Formula 1 | Avanguardia e sicurezza: tutto quello che NON abbiamo visto in Qatar

FIA, FOM e organizzatori si devono svegliare, e poi basta track limits: i protagonisti devono essere i piloti, non i giudici!

Formula 1 | Avanguardia e sicurezza: tutto quello che NON abbiamo visto in Qatar

Il Gran Premio del Qatar 2023 passerà alla storia sicuramente per il conseguimento del terzo titolo mondiale consecutivo di Max Verstappen. Ovvio, ma purtroppo non solo: bisogna parlare necessariamente di tutto quello che a Losain non è andato, e fidatevi, c’è tanto da dire. Premessa: chi scrive ha girato parecchi circuiti in tutta Europa, molti dei quali sono stati spesso definiti come anacronistici sia per la sfida presentata in pista, che per le strutture pronte ad accogliere il carrozzone della Formula 1, spesso criticate per logistica e quant’altro. Fermo restando che la storia vada sempre rispettata, e certe cose non puoi e non devi cambiarle per svariate ragioni, siano essere economiche o meno, pensiamo che nello scorso weekend si sia superato ampiamente il limite, sotto tantissimi punti di vista.

TRACK LIMITS, CHE PALLE!

Un problema che negli ultimi anni purtroppo è stato sollevato da un regolamento che non permette ai piloti di sfruttare al massimo le caratteristiche dei circuiti. Badate bene, è giusto porre dei limiti, ci mancherebbe, ma che siano dati con coscienza. Avevamo già visto in Austria i gravi problemi delle vie di fuga in asfalto, ecco, ma perché non inserire la tanto agognata ghiaia? Qual è il problema? La MotoGP? E’ un non problema, bastano poche ore di lavoro per adeguare il tracciato alla categoria giusta. E’ una scusa, è evidente. Più di cinquanta violazioni soltanto nella gara di domenica in Qatar, ma davvero la colpa la vogliamo dare ai piloti, che giustamente cercano sempre il limite, i quali non possono in alcun modo avere una misura tale da capire se la ruota tocca o meno la riga bianca interna? Sinceramente, diventa ridicolo. Piuttosto inseriamo dei veri e propri ostacoli, come erba o ghiaia, e vedrete che i piloti si adatteranno dopo appena un giro di prove libere. Ci vogliono soluzioni definitive, perché poi lo spettatore dopo un po’ si chiede cosa stia guardando, anche perché i protagonisti devono essere i piloti, non chi fa le regole.

MILIONI DI DOLLARI SPESI E PISTA NON ALL’ALTEZZA

E c’è anche chi ha il coraggio di giudicare il lavoro svolto nei tracciati europei, secondo molti non all’altezza dei super mega circuiti d’oltreoceano. Per carità, anche qui, è chiaro che le strutture storiche come Monza, Imola, Barcellona e chi più ne ha, più ne metta, debbano ammodernarsi, non ci sono proprio dubbi, perché tutti i disagi provati su queste e su altre piste nel corso degli anni sono innegabili. Ma per favore, spendete milioni di dollari, centinaia, per abbellire tutto il layout di Losail, cordoli nuovi, asfalto cristallino, e poi i cordoli distruggono le gomme, tanto da costringere Pirelli e FIA a obbligare i piloti a tre soste (o meglio, non più di 18 giri per stint, falsando di fatto il normale andamento di un Gran Premio). La pista è ultra mega sporca, con una sola sessione di prove libere a disposizione perché ehi, c’è la bellissima Sprint Race, quindi parco chiuso subito! L’asfalto quindi si presenta molto scivoloso e sporco, praticamente fino a poco prima della gara. C’è proprio la netta sensazione che ai piani alti si predichi bene, ma razzoli maluccio, e diciamocelo, non è mica una novità.

PILOTI STREMATI E RISCHIO MALORE, E LA SICUREZZA?

Si parla tanto di sicurezza in Formula 1, e qualche volta diciamocelo, questa parola viene anche abusata per darsi una giustificazione. Poi però, si va a correre su un tracciato pericolosissimo per layout (e fin qui…) come Jeddah, e a 10 chilometri scoppiano bombe. Si va in Qatar a ottobre quando di notte si rischia di non andare sotto i 30 gradi, con monoposto che ovviamente generano calore, piloti che non respirano, non ce la fanno, e tra poco svengono. Qualche mente geniale si è anche permessa di prendere in giro Sargeant o Stroll perché a malapena riuscivano a scendere dalle monoposto con le proprie gambe; Ocon ha vomitato per due giri a inizio gara (stava già male di suo, ndr); Alonso ha riportato delle ustioni mentre guidava, e la quasi totalità dei piloti alzava la visiera in rettilineo per prendere aria o metteva le mani sopra al volante a 300 chilometri orari. Capiamo che i soldi comandano, non siamo nati ieri, ma salvaguardare un po’ di più squadre e piloti, che di fatto devono essere i protagonisti di questo sport, non sarebbe male. Sicurezza, eh?

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