-stop il passo dell’inseguitore comincia a farsi pericoloso e dopo un giro lanciato (45°) il cronometro dichiara 2”590 di ritardo. Al secondo intermedio però si abbassa ulteriormente a 1”397 ed infine 1”026 quando sono nuovamente sulla linea del traguardo, il che rende evidente quanto Villeneuve abbia un passo superiore a Schumacher in questo momento: il suo tempo sul giro è stato di 1’24”093 mentre il ferrarista ha girato in 1’25”657. Ormai i due sono incollati ed il sorpasso vincente è prossimo. Giro 47, curva Dry Sac: dopo il rettilineo Jacques stacca forte, più di Michael, e grazie alla velocità di punta maggiore lo affianca e lo passa, prendendosi la leadership ed il mondiale. Ma accade che il tedesco chiude la traiettoria e la sua monoposto impatta contro quella dell’avversario, ottenendo un effetto rimbalzo e trovandosi conseguentemente fuori dal tracciato: impossibilitato a ripartire a causa della ghiaia deve abbandonare la corsa e le chance per il titolo. Schumacher si toglie il casco e rimane in piedi, sul muretto, scrutando l’orizzonte della pista e vedendo passare nuovamente l’avversario avviato al trionfo non senza prima aver sofferto un rallentamento a causa di tale contatto, che ha danneggiato la sua vettura. Raccontò poi lo stesso Jacques: «Sapevo di star prendendo un grande rischio ma sono rimasto sorpreso quando l’ho visto chiudere la traiettoria. Ma non l’ha fatto un granché bene perché lui è uscito ed io no. […] Il colpo è stato molto forte. Non è stata una cosa da poco. Ho fatto due giri molto lenti per vedere se la sospensione era ancora attaccata e tutto funzionava regolarmente, poi ho ricominciato a spingere. Sapevo che Michael sarebbe stato capace di fare quello che ha fatto». Il Kaiser avrà riflettuto sull’accaduto mentre era sul muretto vicino al luogo dell’impatto? A cosa pensava? Sta di fatto che la FIA lo punì con la squalifica dal Campionato dopo averlo convocato davanti al consiglio mondiale, in data 11 novembre. Un capitolo agrodolce della Formula Uno, una sfida al limite come non mai.
GP del Belgio 2000
Il primo mondiale del nuovo secolo vede ancora una volta, dopo 1998 e 1999, Michael Schumacher (Ferrari) e Mika Hӓkkinen (McLaren) contrapposti per la lotta al titolo. Si giunge a Spa – Francorchamps con il finlandese davanti nel campionato: il sabato è lui ad ottenere la pole position con il tempo di 1’50”646, dietro di lui si piazzano a sorpresa Jarno Trulli con la Jordan e l’esordiente Jenson Button a bordo della Williams mentre Schumacher è quarto, staccato di 906 millesimi. La gara il giorno seguente parte dietro alla safety car, in quanto il tracciato è piuttosto bagnato e potrebbero crearsi situazioni pericolose al via. Mika prende subito un buon vantaggio sugli inseguitori e pare averne di più, ma Michael dopo aver superato i due davanti cerca di riacciuffarlo. Dopo il primo cambio gomme la situazione sembra invariata ma è il pilota della McLaren, in testa con cinque secondi di vantaggio, a commettere un errore banale quanto grave: durante il giro 13 ala curva veloce Stavelot pone due ruote sulla linea bianca, ancora umida, facendo in traversare la monoposto e lasciando così passare il ferrarista, che in caso di vittoria guadagnerebbe dieci punti anziché sei. Ma il Finlandese Volante non ci sta e vuole rimediare all’errore da rookie: comincia la contro-rimonta che fino al 22° passaggio vede la Ferrari con un passo migliore della McLaren, ma dopo il pit-stop la solfa è un’altra: Mika recupera giro dopo giro ed ormai al 40° giro tenta l’attacco, abilmente respinto. L’atmosfera è carica, i motori suonano più che mai lungo le Ardenne quando usciti entrambi dall’Eau Rouge – Raidillion sono piuttosto vicini, ma c’è un doppiato davanti, è Riccardo Zonta con la sua Bar bianca. Schumacher, davanti, lo passa a sinistra dopo avergli preso la scia per tentare di allontanare il diretto rivale, ma è lui a sorprendere tutti. Ad oltre 300 all’ora Hӓkkinen si butta a destra di Zonta e lo affianca anch’esso, lo spettacolo per il pubblico è sublime, vedendo tre vetture appaiate a poche centinaia di metri dalla potente staccata che le aspetta verso Les Combes. Chi avrà la meglio? Dopo una frenata pulita e decisa è la McLaren ad entrare per prima, con gran sorpresa del ferrarista. Il resto è storia, con Mika che taglia il traguardo da vincitore e Michael secondo. Seguirono le dichiarazioni dello stesso finlandese: «Ricordo ancora quella sensazione. Sono andato al limite, e solitamente non guido così quando mancano sei giri alla fine, ma lì lo feci. In tutta la mia carriera ho avuto molte occasioni per sorpassare, ma le più emozionanti furono principalmente quando combattevo con Michael», aggiungendo sullo “spettatore Zonta”: «Sono sicuro che dopo tale sorpasso sia andato a cambiare i vestiti!». Zonta invece disse di essere stato sorpreso di tale vista, vedendosi passato da entrambi i lati della sua monoposto.
Il mondiale 2000 finirà poi nelle mani del Kaiser e della Ferrari, com’è ben noto. Ma questo è ed è stata una delle più belle pagine della Formula Uno moderna, un incentivo alla passione, al coraggio ma anche alla lealtà ed all’amicizia. E per questo la foto di copertina spetta a loro due, con Mika che spiega lo spettacolare sorpasso a Michael.
Andrea Villa
se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie
Seguici qui