Formula 1 | La caduta degli dei

Mercedes sembra soffrire particolarmente la forza e l'entusiasmo della Red Bull

Formula 1 | La caduta degli dei

Tutto più o meno è destinato ad un lento ed inesorabile logoramento. Tutto più o meno è destinato a mutare forma o finire. E’ il concetto di entropia che mutuato dalla termodinamica può essere applicato alla filosofia e riassunto come la tendenza di un determinato sistema a perdere col tempo irreversibilmente le proprie qualità e la propria stabilità.

La smorfia di Toto Wolff che getta via le cuffie quando s’accorge che al Paul Ricard la Red Bull non è solo più veloce, ma anche più intelligente nella strategia, è un’immagine simbolica dell’entropia che probabilmente sta colpendo i dominatori di lungo corso della Mercedes.

In questo 2021 che solo in teoria doveva essere un anno facile, per noi tutti che avevamo sottovalutato le modifiche regolamentari che hanno investito la zona posteriore del fondo, la Mercedes sta pian piano vedendo venire meno le proprie certezze, ferita nell’orgoglio e scalfita in una solidità che inizia pericolosamente a vacillare.

Incapace di essere miglior monoposto in pista da ben tre gare, aggrappata al talento di Lewis Hamilton che pure si sta concedendo qualche insolita battuta a vuoto, come Montecarlo e Baku, in completa idiosincrasia verso l’altro pilota Bottas, che fa squadra a sé, non riuscendo a fare gioco di squadra con Hamilton e per giunta ignorato quando dà suggerimenti validi (come quello inascoltato dell’opportunità delle due soste in Francia), la banda Wolff, la Stella a tre punte, non brilla più, messa in ombra dalla travolgente freschezza di una Red Bull che rema tutta nella stessa direzione.

Qualcosa è cambiato in questa Mercedes che negli anni ha sempre trasmesso l’idea di un gruppo unito e coeso, dove si divertivano tutti, dal campione Lewis, al team principal sornione e chiacchierone Wolff, passando per gli ingegneri idolatrati a mo’ di rockstar. Le espressioni, le parole, i volti, sono improvvisamente cambiati.

Toto Wolff non chiede più concorrenza e competizione, ma si scaglia sulle presunte irregolarità delle altre squadre invocando l’intervento della FIA: Che siano ali flessibili o la pressione delle gomme ogni parolina è atta a gettare ombre sui rivali, quegli stessi rivali invocati a gran voce per anni, con l’entusiasmo di chi è sicuro di stravincere, senza aver mai imparato a perdere.

Ed è così che il gruppo si sfalda, emergono i malumori, Bottas urla contro gli ingegneri, Hamilton si lamenta e storce il naso – con una trattativa per il rinnovo tutta ancora da affrontare – Toto Wolff non è più il one man show di sempre, il giro delle tv a dispensare simpatia gli riesce peggio, adesso ha l’aria di un capo di azienda preoccupato e corrucciato, che sente che qualcosa gli sta sfuggendo di mano.

Dall’altra parte abbiamo una squadra che dopo anni di alti e bassi si è pian piano affinata, fino ad eguagliare il potenziale tecnico della Mercedes, con in più l’entusiasmo di un Max Verstappen che è finalmente pronto a scrivere la storia ed ha unito al talento di guida la convinzione del campione in pectore.

E, novità non da poco, dopo anni di malumori con le seconde guide, in Red Bull regna improvvisamente una strana quanto inedita armonia, una alchimia percepibile e leggibile, dettata dalla serenità di chi è consapevole di aver già superato l’ostacolo più grande: colpire nell’orgoglio la Mercedes, abbattere la difesa di Brackley, rendere vulnerabili coloro che credevano di essere immortali. La Red Bull di Sergio Perez che lascia passare Max e via radio dice “Dai, andiamo a prenderli” sta dimostrando che non esistono dei. E anche qualora fossero esistiti, prima o poi sono destinati a cadere.

Antonino Rendina


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