GP d’Italia: Hamilton sgonfia Rosberg, Vettel esalta una Ferrari che gioca dietro le quinte

Sebastian scalda i cuori ferraristi in una Monza mai così calda, ma la Mercedes domina ancora una volta il GP...

GP d’Italia: Hamilton sgonfia Rosberg, Vettel esalta una Ferrari che gioca dietro le quinte

Forse l’immagine più intensa del fine settimana di Monza è, oltre alla consueta folla impazzita sotto il podio, l’entusiasmo per la qualifica delle due Ferrari, improvvisamente ed incredibilimente a ridosso della Mercedes di Lewis Hamilton, pronte a far sognare un’intera nazione.

LA MERCEDES SCHERZA CON TUTTI, DALLE GOMME A ROSBERG… Purtroppo però la realtà dei fatti è ben diversa e la sensazione, ormai un deja vu’, è che Stoccarda sappia come scherzare con i rivali, ovvero giochicchiare a metà campo quando serve per poi piazzare il colpo decisivo, a dispetto di santi, poeti e navigatori. Il GP di Italia è stato una feroce dimostrazione di cannibalismo acuto da parte di Lewis Hamilton, capace di essere mediamente mezzo secondo al giro più veloce di Sebastian Vettel. Ad essere onesti s’erano create aspettative ambigue sulla gara della Ferrari, che sembrava dovesse vincere a mani bassi soltanto perché si correva a Monza. “Troppo rumore per nulla” su eventuali problemi alla PU di Hamilton, sul fatto che l’anglo-caraibico dovesse correre depotenziato, troppa dietrologia in voga nel paddock e forse è stato giusto così, con la monoposto migliore che ha dominato il GP. Resta, indelebile, una piccola macchia dovuta all’infinita controversia del dopo gara sulla bassa pressione delle gomme delle vetture di Brackley. Non si cancella certo, ma non sporca il quadro generale. Troppo fumosa la disciplina normativa e troppo perentoria la forza della scuderia anglo-tedesca per pretendere una vittoria a tavolino della Ferrari. Al massimo ci si dovrebbe chiedere che fine ha fatto Nico Rosberg e quali sono i rapporti del tedesco con il team; è chiaro infatti chi sia la primadonna, l’uomo su cui puntare e chi vincerà il mondiale. Nico corre con un motore giurassico, rompe in gara, incassa il colpo e pare quasi fare spallucce.

VETTEL, IL TEDESCO LATINO AMATO DAI TIFOSI La Ferrari, al di là delle dichiarazioni di facciata, non ha digerito troppo il secondo posto, per due ordini di motivi. Per prima cosa la tattica concordata (meglio dire sperata) era quella di saltare davanti ad Hamilton con una delle due vetture, cosa possibile se Kimi fosse partito bene, visto che il sistema di partenza della Ferrari è migliore. A quel punto, svoltando in testa alla prima curva nella F1 moderna, tutto diventa possibile, soprattutto se giochi con due punte. Al primo boccone amaro ingoiato se n’è aggiunto un altro, poco sottolineato nell’euforia nazional-popolare per il bel secondo posto: la Rossa, nonostante il motore aggiornato, ha beccato un distacco abissale sul traguardo, di venticinque secondi. Significa che la Mercedes con il motore “supergettonato” ha fatto un altro passo avanti, la Ferrari c’è ma la rincorsa è ancora lunga. Per fortuna del Cavallino c’è Sebastian Vettel; lui oggi è la Ferrari e la Ferrari è Vettel. Il connubio è perfetto: efficiente, romantico, evocativo. Seb è come re Mida, ogni cosa che tocca diventa oro, riesce a trascinare Monza come fosse Messi al Camp Nou, ogni giro è una ola di tifo puro ed istintivo. Il secondo posto resta un signor risultato, la festa sul podio è meritata ed inebriante, l’entusiasmo contagioso, il futuro “rosso” perché c’è una passione che è infinita, una vocazione a costruire, crescere, vincere che è contagiosa per tutto l’ambiente. Sebastian Vettel, semplicemente una garanzia.

KI MI SVEGLIA QUANDO SI PARTE? Battute a parte, al di là dell’errore tecnico o umano, dubbio che rimarrà irrisolto come qualsiasi mistero che riguarda i pasticci e i guasti sulla monoposto numero sette, resta la grande occasione sfumata, l’ilarità per una (non) partenza da comiche, la rabbia – sacrosanta, giusta, funzionale – con cui il “freddo” ha rimontato in pratica dal fondo, mettendoci passo, sorpassi e quel tocco in più con le gomme, riuscendo ad aiutare Vettel bloccando per un po’ Rosberg e ad arrivare quinto nonostante la sosta ritardata. Una gara alla Raikkonen, ma rimarrà a lungo il dubbio su come sarebbe andata con un bello scatto al semaforo. Molto probabilmente un podio che a questo punto diventa “maledetto”, dato che manca dalla quarta gara del mondiale.

MASSAO MERAVIGLIAO Una sorpresa che poi non è più tanto sopresa è Felipe Massa, sul podio a Monza e quarto nel mondiale. Un rendimento inaspettato alla vigilia della sua avventura in Williams. Ma il paulista è così, una fenice capace di risorgere più volte in carriera, dimostrando di essere un pilota valido, molto più vicino alla versione ferrarista che sfiorò il mondiale che al compagno depresso e dimesso di Fernando Alonso.

RICCIARDO E VERSTAPPEN VEDONO….ROSSO! Eppoi ci sono Daniel e Max, cugini di scuderia, partiti dal fondo. Ricciardo ha chiuso ottavo, in grande stile e ha twittato una foto dei tifosi di Monza. Verstappen ha concluso il GP in dodicesima posizione, ma ancora una volta ha fatto il funambolo, pensando e realizzando sorpassi al limite – all’esterno in Prima variante su Nasr e all’interno in Parabolica su Button – che ai suoi coetanei vengono difficili anche alla Playstation. Ricciardo e Verstappen; nove anni di differenza. Daniel inizia a far capire di volere la Rossa, per Max c’è tempo, eppure la Ferrari qualche discorso l’ha già avviato. Vettel scruta, ma non si preoccupa, il beniamino dei tifosi è lui.

UNA FERRARI P(I)U’ POLITICA… La gara più importante, probabilmente, la Rossa se l’è giocata dietro le quinte, nel paddock, con Sergio Marchionne non solo spettatore al GP, ma gran mattatore di trattative fondamentali per il futuro. L’attacco pianificato e voluto alla Mercedes, i famosi “amici tedeschi” come li chiama il presidente del Cavallino, non può prescindere dall’operazione Red Bull. La Ferrari sta stringendo con i “bibitari” un doppio accordo per fornire i motori a Red Bull e Toro Rosso, potenziando il suo impegno in F1 con il coinvolgimento di una realtà enorme. E’ una partita a scacchi delicatissima, lo scacco matto da esorcizzare sarebbe una Red Bull-Mercedes frapposta tra Maranello e la vittoria.

Antonino Rendina

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