GP Malesia – Ferrari a testa alta nel Mondiale dei rimpianti…

Mondiale chiuso? Forse, ma la Ferrari ha dimostrato di saper sorprendere...

GP Malesia – Ferrari a testa alta nel Mondiale dei rimpianti…

La Malesia della Ferrari è un calice (rosso) dal retrogusto amaro, è quasi una bandiera bianca, sventolata con il cuore che piange per quello che poteva essere e non è stato. Singapore e Malesia, due sconfitte senza soluzione di continuità, eventi e cause diverse con un medesimo filo conduttore, l’aver di fatto sprecato l’opportunità di colorare di rosso il Mondiale dei rimpianti.

Non era facile battere la Mercedes a Sepang, eppure la Ferrari è riuscita a sorprendere tutti, forse anche se stessa. Bilanciata, equilibrata nella gestione degli pneumatici, per nulla lenta sul dritto. Seb sembrava la Tigre di Mompracem, pronto a scacciare via il governorato inglese. Ma lo scotto da pagare per la rimonta da sogno è stato di quelli più indigesti. A tagliare le gambe al Cavallino, infatti, è stata un’allarmante moria di motori, una carenza di affidabilità insolita, con le power unit di entrambe le vetture protagoniste di irrisolvibili capricci.

Prima Vettel, condannato a non qualificarsi, e poi Raikkonen, il quale ha dovuto saltare un GP con grandi aspettative, con vista sul semaforo e tanti sogni di gloria. Giusto schiumare rabbia e amarezza, ma guai a prendersela con la Ferrari. Può succedere, in uno sport di alchimie e tecnologia come la F1, che il dispendio di forze per battere una rivale del calibro della Mercedes si paghi alla lunga con una coperta un po’ corta.

Il campionato non è finito, per Vettel è durissima eppure, nell’amarezza di una domenica che poteva riaprire tutto, sul volto degli uomini in rosso può scorgersi un sorriso a denti stretti perchè sì, la Ferrari nelle ultime due – disgraziate – gare ha davvero dimostrato uno strapotere tecnico inaspettato. La Rossa ha fatto tremare i polsi agli anglo-tedeschi, mettendosi (almeno cronometro alla mano) davanti a quella Mercedes che dopo l’estate aveva dettato legge.

Chiedere ad esempio a Bottas, le cui velleità iridate sono state spazzate via dalla furia di Sebastian. E chiedere allo stesso Hamilton, scattato dalla pole e costretto a preoccuparsi della “finestra” sull’arrembante ferrarista. Vero che l’inglese ha gestito saggiamente la seconda posizione dietro il terribile ed efficace Verstappen, ma a differenza di Spa – per dire – stavolta è stata una gestione di gara a tratti sofferta, con una W08 mai veramente a proprio agio.

Ed è proprio questo stato di forma non impeccabile di Brackley, unito alla variabile impazzita di una Red Bull al livello dei rivali, che lascia alla Ferrari un  lumicino di speranze. Niente per cui valga strapparsi i capelli, niente che autorizzi a sognare più di tanto. Rimarranno i rimpianti, quelli si, di aver avuto una macchina da cinquanta punti negli ultimi due GP ed aver invece consegnato il mondiale su un piatto d’argento a Lewis. Ma rimarrà anche la consapevolezza di poter (e dover) rendere complicatissima la vita alla Mercedes, perché il Cavallino ha dimostrato di aver ancora frecce al proprio arco.

Antonino Rendina


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